sabato 27 agosto 2022
Il vescovo di Como: «Con i miei sacerdoti e i fedeli condivido la responsabilità di questa nomina, riconoscimento di una comunità fecondata dal sangue di tanti martiri e santi»
Oscar Cantoni, vescovo di Como, oggi riceverà la berretta cardinalizia

Oscar Cantoni, vescovo di Como, oggi riceverà la berretta cardinalizia - Collaboratori

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«Ho accolto la nomina a cardinale con molto stupore e meraviglia: è la gratuità del dono di Dio che mi impegna a corrispondere, con un amore ancora più intenso e generoso, alle sue attese e a quelle del suo popolo». È sinceramente emozionato e colmo di gratitudine il vescovo di Como, Oscar Cantoni, quando gli chiediamo quali sentimenti lo animano alla vigilia della sua creazione a cardinale: «È per per me – risponde Cantoni – un’ulteriore, preziosa occasione per rinnovare e rinforzare la mia risposta alla chiamata del Signore, che si approfondisce ulteriormente, così da impegnarmi ancora di più in una generosa relazione con Lui».

Nato a Lenno, borgo affacciato sulle acque della sponda occidentale del Lario, il 1° settembre 1950, monsignor Cantoni, dopo gli studi presso il Collegio Gallio di Como, realtà educativa retta dai Padri Somaschi, entrò in Seminario e ricevette l’ordinazione sacedotale nel 1975, dall’allora vescovo Teresio Ferraroni. Una vita spesa accanto ai giovani, con un’attenzione particolare al discernimento vocazionale.

Per undici anni (2005-2016), vescovo di Crema, è stato successivamente nominato alla guida della nativa diocesi di Como, dove ha fatto il suo ingresso il 27 novembre 2016. Presidente, dal 2012, della Commissione per le vocazioni (EVS) presso il Consiglio delle Conferenze episcopali europee, membro per due mandati della Commissione episcopale della Cei per il clero e la vita consacrata, Cantoni ha svolto l’incarico di visitatore dei Seminari in Italia e delegato nazionale per l’Ordo Virginum. In diocesi di Como ha indetto e concluso l’XI Sinodo diocesano, intitolato “Testimoni e annunciatori della Misericordia di Dio” (2019-2022). Mentre presso la Conferenza episcopale lombarda è referente per il clero e la vita consacrata.

Il 29 maggio scorso, data in cui papa Francesco ha annunciato che lo avrebbe creato cardinale, monsignor Cantoni aveva una fitta agenda di impegni pastorali nelle parrocchie della diocesi, fra incontri con le comunità e l’amministrazione dei Sacramenti ai ragazzi dell’iniziazione cristiana.

«Di fatto sono stato l’ultimo a sapere della comunicazione data dal Papa – ricorda –: come ho più volte sottolineato non si tratta di un riconoscimento per me, ma di una responsabilità condivisa con l’intera Chiesa di Como, per la sua storia di fede radicata nella testimonianza del Vangelo e fecondata dal sangue di tanti martiri e santi del quotidiano».

Oggi ad accompagnarlo ci sono quasi 500 pellegrini dalla diocesi di Como e una folta rappresentanza anche da Crema: «Sono grato per questa attestazione di amicizia, stima e affetto», sottolinea Cantoni e aggiunge: «Penso alle tante persone che mi sono accanto, anche a chi non c’è più: i miei genitori, molti sacerdoti, in particolare il mio parroco, i miei vescovi, gli educatori e i miei benefattori… Mi sento sorretto dalla preghiera e dalla vicinanza di laici, sacerdoti, religiosi e religiose, persone consacrate, famiglie che sono spiritualmente vicini anche se lontani». Domani con i pellegrini presenti a Roma, il cardinale Cantoni presiederà la Messa nella Basilica di San Giuseppe al Trionfale, retta dai Servi della Carità - congregazione fondata da san Luigi Guanella, nativo della diocesi di Como.

Mercoledì 31 agosto, nella solennità del patrono principale di Como, sant’Abbondio, il cardinale Cantoni sarà accolto in diocesi. Guardando al Concistoro, nel corso del quale si esprimerà anche il voto sulla causa di canonizzazione del beato Giovanni Battista Scalabrini, anch’egli originario della diocesi comense, il neo porporato osserva che «è espressione della grande sinfonia della Chiesa, dove possiamo toccare con mano l’amore fraterno e vicendevole. Ognuno di noi è il frutto maturo di chi ci ha preceduto nella fede e la Chiesa è luogo di comunione».

Con quale atteggiamento vivrà il suo impegno? «Con umiltà e disponibilità per Cristo e per il suo intero Corpo mistico».

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