sabato 15 ottobre 2022
Agli oltre 60mila in piazza San Pietro, a cento anni dalla nascita del fondatore, Francesco dice: "Non sprecate tempo prezioso in chiacchiere e diffidenze"
Il Papa saluta i fedeli in piazza San Pietro prima dell'udienza a Cl nel giorno centenario della nascita di don Giussani

Il Papa saluta i fedeli in piazza San Pietro prima dell'udienza a Cl nel giorno centenario della nascita di don Giussani

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Sono venuti da 60 Paesi del mondo, mettendosi in viaggio nella notte per gratitudine verso don Luigi Giussani che il 15 ottobre di cento anni fa nasceva a Desio, in Brianza. Per ricordare il fondatore di Comunione e Liberazione, e per incontrare papa Francesco nel giorno centenario della nascita, sono giunti a Roma oltre 60mila persone aderenti a Cl che hanno gremito piazza San Pietro, piena fino all'iinzio di via della Conciliazione.

Lo hanno fatto con «gratitudine nell'animo», ha esordito Francesco, che ha poi espresso la sua «personale gratitudine per il bene che mi ha fatto, come sacerdote, meditare alcuni libri di don Giussani, da prete giovane; e lo faccio anche come Pastore universale per tutto ciò che egli ha saputo seminare e irradiare dappertutto per il bene della Chiesa. E come potrebbero non ricordarlo con gratitudine commossa quelli che sono stati suoi amici, suoi figli e discepoli?», ha detto.

«La Chiesa - ha aggiunto - riconosce la sua genialità pedagogica e teologica, dispiegata a partire da un carisma che gli è stato dato dallo Spirito Santo per l''utilità comune».. Ha agito «senza mai imporre nulla. Il suo approccio ha generato tante personalità libere, che hanno aderito al cristianesimo con convinzione e passione; non per abitudine, non per conformismo, ma in modo personale e creativo». E ora «non è una mera nostalgia ciò che ci porta a celebrare questo centenario, ma è la memoria grata della sua presenza».

Un incontro, questo, che si va a collocare in un delicato momento di passaggio nella vita del movimento. Vi aveva fatto riferimento, all'inizio, anche il presidente della Fraternità di Cl, il professor Davide Prosperi, che aveva ringraziato il Papa per l'aiuto e «l'accompagnamento paziente e paterno» venuti «soprattutto attraverso il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita», volti a «intraprendere un nuovo slancio missionario, una nuova pagina di vita della nostra storia». Da Prosperi era anche venuta l'assicurazione di voler seguire «con molta attenzione le indicazioni della Santa Sede, affinché il carisma che lo Spirito Santo ha donato a don Giussani per il bene di tutta la Chiesa produca sempre nuovi frutti».

Il Papa, con tono paterno, ha invitato Cl a mantenersi all'altezza dell'intuizione originaria, proseguendo il cammino in unità con la Chiesa e nel movimento stesso: «Non sprecate tempo prezioso in chiacchiere e diffidenze», ha detto, no a «vecchie contrapposizioni». Ci sia «unità con la Chiesa, con il Papa», ha ribadito Francesco, nella consapevolezza che ci sono passaggi fisiologi attraversati sempre dai movimenti della Chiesa: «So, cari amici, fratelli e sorelle, - la premessa - che non sono per niente facili i periodi di transizione, quando il padre fondatore non è più fisicamente presente. Lo hanno sperimentato tante fondazioni cattoliche nel corso della storia».

Un pensiero grato, da parte del Papa, va anche a chi, dopo la morte di don Giussani, ha guidato Cl per oltre 15 anni: «Bisogna ringraziare padre Julian Carrón per il suo servizio nella guida del movimento durante questo periodo e per aver mantenuto fermo il timone della comunione con il pontificato», ha detto. «Non bisogna tenere i momenti di crisi».

La stessa Cl , d'altronde, è nata in un momento di profonda crisi, della Chiesa come della società italiana e dello stesso movimento di Gioventù studentesca, a lungo guidato dal sacerdote di Desio. «La crisi fa crescere - dice il Papa -. Sono tempi di discernimento critico di ciò che ha limitato la potenzialità feconda del carisma di don Giussani; sono tempi di rinnovamento e rilancio missionario». Nel movimento «non sono mancati seri problemi, divisioni, e certo anche un impoverimento nella presenza di un movimento ecclesiale così importante, da cui la Chiesa, e io stesso, spera di più, molto di più».

Il tono del Papa è accorato, dalle sue parole traspare affetto e stima: «Sicuramente don Giussani sta pregando per l'unità in tutte le articolazioni del vostro movimento. Voi sapete bene che unità non vuol dire uniformità. Non abbiate paura delle diverse sensibilità e del confronto. Non può essere diversamente in un movimento nel quale tutti gli aderenti sono chiamati a vivere personalmente e condividere corresponsabilmente il carisma ricevuto». Più di ogni altra Francesco richiama la parola unità.

«Unità con chi e con quanti guidano il movimento, unità con i Pastori, unità nel seguire con attenzione le indicazioni del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, e unità con il Papa, che è il servitore della comunione nella verità e nella carità. Non sprecate il vostro tempo prezioso in chiacchiere, diffidenze e contrapposizioni».

L’incontro era cominciato alle 10, con la recita delle Lodi, la lettura di brani evangelici e la proiezione di interventi video di don Giussani. Alle 11.30 l'arrivo del Papa, con l'auto scoperta, accolto con grande calore. Dopo il saluto presidente della Fraternità di Cl sono seguite le testimonianze (cui più volte ha fatto riferimento il Papa), di Rose Busingye, fondatrice e guida dell’opera di carità Meeting Point International di Kampala, Uganda, impegnata nella lotta all'Aids; e di Hassina Houari ex studentessa del centro di aiuto allo studio Portofranco, a Milano, che ha raccontato come da una difficoltà iniziale con l'inglese sia nata per lei una storia di riscatto, che l'ha portata pian piano a intraprendere gli studi universitari in lingue e relazioni internazionali.

Un'ultima consegna del Papa a Cl, sul tema della pace. «Il mondo sempre più violento e guerriero mi spaventa, davvero mi spaventa», ha detto. «Vorrei chiedervi un aiuto concreto», ha detto. «Vi invito ad accompagnarmi nella profezia per la pace. Arda nei vostri cuori questa santa inquietudine profetica e missionaria», ha detto prima di chiedere a tutti una preghiera per la sua missione. Una empatia fra il Papa e il popolo di Cl, portata alla luce dal calore con cui, all'inizio, è stato accolto, all'ingresso e ribadito alla fine dai tanti "tubighi" (tipico saluto collettivo usato dai militanti di Cl) spuntati uno dopo l'altro nei diversi punti della piazza a salutare il Pontefice.

L'udienza «è stata per il movimento di Cl un grande dono e una grande festa», ha sottolineato Prosperi, esprimendo gratitudine al Santo Padre «per le sue parole di enorme affetto e di sentito riconoscimento verso il bene che don Giussani ha fatto per il Papa stesso, per la Chiesa e per il mondo. Il suo paterno richiamo all’unità della nostra compagnia e a contribuire ancora di più a mostrare "il carattere attraente e di novità del cristianesimo" sono per noi un nuovo punto di partenza. Sentiamo davvero decisivo - ha concluso Prosperi - il suo invito ad avere “a cuore il dono prezioso del carisma e la Fraternità che lo custodisce, perché esso può far fiorire "ancora molte vite. Insieme alla sua richiesta di aiuto nel suo impegno per la pace. costituisce «l’occasione per ognuno di noi di crescere e affinché - come ha chiesto il Papa - il carisma di don Giussani raggiunga nuove persone e nuovi ambienti».

LEGGI IL DISCORSO DI PAPA FRANCESCO AI MEMBRI DI COMUNIONE E LIBERAZIONE - clicca qui

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