lunedì 29 luglio 2013
​Il Papa è arrivato a Roma. La conversazione con i giornalisti in aereo: sulle lobby gay, lo Ior, le donne nella Chiesa... Prima di partire aveva detto "Ho già nostalgia del Brasile, continuerò a nutrire una speranza immensa nei giovani del mondo intero". Ieri tre milioni di fedeli alla Veglia di Copacabana e l'annuncio che l'edizione 2016 sarà a Cracovia | ​​VOLTI E GESTI: GUARDA IL "FILM" (Siciliani)
​​​​​L'intervista in aereo​ (1h20')
​​Ai vescovi latinoamericani: meno clericalismo, più tenerezza (Francesco Ognibene)
Ai 60mila volontari: c'è chi dice che il matrimonio è fuori moda... 
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Papa Francesco è pienamente soddisfatto per il successo del viaggio in Brasile. "Credo che un viaggio papale fa sempre bene. Ma conta - ha tenuto a sottolineare durante la consueta conversazione con i giornalisti a bordo dell'aereo che lo riportava a Roma - non solo la presenza del Papa ma quella dei giovani della Gmg che si sono mobilitati. Aiuteranno la Chiesa". Il Pontefice ha reso omaggio in particolare - conversando con i giornalisti durante il volo di rientro da Rio - alla grande capacità dei brasiliani a reagire con allegria alle avversità. "Sono contento - ha confidato ai giornalisti che lo hanno accompagnato - è stato un viaggio bello, spirituale, che mi ha fatto bene. Sono stanco ma sto bene. Trovare la gente fa bene: il Signore lavora in ciascuno e da tutti possiamo ricevere le cose belle". Papa Francesco ha esaltato "la bontà e il cuore del popolo brasilero, grande anche nella sofferenza, perché trova una strada per stare allegro". "Ieri – ha aggiunto - hanno fatto cose straordinarie. Non posso crederlo: il Governo parlava di 3 milioni di presenze. Tutta la spiaggia era piena fino alla curva, e c'erano rappresentati di 178 paesi, un dato "importante", ha sottolineato Bergoglio. "Aparecida - ha poi aggiunto - è stata un'esperienza religiosa forte. Sono andato per pregare ma c'era una folla grande". Infine Francesco ha ringraziato i giornalisti per il "buon lavoro". In aereo, parlando con i giornalistiLa lobby gay non va bene, perché non vanno bene le lobby. Circa i gay "io non giudico, se è una persona di buona volontà, chi sono io per giudicare?". "Non ho trovato carte d'identità di gay in Vaticano, dicono che ce ne sono, credo che si deve distinguere il fatto che è gay dal fatto che fa lobby". Lo ha detto il Papa in volo da Rio a Roma durante un'ora e venti di conferenza con i giornalisti in cui ha affrontato in modo diretto, esaustivo e franco, una serie di temi anche spinosi dei suoi primi mesi di pontificato, ma anche moltissimi temi lievi o alti del fatto di fare il Papa.Tra i temi spinosi il caso di mons. Giambattista Ricca, accusato da una campagna di stampa di comportamenti immorali - per il quale però, chiarisce, "ho fatto una 'investigatio previà", (cioè una inchiesta prima di nominarlo prelato dello Ior, ndr) e "non è risultato nulla" - e quello di mons. Nunzio Scarano, contabile dell'Apsa, - "finito in galera, pensate che sia andato in galera perché somigliava alla beata Imelda? È uno scandalo, una cosa che fa male".Di ritorno dall'entusiasmante viaggio in Brasile per la Gmg Papa Francesco ha deciso a sorpresa questo incontro con i giornalisti - ai quali all'andata aveva detto di non essere capace di rilasciare interviste - rispondendo con chiarezza e efficacia, ironia e umanità. Così si è appreso che fare il vescovo e poi il Papa lo rende "felice", che si porta la valigia da solo perchè questo fa parte della normalità, che tutti i timori per la "sicurezza" in Brasile non lo hanno fermato perché preferisce godere della vicinanza delle persone eaffidarsi a Dio. E poi, constata, a Rio "non ci sono stati incidenti". Il Pontefice inoltre conferma che la riforma della Curia è stata chiesta dalle congregazioni preconclave e che lui ha dovuto anticipare l'esame della "questione economica" per le cose "che sapete sono accadute". Leggi vicende Ior, la "banca vaticana" per la quale ha nominato una commissione di cui si fida: non sa quali forme avrà la riforma, ma è certo che "trasparenza e onestà" dovranno essere i criteri che la ispireranno.Il Papa non crede che i suoi cardinali vivano nel lusso, ma in "appartamentini", non vuole imporre il proprio stile di vita sobrio a nessuno, perché "ognuno deve vivere come il Signore gli chiede, ma - precisa - la austerità generale credo che sia necessaria per tutti quelli che lavorano nel servizio della Chiesa". Ampia parentesi sui tanti che in Curia lavorano sodo, sui collaboratori nei quali apprezza che gli segnalinoquando non sono d'accordo con lui e sul fatto che "la Curia è un poco calata di livello". "Vatileaks è un problema grosso - dice - ma non mi sono spaventato". E racconta la consegna da parte di Ratzinger di uno scatolone con le testimonianze della inchiesta e di una busta con la sintesi.Riferisce senza remore l'agenda dei viaggi in fieri e spiega che in Asia "bisogna andare", perché Benedetto XVI non ha fatto in tempo ad andarci. Tra argomenti seri spesso illustrati con aneddoti, non finisce di raccontare, dal suo rapporto con Benedetto XVI, a come la Chiesa dovrebbe valorizzare la capacità delle donne di "compiere scelte rischiose", mentre sul sacerdozio femminile Giovanni Paolo II, ricorda, ha detto una "parola definitiva" e questa è una "porta chiusa". Spiega come vede Roncalli e come vede Wojtyla, che canonizzerà, forse in primavera. Racconta la visita a Lampedusa e la pena per tutti quei morti in mare. Il ritorno a RomaPapa Francesco è atterrato a Ciampino intorno alle 11.45, ed è sceso dalla scaletta sempre tenendo in mano la sua cartella nera, che aveva già alla partenza per la città brasiliana. Bergogliosi poi fermato a parlare con il ministro degli Interni Angelino Alfano, che l'ha accolto sulla pista in rappresentanza del Governo. POi, a bordo di un Ford Focus, è andato verso Roma, fermandosi brevemente alla basilica di Santa Maria Maggiore dove si era già recato prima della partenza per RioIl discorso di congedo"Tra pochi istanti, lascerò la vostra Patria per ritornare a Roma. Parto con l'animo pieno di ricordi felici; e questi diventeranno preghiera". Con queste parole Papa Francesco si è congedato questa notte dal Brasile, dove conta di tornare nel 2017, come ha detto ad Aparecida. "In questo momento - ha confidato all'aeroporto militare di Rio de Janeiro - comincio a sentire un inizio di nostalgia". "Nostalgia del Brasile di questo popolo così grande e dal cuore grande; questo popolo così amichevole. Nostalgia del sorriso aperto e sincero che ho visto in tante persone, dell'entusiasmo dei volontari", ha continuato il Pontefice."Nostalgia - ha aggiunto - della speranza negli occhi dei giovani dell'Ospedale San Francesco. Nostalgia della fede e la gioia in mezzo alle avversità dei residenti di Varginha "Ho la certezza - ha poi assicurato Francesco - che Cristo vive ed è effettivamente presente nell'agire di innumerevoli giovani e di tante persone che ho incontrato in questa settimana indimenticabile". "Grazie per l'accoglienza e il calore dell'amicizia che mi sono stati dimostrati! Anche di questo - ha concluso il Papa - comincio a sentire nostalgia". "Continuerò a nutrire una speranza immensa nei giovani del Brasile e del mondo intero: attraverso di loro, Cristo sta preparando una nuova primavera in tutto il mondo", ha detto nel suo discorso di saluto alle autorità brasiliane, all'aeroporto "Galeao" di Rio de Janeiro, poco prima di partire per l'Italia. Così come era capitato durante la partenza da Fiumicino, anche dall'aeroporto di Rio de Janeiro il Papa si è imbarcato sull'aereo con il bagaglio in mano.

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