sabato 11 febbraio 2017
E proprio nella “cittadella mariana”, il cardinale Pietro Parolin ha celebrato, oggi, una Messa come inviato speciale del Pontefice davanti a una moltitudine di fedeli
La storia di Emanuela, pellegrina a Lourdes
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“Desidero incoraggiarvi tutti a contemplare in Maria, Salute dei malati, la garante della tenerezza di Dio per ogni essere umano”: è quanto scrive in un tweet Papa Francesco nella Giornata Mondiale del Malato che ricorre oggi nella Memoria della Beata Vergine di Lourdes. E proprio nella “cittadella mariana”, il cardinale Pietro Parolin ha celebrato, stamani, una Messa come inviato speciale del Pontefice davanti a una moltitudine di fedeli.

La storia

«I dolori disestesici con componente termica sono scomparsi dopo immersione in acqua fredda, anche la tosse produttiva è scomparsa». Il referto del neurologo registra col linguaggio tecnico della medicina ciò che per Emanuela Crestani è «un dono che la Madonna mi ha fatto per continuare ad essere testimone di speranza e di gioia, anche nella sofferenza». Emanuela, per tutti Lella, non vede più con gli occhi a causa della sclerosi multipla che da oltre vent’anni la affligge. «Ma ci vede benissimo col cuore», sottolinea il marito Paolo Garattini, con cui condivide il cammino del Terz’Ordine francescano nel santuario piacentino di Santa Maria di Campagna, guidati da padre Secondo Ballati.

È molto provata quando nel giugno del 2016 si fa convincere ad andare a Lourdes con gli amici terziari. Un regalo di compleanno della madre, prima di essere sottoposta all’intervento che le avrebbe inserito nella schiena una placca per il rilascio di morfina, così da tener sotto controllo i dolori dell’ultimo stadio della patologia. Già si alimenta e s’idrata tramite peg. Il passo successivo è l’allettamento.

«Nonostante le mie pessime condizioni – racconta – abbiamo affrontato le 15 ore di autobus fino a Lourdes. Io e Paolo siamo partiti con un gran desiderio di ringraziare Maria per il dono della vita e per il nostro amore che vince ogni sfida». Si sono conosciuti a 18 anni ad Aosta, complice la carriera calcistica di Paolo. Si sposano a vent’anni. Nasce il primo figlio, Massimiliano. Poi un aborto e un tumore ovarico vinto. «Ho mandato Massimiliano con la nonna a Lourdes, a chiedere la grazia di una sorellina». Otto anni dopo resta incinta di Beatrice, che però lotta per due anni con seri problemi di salute.

La sospirata serenità è interrotta dalla diagnosi di sclerosi multipla, nel 1995. Per Lella è un progressivo decadimento fisico, sempre sostenuto dalla fede. Per Paolo la sofferenza è un fantasma da cui scappare. Oggi non hanno dubbi: è la preghiera perseverante di Lella ad averli tenuti uniti. Non ha mai chiesto nulla per sé.

Anche il 3 giugno scorso, a Lourdes, immersa nella piscina, ha in mente i suoi cari. «Ad un tratto, non ho sentito più l’acqua gelida, solo una grande pace interiore». Il volto, sofferente e contratto, diventa luminoso. Chi assiste alla metamorfosi è stupefatto. L’ultimo controllo dal neurologo è del 2 febbraio. Conferma i referti del 29 giugno e del 13 ottobre 2016. La malattia non è sparita, ha fermato la corsa. Il 3 giugno torneranno alla grotta di Massabielle, per dire il loro grazie.



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