venerdì 4 luglio 2014
Nella visita in Molise di sabato scorso un appello per un patto contro la crisi (I DISCORSI)
Il rettore Palmieri: prospettiva da raccogliere
Non è tempo d'inerzia (Mauro Magatti)
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Un sabato con Papa Francesco. In Molise grande entusiasmo e partecipazione da parte dei fedeli: in ottantamila si sono stretti attorno a lui per la Santa Messa celebrata a Campobasso. Dal Papa parole di speranza e l'individuazione di una strada per uscire dal dramma della disoccupazione grazie ad un patto istituzionale, da una parte, e alla cultura della solidarietà verso gli ultimi, dall'altra. L'elicottero del Papa è atterrato con dieci minuti di anticipo, alle 8,35, sulla piazza dell'Università del Molise, a Campobasso. Ad accoglierlo, tra gli altri, l'arcivescovo di Campobasso-Bojano, Giancarlo Maria Bregantini, il presidente della regione Paolo Di Laura Frattura e dal sindaco della città, Antonio Battista. La folla assiepata nell'aula circostante ha calorosamente applaudito l'arrivo di Francesco. LA LUNGA ATTESA Il capoluogo molisano praticamente non è andato a dormire e alcuni negozi erano aperti fin dalle 5 del mattino. L'area allestita per la Santa Messa presieduta dal Santo Padre, prevista per le 10,30 secondo il programma divulgato, all'alba era già gremita. Nello stadio, da tempo non utilizzato per le competizioni sportive, è stato allestito un palco che nella forma vorrebbe ricordare la tipica capanna dei pastori molisani, per evocare l'immagine di una Chiesa che accompagna le pecorelle, cioè i fedeli, lungo le strade della vita. L'altare era completato da un "paliotto" realizzato con il ferro battuto da un giovane del Senegal ospite della comunità terapeutica La Valle. "UN PATTO PER LAVORO" E DOMENICA IN FAMIGLIA  Primo appuntamento, alle 9, con il mondo del lavoro e dell'industria nell'aula magna dell'Università di Campobasso. Il Pontefice, raccogliendo le sollecitazioni arrivate dai lavoratori, ha lanciato con forza un appello per "un patto per il lavoro" che sappia cogliere le opportunità previste dalle normative nazioniali ed europee. "Non avere un lavoro - ha detto il Papa - non è soltanto non avere il necessario per vivere, il problema è non portare il pane a casa e questo toglie la dignità". Il rettore Gianmaria Palmieri ha messo l'accento sull'emergenza lavoro che sta generando in Molise nuove povertà. Un giovane agricoltore ha  sottolineato la dignità del lavoro agricolo e ringraziato gli immigrati. Un'operaia della Fiat di Termoli, mamma di un bimbo e in attesa di un secondo, ha espresso le preoccupazioni di molti per il frequente ricorso alla cassa integrazione e per le difficoltà della conciliazione lavoro-famiglia, in particolare per "il lavoro di domenica nei centri commerciali aperti senza motivo a danno della serenità della famiglia". Una sollecitazione raccolta dal Pontefice. La domenica lavorativa, ha detto, "non interessa solo i credenti, ma interessa tutti, come scelta etica". "La domanda è: a che cosa vogliamo dare priorità? La domenica libera dal lavoro - eccettuati i servizi necessari - sta ad affermare che la priorità non è all'economico, ma all'umano, al gratuito, alle relazioni non commerciali ma familiari, amicali, per i credenti alla relazione con Dio e con la comunità", ha aggiunto. "Forse è giunto il momento di domandarci se quella di lavorare alla domenica è una vera libertà", ha aggiunto il Pontefice. Poi un appello ai genitori a "perdere tempo con i vostri bambini" e giocare con loro. IN OTTANTAMILA ALLA MESSA Quando Papa Francesco è arrivato sulla "papamobile" scoperta nell'ex stadio Romagnoli, viene salutato da un vero bagno di folla. Le migliaia di persone sui due lati del percorso salutavano e acclamavano a gran voce il Pontefice, che a sua volta ringraziava, fermandosi di tanto in tanto a bacare e accarezzare i bambini. Nella struttura erano presenti ottantamila persone. E' ancora il lavoro il tema cardine della Santa Messa. La disoccupazione è "una piaga che richiede ogni sforzo e tanto coraggio da parte di tutti", ha detto il Papa parlando alle migliaia di fedeli assiepati. "Quella del lavoro è una sfida che interpella in modo particolare la responsabilità delle istituzioni, del mondo imprenditoriale e finanziario", ha osservato invitando a "porre al centro" la dignità umana. Per portare avanti quella "cultura della solidarietà" indispensabile in situazioni di precarietà spirituale e materiale dome la disoccupazione. "La testimonianza della carità è la via maestra dell'evangelizzazione", ha detto "In questo la Chiesa - ha affermato - è sempre stata in prima linea, presenza materna e fraterna che condivide le difficoltà e le fragilità della gente". Così, "la comunità cristiana cerca di infondere nella società quel supplemento d'anima che consente di guardare oltre e di sperare". Poi un monito a non cedere a queli comportamenti autoreferenziali che rendono le persone "più preoccupate di difendersi che di donarsi". "Il Signore ci libera da ambzioni e rivalità che minano l'unità e la comunione" ha detto Papa Bergoglio. Una lettura della messa è stata fatta da un non vedente, Luigi di 60anni, impegnato nei movimenti religiosi, che ha letto un brano in Braille. L'arcivescovo di Campobasso-Bojano, Giancarlo Maria Bregantini, nel suo discorso di saluto a papa Francesco al termine della messa ha sottolineato come della "cultura della solidarietà", davanti "alla precarietà e alla disoccupazione, piaga che richiede da parte di tutti, ogni sforzo e tanto coraggio", il Molise "ha immenso bisogno, perché il lavoro è la grande sfida per le nostre terre, che deve coinvolgere tutti". L'INCONTRO CON I MALATI E IL PRANZO CON I POVERI. Nel suo saluto a una rappresentanza di ammalati nella cattedrale di Campobasso, papa Francesco ha incontrato tra gli altri alcuni ragazzi autistici con gravi problemi, Tra i malati, ha salutato un ragazzo che si chiama Francesco, come lui. Particolarmente toccante l'incontro con una maestra malata di cancro, che voleva donargli una croce di ferro, tipica dell'artigianato molisano. Il Papa le ha detto: "te la benedico, te la restituisco e tu devi promettermi che pregherai su questa croce per me. Questo è il nostro patto". Lasciata la cattedrale di Campobasso e dopo un nuovo bagno di folla nel centro della città, si è trasferito in "papamobile" alla "Casa degli Angeli", il nuovo centro caritativo della diocesi creato in una ex scuola. Qui il Papa ha pranzato con i poveri assistiti dalla Caritas, inaugurando così la struttura. Il menu comprende: fettuccine ai funghi, cavatelli, caponata, pollo e patate al forno. Per concludere, crostata al limone, frutta di stagione e Mate, il tè argentino.  AI GIOVANI: COSTRUIRE LEGAMI SU ROCCIA AMORE L'elicottero del Papa è atterrato alle 15 al santuario dell'Addolorata di Castelpetroso. Poi il Pontefice, per il consueto giro della piazza, ha scelto a una "jeep" verde, non la solita "papamobile" scoperta. Il Papa ha avuto un momento di preghiera in privato. Il luogo di culto, tra i boschi della provincia di Isernia, meta di numerosi pellegrinaggi, è stato eretto nel luogo dove due ragazze, Fabiana e Serafina, nel 1888 ebbero una visione della Vergine mentre lavoravano nei campi. Diverse migliaia le persone giunte sul sagrato mentre continuano incessanti gli arrivi. I giovani delle diocesi di Abruzzo e Molise si sono preparati all'appuntamento con Papa Francesco da oltre un mese. Sembra quasi di assistere a una piccola Giornata mondiale della gioventù. E i giovani dietro le transenne chiedono "parole rassicuranti per il nostro futuro, vogliamo che ci aiuti e ci conforti. Crediamo più in Papa Francesco che nelle istituzioni, in questa classe politica". E le parole del Pontefice sono andare proprio in questa direzione. "Non lasciatevi rubare il desiderio di costruire nella vostra vita cose grandi e solide! Non accontentatevi di piccole mete! Aspirate alla felicità, abbiatene il coraggio, il coraggio di uscire da voi stessi e di giocare in pienezza il vostro futuro insieme a Gesù". Il Pontefice, denunciano la "cultura del provvisorio", ha incoraggiato a "scelte di vita stabili con legami solidi" a costurire "legami sulla roccia dell'amore, non sulla sabbia dell'emozione". Poi è tornato sul tema della disoccupazione "Una generazione senza lavoro è una sconfitta futura per la patria e perl'umanità".  E ancora: "È triste trovare giovani né-né: né studiano, perché non possono, né lavorano. Questa è la sfida chetutti, comunitariamente dobbiamo vincere. Non possiamo essererassegnati a perdere una generazione che non ha lavoro, e perquesto non ha dignità".  IN CARCERE A ISERNIA Alle 16.30 il Papa è arrivato a Isernia dove lo attendenvano i detenuti della casa circondariale. Un incontro caloroso. "Questa è la sfida, come dicevo due settimane fa nella Casa circondariale di Castrovillari: la sfida del reinserimento sociali", ha detto loro Francesco, mettendo l'accento sulla parola "speranza". "E per questo - ha aggiunto - c'è bisogno di un percorso, di un cammino, sia all'esterno, nel carcere, nella società, sia al proprio interno, nella coscienza, nel cuore". "L'importante è non stare fermi, quando l'acqua sta ferma marcisce - ha detto ancora - ma camminare, fare un passo ogni giorno, con l'aiuto del Signore", perché "Dio non si stanca mai di perdonare", frase quest'ultima che è anche il motto di questo viaggio in Molise. E i detenuti, da parte loro, hanno salutato il Papa così: "Papa Giovanni XXIII era il Papa buono, Giovanni Paolo II era il simpatico e quello del perdono. Lei, invece, e il nostro Papa rock!". L'ANNO GIUBILARE CELESTINIANO "C'è un'idea forte che mi ha colpito, pensando all'eredità di san Celestino V. Lui, come san Francesco di Assisi, ha avuto un senso fortissimo della misericordia di Dio, e del fatto che la misericordia di Dio rinnova il mondo". Lo ha detto papa Francesco, proclamando dalla piazza della cattedrale di Isernia l'Anno giubilare celestiniano, a 800 anni dalla nascita di Celestino V, il molisano Pietro da Morrone, il Papa del "gran rifiuto". "Pietro del Morrone, come Francesco d'Assisi - ha spiegato FRancesco-, conoscevano bene la società del loro tempo, con le sue grandi povertà. Erano molto vicini alla gente, al popolo. Avevano la stessa compassione di Gesù verso tante persone affaticate e oppresse; ma non si limitavano a dispensare buoni consigli, o pietose consolazioni". "Loro per primi - ha aggiunto - hanno fatto una scelta di vita controcorrente, hanno scelto di affidarsi alla Provvidenza del Padre, non solo come ascesi personale, ma come testimonianza profetica di una paternità e di una fraternità, che sono il messaggio del Vangelo di Gesù Cristo". "La misericordia, l'indulgenza, la remissione dei debiti, non è solo qualcosa di devozionale, di intimo, un palliativo spirituale", ha poi detto Papa Francesco nel suo discorso a Isernia in cui ha dichiarato aperto l'Anno giubilare celestiniano. "È la profezia di un mondo nuovo - ha spiegato -, in cui i beni della terra e del lavoro siano equamente distribuiti e nessuno sia privo del necessario, perché la solidarietà e la condivisione sono la conseguenza concreta della fraternità".

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