giovedì 16 aprile 2020
Una vita spesa nel servizio umile, lieto, disponibile, una figura amata da tutti. Don Dalmino, portato via dal coronavirus il 15 marzo, era della Congregazione degli Oblati. Fu ordinato da Del Monte.
Don Dalmino Cestari

Don Dalmino Cestari

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Lascia un grande vuoto e un particolare ricordo in chi l’ha conosciuto il diacono permanente Dalmino Cestari, morto il 15 aprile a 78 anni. Fu il primo in diocesi di Novara. Era ricoverato da alcuni giorni, risultato positivo al virus, già gravato da complesse problematiche di salute. Trasferito in rianimazione, don Dalmino si è spento per arresto cardiaco. Dalmino era nato a Correzzola (Padova) il 26 settembre 1941. Arrivato a Oleggio negli anni Cinquanta, ha vissuto una prima esperienza vocazionale nel Seminario minore di Miasino. Affrontata poi un’esperienza lavorativa presso la Cariplo, nel 1974 è entrato nella Congregazione degli Oblati e si è inserito nella parrocchia di San Giuseppe a Novara come responsabile del centro comunitario parrocchiale. È stato ordinato diacono dal vescovo Aldo Del Monte nella chiesa di San Giuseppe, l’11 dicembre 1977, in un rito concelebrato dal servo di Dio monsignor Francesco Fasola. Negli anni Novanta Dalmino ha vissuto un tempo di forte impegno ascetico con i Benedettini di Germagno. Ha collaborato al Sacro Monte di Varallo, tornando poi nella comunità di San Giuseppe e prestando anche servizio nella Cattedrale. Per diversi anni è stato economo degli Oblati.
«Dalmino si è fatto volere molto bene in tutte le comunità e realtà ecclesiali in cui ha offerto il suo ministero – ricorda don Gianluigi Cerutti, vicario episcopale –. Gli siamo grati per i tratti più caratteristici della sua persona: semplicità, umiltà, discrezione, disponibilità. Ha testimoniato una fede autentica, sostenuta da una forte spiritualità».
Così lo ricorda padre Giancarlo Julita, prevosto degli Oblati: «Don Dalmino è stato fino all’ultimo fedele al suo ministero diaconale e alla liturgia delle ore, non potendo più proclamare il Vangelo nelle Messe per i problemi che ne minavano la voce. Non posso dimenticare come, nonostante i suoi 78 anni, abbia continuato a prestare il suo servizio discreto, silenzioso e puntuale in Cattedrale e, soprattutto, ai Canonici, pur non essendone più obbligato, sino a dieci giorni prima del ricovero in ospedale». Molto stimato dagli altri diaconi, si è inserito fraternamente e cordialmente nel presbiterio novarese. Ha quasi sempre partecipato negli ultimi anni agli esercizi spirituali con il clero a Bocca di Magra. Così è stato anche nella prima settimana di Quaresima. Il 16 aprile Dalmino ha ricevuto in forma privata l’ultima benedizione ed è stato inumato nella tomba della congregazione dei Sacerdoti filippini nel cimitero di Novara.

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