mercoledì 8 marzo 2023
L’Istituto per le Opere di Religione cambia per adeguarsi alla recente Costituzione apostolica “Praedicate Evangelium”. Si rafforza il ruolo del direttore generale, mandati rinnovabili solo una volta
La sede dello Ior

La sede dello Ior - Ansa/archivio

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mimmo muolo

Roma

Nuovo statuto per lo Ior, quattro anni dopo l’ultima revisione. Ma il cambiamento abbastanza ravvicinato in seno all’Istituto per le Opere di Religione si è reso necessario per gli opportuni adattamenti rispetto alla Costituzione apostolica Praedicate Evangelium, che ha riformato la Curia Romana. Lo ha stabilito papa Francesco con un chirografo pubblicato ieri nel quale si ricorda innanzitutto lo scopo dell’Istituto allocato nel Torrione Niccolo V, appena all’interno di Porta Sant’Anna. «Provvedere alla custodia e all’amministrazione dei beni mobili ed immobili ad esso trasferiti o affidati da persone fisiche o giuridiche e destinati ad opere di religione o di carità».

Le novità principali introdotte dalle norme varate ieri riguardano la «durata quinquennale dei mandati con la possibilità di rinnovarli una volta soltanto e una struttura di governo più snella con ruoli meglio definiti tra i diversi organi, per evitare sovrapposizioni o duplicazioni di attività.

Il particolare probabilmente più rilevante riguarda il cambiamento della direzione che da organo collegiale, composto dal direttore e dal vicedirettore, diventa un ente monocratico composto dal solo direttore generale. Pertanto, come nota anche Vatican News, il vicedirettore cessa di essere organo di governo per diventare una “funzione”, che il direttore generale potrà delegare ad uno dei dirigenti.

Vengono confermati il Consiglio dei cardinali e il Consiglio di sovrintendenza, ma da un lato sono meglio precisate le rispettive competenze, dall’altro si fa chiarezza sui mandati dei componenti. Per quanto riguarda il primo aspetto si stabilisce che al Consiglio di sovrintendenza spetta la definizione delle linee strategiche, delle politiche generali e della supervisione sull’attività dello Ior. Mentre al direttore generale spettano la gestione e l’amministrazione dell’Istituto.

La Commissione cardinalizia è composta di cinque cardinali nominati per cinque anni dal Papa e confermabili una volta. Essa vigila sulla fedeltà dell’Istituto alle norme statutarie secondo le modalità previste dallo statuto. Sette sono invece i membri del Consiglio di sovrintendenza. Si tratta di personalità « di riconosciuta esperienza economico-finanziaria e di provata affidabilità».

Quanto alla durata dei mandati, come già anticipato, il nuovo statuto mette nero su bianco che il rinnovo sarà possibile soltanto una volta (dunque al massimo per dieci anni). Viene sancito inoltre il carattere non simultaneo del mandato dei componenti della Commissione cardinalizia e del Consiglio di sovrintendenza e l’inserimento di una specifica previsione in materia di conflitti di interesse. In altri termini si prevede che «ciascun componente del Consiglio di sovrintendenza si astiene dal partecipare alle votazioni relative a delibere rispetto alle quali abbia un interesse, attuale o potenziale, per conto proprio o di terzi».

Nel chirografo il Papa ricorda anche che fu Pio XII il 27 giugno 1942 a erigere lo Ior «con personalità giuridica», assorbendo in esso la preesistente «Amministrazione per le Opere di Religione», il cui statuto era stato approvato dallo stesso papa Eugenio Pacelli il 17 marzo 1941 «e che traeva la sua prima origine dalla Commissione ad pias causas costituita da Leone XIII nel 1887».

Francesco nota anche che lo scorso 8 agosto 2019, «allo scopo di continuare ad adeguare sempre meglio le strutture e l’attività dell’Istituto alle mutate esigenze dei tempi, facendo ricorso, in particolare, alla collaborazione e alla responsabilità di laici cattolici competenti, avevo approvato alcune modifiche, ad experimentum per due anni, allo statuto dell’Istituto per le Opere di Religione, con il quale San Giovanni Paolo II, con chirografo del 1° marzo 1990, aveva dato una nuova configurazione a detto Istituto conservandone il nome e le finalità». Si giunge così alle modifiche ieri. «Al termine di questo periodo – scrive ancora papa Bergoglio, desidero ulteriormente rinnovare lo statuto dell’Istituto per le Opere di Religione per renderlo coerente con le più moderne esigenze organizzative nonché con le esigenze operative che quotidianamente si pongono nell’attività dell’Istituto».

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