giovedì 16 febbraio 2017
Ogni anno il 17 febbraio i protestanti italiani ricordano, anche con i tradizionali fuochi, le "Lettere patenti" che nel 1848 garantirono i diritti civili e politici ai valdesi
L'apertura del Sinodo valdese e metodista 2016

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Ogni anno il 17 febbraio i protestanti italiani fanno festa. Si ricorda infatti la firma, nel 1848, delle "Lettere patenti" con cui re Carlo Alberto concedeva i diritti civili e politici ai valdesi, anche se non la piena libertà religiosa. La notizia fu salutata con particolare entusiasmo in Piemonte, nella cosiddette Valli valdesi, dove si accesero grandi falò, dando vita a una tradizione che dura tuttora. E di lì a poco, il 29 marzo successivo, un analogo decreto garantiva l’emancipazione della comunità ebraica.

Libertà civile e politica

Come detto le lettere "patenti" o "di grazia", furono firmate il 17 febbraio anche se la loro pubblicazione avvenne otto giorni dopo. Il provvedimento, come ricorda l’agenzia Nev (Notizie evangeliche), pur nei limiti che ancora prevedeva, poneva fine a una lunga condizione d’inferiorità. Sino ad allora infatti ai valdesi era proibito frequentare le scuole pubbliche ed era vietato l’esercizio delle professioni (se non quella di notaio e di medico, a esclusivo vantaggio dei propri correligionari); fuori dal “ghetto alpino” delle loro valli, essi non potevano nemmeno possedere beni immobili. Inoltre, le amministrazioni comunali dovevano essere composte in maggioranza da cattolici, anche nei comuni quasi totalmente valdesi. Una svolta dunque, che emerge chiaramente dalla lettura del provvedimento, che recita: "i valdesi sono ammessi a godere di tutti i diritti civili e politici dei nostri sudditi, a frequentare le scuole dentro e fuori delle Università, ed a conseguire i gradi accademici. Nulla è però innovato quanto all’esercizio del loro culto ed alle scuole da essi dirette”. L’esercizio di culto, quindi, continuò ad essere permesso solo in alcuni templi autorizzati, con assoluto divieto di attività religiose fuori da quei luoghi.

Si ricordava poc’anzi che la tradizione della festa intorno ai falò dura tuttora. Quest’anno in particolare, per i 500 anni della Riforma di Lutero, è stata coinvolta anche la centralissima piazza Castello, a Torino, dove per la prima volta è stato acceso il tradizionale fuoco. Si tratta di un luogo particolarmente significativo visto che "ospita" anche una lapide, a ricordare Gioffredo Varaglia, predicatore valdese, salito al patibolo pochi metri più in là il 29 marzo 1558. Ma oltre ai falò, che solitamente illuminano la vigilia della "festa", sono molte le iniziative organizzate in Italia il 17 febbraio. In particolare a Milano la Consulta cittadina per la laicità delle istituzioni promuove, a Palazzo Marino, il dibattito “Libertà religiosa in Italia. Tra diritti costituzionali e governo del territorio. Una città plurale perché laica”. Il 500° anniversario della Riforma protestante sarà invece al centro della conferenza di Firenze, dove il pastore Giuseppe Platone interviene su “Valdesi e Riforma nel passaggio di Chanforan 1532" e di Taranto, con Claudio Pasquet a proporre un intervento su “I valdesi e la Riforma”. Una riflessione particolare sarà invece offerta a Bergamo, domenica 19 febbraio, dal pastore Felix Kamba-Nzolo sul tema “Fuori dal ghetto europeo. L’eredità di Lutero, Zwingli e Calvino in Africa a 500 anni dalla Riforma protestante”. Ogni anno inoltre a cavallo del 17 febbraio i protestanti italiani celebrano la “Settimana della libertà”, occasione per riflettere sul loro impegno sociale. Un appuntamento che dal 1998, la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei) accompagna con la pubblicazione di un volume. Quest’anno ha per titolo “La coscienza protestante” ed è curato da Elena Bein Ricco e Debora Spini.

Dove abitano i valdesi

In Piemonte, nel Pinerolese, si trovano le "Valli valdesi" cosiddette perché ospitato la maggior parte dei circa 25mila membri di questa Chiesa protestante, presenti in Italia. Nati nel XII secolo come movimento popolare di povertà e libera predicazione del Vangelo, i valdesi aderirono alla Riforma protestante nel 1532. A lungo perseguitati, si ricorda in particolare il massacro del 1561 in Calabria, seguono la confessione di fede riformata dal 1655 e hanno un’organizzazione sinodale-rappresentativa. Sono membri del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec), della Conferenza delle Chiese europee (Kek), della Comunione mondiale delle Chiese riformate (Wcrc) e ovviamene della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei). Dal 1975 sono integrati con la Chiesa metodista d’Italia.

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