giovedì 20 gennaio 2022
Quando era a capo della diocesi bavarese (1977-1982) non avrebbe vigilato su alcuni casi. Accuse anche a Marx e Wetter. Bruni (Sala Stampa): aspettiamo di vedere le carte, solidarietà per le vittime
Il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga

Il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga - Ansa

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È destinato a far discutere il rapporto pubblicato oggi, 20 gennaio 2022, e condotto dallo studio legale Westpfahl Spilker Wastl su impulso dell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga, riguardo ai casi di pedofilia che si sono verificati tra l'immediato dopoguerra e il 2019 nella stessa arcidiocesi. I risultati documenterebbero centinaia di abusi commessi durante quasi otto decenni, un arco di tempo comunque molto esteso. Ci sono infatti i numeri contenuti nell'inchiesta e c'è anche l'accusa rivolta dagli estensori del rapporto a tre arcivescovi succedutisi su quella cattedra tedesca, tra i quali anche il papa emerito Benedetto XVI, di aver coperto (o comunque non vigilato) i comportamenti di alcuni sacerdoti. Per Joseph Ratzinger in particolare le accuse erano circolate anche in passato, ma la diocesi tedesca aveva a suo tempo risposto, smentendo le responsabilità del futuro pontefice, poi distintosi - è bene sempre ricordarlo - sia da prefetto della Congregazione del Sant'Uffizio, sia da Pontefice nella lotta a questa ignobile piaga.

Partiamo dai numeri asseriti nel rapporto. Si tratterebbe, secondo gli autori, di 235 persone responsabili di abusi e 497 vittime (nel 60 percento dei casi si tratta di minori) nella maggior parte dei casi di sesso maschile. La maggioranza dei crimini sarebbe stata commessa negli anni '60 e '70 del secolo scorso, quindi 60 o 50 anni fa. Fra i 235 abusatori, 173 erano sacerdoti. Mentre fra le quasi cinquecento vittime, 247 erano di sesso maschile, nel 60 percento dei casi bambini e adolescenti tra gli 8 e i 14 anni, e 182 di sesso femminile. In una settantina di casi l'identità della vittima non è stata accertata.

Alla conferenza stampa di presentazione del dossier non era presente l'attuale titolare della diocesi di Monaco e Frisinga, il cardinale Reinhard Marx, che lo scorso anno presentò addirittura le sue dimissioni come segno di protesta per il fenomeno della pedofilia nella Chiesa. Papa Francesco gliele respinse. La sua assenza è stata criticata dagli autori del rapporto. E anche lui è finito in un certo senso sul banco degli imputati perché gli estensori del rapporto lo hanno accusato di condotta scorretta in relazione a due presunti casi di abusi sessuali. "Gli incontri con le vittime hanno cambiato la mia percezione della Chiesa, e continuano a farlo - ha detto il porporato nel pomeriggio -. E come arcivescovo mi sento corresponsabile per quanto accaduto nella Chiesa negli ultimi decenni". "In nome dell'arcidiocesi chiedo scusa per le sofferenze provocate nell'ambito della Chiesa", ha aggiunto il cardinale Reinhard Marx. "Il mio primo pensiero va alle persone vittime degli abusi", le quali "attraverso rappresentanti della Chiesa hanno subito lacerazioni e sofferenze", così il cardinale. "Sono sconvolto e provo vergogna", ha detto ancora Marx, anche a causa del fatto che per troppo tempo "gli abusi non sono stati preso sul serio", mentre i colpevoli "non sono stati chiamati alle loro responsabilità", una circostanza "che conosciamo da anni".

Analoghe accuse sono state rivolte anche al cardinale Friedrich Wetter, arcivescovo della diocesi bavarese tra il 1982 e il 2007, ritenuto responsabile di comportamenti scorretti in 21 casi. Mentre il Papa emerito viene chiamato in causa per quattro casi che si sarebbero consumati tra il 1977 e 1982.

In realtà, come spiegò a suo tempo un comunicato ufficiale della diocesi bavarese, l'allora arcivescovo Ratzinger aveva autorizzato solo l'ospitalità di un religioso pedofilo presso una parrocchia. Di lui era noto il fatto che fosse in terapia. E l'autorizzazione fu data solo per permettergli di continuare la terapia. Fu l'allora vicario generale della diocesi a concedere, invece, che potesse collaborare anche nella pastorale parrocchiale. E comunque contro Ratzinger non è stata mai fatta alcuna denuncia. Dalla Germania rimbalza oggi il severo giudizio degli estensori della ricerca secondo cui sarebbe "poco credibile" la smentita del papa emerito Joseph Ratzinger che, come riferiscono fonti di agenzia, ha sostenuto di non essere stato presente ad una seduta nel 1980 nella quale si decise di prendere un prete pedofilo nell'arcivescovado di Monaco e impiegarlo nella cura delle anime. Sulla base di che cosa sia "poco credibile", però, non si riesce a capire.

AGGIORNAMENTO DEL 24 GENNAIO 2022: LA PRECISAZIONE DI RATZINGER

In merito è giunta anche una dichiarazione del direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni: "La Santa Sede ritiene di dover dare la giusta attenzione al documento di cui al momento non conosce il contenuto. Nei prossimi giorni, a seguito della sua pubblicazione, ne prenderà visione e potrà opportunamente esaminarne i dettagli. Nel reiterare il senso di vergogna e il rimorso per gli abusi sui minori commessi da chierici, la Santa Sede - conclude Bruni - assicura la vicinanza a tutte le vittime e conferma la strada intrapresa per tutelare i più piccoli garantendo loro ambienti sicuri".

Il segretario particolare del Papa emerito, monsignor Georg Gänswein, in una dichiarazione riportata da Vatican news ha sottolineato: “Benedetto XVI fino ad oggi pomeriggio non ha conosciuto il rapporto dello Studio legale Westpfahl-Spilker-Wastl, che ha più di 1000 pagine. Nei prossimi giorni esaminerà con la necessaria attenzione il testo. Il Papa emerito, come ha già più volte ripetuto durante gli anni del suo pontificato, esprime il turbamento e la vergogna per gli abusi sui minori commessi dai chierici, e manifesta la sua personale vicinanza e la sua preghiera per tutte le vittime, alcune delle quali ha incontrato in occasione dei suoi viaggi apostolici”.


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