sabato 5 agosto 2023
Questa mattina il trasferimento al santuario per la recita del Rosario con i giovani malati. La postulatrice suor Coelho: mi aspetto che i ragazzi della Gmg si sentano accolti dal cuore della Madre
I pastorelli ci insegnano la compassione
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Se la Gmg avesse due cuori, il secondo sarebbe a Fatima. Qui, in arrivo o in partenza da Lisbona, i ragazzi passano un po’ tutti. Come se le due realtà fossero spiritualmente una cosa sola. I motivi sono tanti: il tema mariano della Giornata, il legame con la Madonna del popolo portoghese che si trasmette, ovviamente, in chi lo incontra, il messaggio di pace e sulla forza della preghiera che viene dal santuario. « Fatima parla del senso della vita e della centralità di Dio – spiega suor Angela de Fatima Coelho, postulatrice della causa di canonizzazione di Francisco e Jacinta Marto e oggi vicepostulatrice di suor Lucia – sottolinea la dimensione della Chiesa come comunità in risposta all’autoreferenzialità e, offrendo il cuore immacolato di Maria come rifugio e cammino verso di Dio, risponde alla solitudine dell’uomo, caratteristica del nostro tempo».

Si tratta di temi che verosimilmente troveranno spazio nella riflessione del Papa, atteso ai piedi della Vergine questa mattina, quando saranno le 10 in Italia. Una tappa breve, ma piena di significato, che avrà al centro la preghiera del rosario con i giovani ammalati, in un ideale, evidente richiamo ai pastorelli. «Con l’aiuto del cuore immacolato di Maria e il contatto costante con Gesù Eucaristia – aggiunge la religiosa, superiora generale dell’Alleanza di Santa Maria – , Francisco e Jacinta Marto (canonizzati nel 2017 ndr), soprattutto Jacinta, hanno sviluppato una grande compassione verso chi stava male. In loro l’esperienza della sofferenza diventa strumento di partecipazione alla croce di Cristo, per il bene degli altri».

Un tratto evidente soprattutto nella bambina, come detto. « Una volta era triste e la cugina, la futura suor Lucia, le chiese cosa avesse. “Penso ai peccatori che vanno all’inferno” fu la risposta. “Ma tu sai già che andrai in cielo, perché ti preoccupi?”. “Sì, sì, io sarò in Paradiso, ma vorrei che tutti venissero con me”. C’era in lei un forte senso comunitario. Siamo un’unica famiglia umana. Nessuno si salva da solo». La chiesa, la Basilica di Nostra Signora del Rosario, che stamani accoglie il Papa, sorge là dove il 13 maggio 1917, tre pastorelli, i fratelli Francisco e Jacinta e la cugina Lucia, videro una figura di donna vestita di bianco con in mano un rosario. Fu la prima delle apparizioni mariane che si sarebbero poi ripetute il 13 di ogni mese fino a ottobre. Francisco aveva 9 anni, Jacinta 7, Lucia dos Santos 10. Il bambino sarebbe morto nel 1919, la sorellina nel 1920, la cugina diventata monaca carmelitana, nel 2005. « La parola centrale nelle apparizioni di Fatima è luce.

La Madonna appare più splendente del sole, l’angelo viene visto come un’immagine luminosa, e il miracolo che ha confermato Fatima è a sua volta legato al sole». Eppure quando si pensa a Fatima ci si concentra soprattutto sulla visione dell’inferno, sulla necessità della conversione dell’umanità, sull’attentato a Giovanni Paolo II. «Quello che arriva dal Portogallo è in realtà un messaggio di pace, altra parola centrale, che parla di cielo. E poi, le preghiere che la Madonna insegna anche per i momenti di sofferenza, curiosamente iniziano sempre con “Gesù, per amore tuo, per tuo amore”. Dall’inizio alla fine Fatima annuncia l’amore di Dio per noi». Questo evidenzia il valore della preghiera, attraverso cui si può cambiare la storia. « In particolare il richiamo è al rosario e all’adorazione eucaristica.

Come scrive suor Lucia, Fatima ci fa capire come Dio voglia avere un rapporto con noi. Una relazione d’amore che per svilupparsi ha bisogno della preghiera ». Ma c’è anche di più. «Sì, la preghiera come un modo concreto che Dio ci chiede per collaborare con lui nella storia. Per questo la Madonna chiede di recitare il rosario per la pace». Elementi che papa Francesco ha fatto tornare di stretta attualità. Si pensi alla consacrazione di Russia e Ucraina, l’anno scorso, al cuore immacolato di Maria. « Mi ha colpito soprattutto la scelta del 25 marzo, nell’anniversario dell’atto di affidamento celebrato da Giovanni Paolo II nel 1984. Papa Francesco ha un legame forte e bellissimo con Fatima ». E questo risulterà evidente oggi. « Io mi aspetto che i ragazzi della Gmg possano fare l’esperienza di essere accolti dal cuore di Maria. Sentire che abbiamo una madre dataci da Dio e che ci condurrà a Gesù».

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