mercoledì 20 ottobre 2021
In questi spazi visse il teologo e dottore della Chiesa dal 1272 al 1274. Sabato 16 ottobre la Messa a San Domenico Maggiore presieduta dall'arcivescovo Battaglia
Restaurata a Napoli la cella di san Tommaso d'Aquino
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È stato completato il lavoro di restauro della cella di San Tommaso d’Aquino (1225-1274) situata all’interno del complesso di San Domenico Maggiore a Napoli, grazie ad un importante progetto di valorizzazione e recupero promosso dall’associazione “Friends of Naples”. A presentare in anteprima i nuovi spazi è stato l'attuale priore della Provincia di San Tommaso d'Aquino (corrispondente ai frati domenicani dell'Italia meridionale) Francesco Maria Ricci.

Da domenica scorsa sono tornati visibili al pubblico i cimeli e le reliquie del grande filosofo e teologo l’Aquinate e allievo di sant’Alberto Magno la cui vita è strettamente legata alla città di Napoli di cui è uno dei patroni dopo la peste del 1605: qui visse ben due anni (1272-1274) della sua vita poco prima di morire nell’abbazia laziale di Fossanova prima di partecipare al Concilio di Lione e nel periodo giovanile da giovane frate in formazione dal 1244 al 1246 . Ed è attribuibile al periodo napoletano la composizione da parte di Tommaso della terza parte della Summa Theologiae. Il restauro di questi piccoli spazi ha permesso, tra l’altro, di far tornare agli antichi splendori anche la famosa tavola duecentesca raffigurante la Crocifissione di fronte alla quale san Tommaso, raccolto in preghiera, ebbe la visione di Cristo: una visione mistica che fermò il santo dall'intento di bruciare le sue opere. Il Gesù in croce tra la Vergine e San Giovanni avrebbe rivolto a san Tommaso d ’Aquino le famose parole: «Bene scripsisti de me, Thoma (Bene hai scritto di me, Tommaso)». Il luogo è diviso in due stanze introdotte da un breve ingresso, dove c'è subito uno dei pezzi forti, il ritratto dipinto nel 700 da Francesco Solimena.

La cella di san Tommaso d'Aquino all'interno del complesso di San Domenico Maggiore

La cella di san Tommaso d'Aquino all'interno del complesso di San Domenico Maggiore - Wikipedia

Nel quadro il santo è rappresentato nella sua iconografia classica: il sole, al centro del petto, poi penna e libro, a indicare gli studi teologici, e la colomba che testimonia l'ispirazione divina. Sopra il «tintinnabulum», il campanello con cui, da anziano, anche per via della grossa mole che gli impediva troppi movimenti, chiamava i frati giovani ad assisterlo. Sabato scorso l’arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia ha presieduto per l’occasione una solenne Eucaristia. La cella sarà visitabile tutti i giorni dal lunedì alla domenica dalle 10 alle 18.

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