mercoledì 15 luglio 2020
Il prete youtuber dato tra gli ospiti della “casa” tv Una bufala: «Non fa per me, manca la libertà mentre abbonda l’artificio»
Don Alberto Ravagnani

Don Alberto Ravagnani - .

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«Vincerei di sicuro. A mani basse»: don Alberto Ravagnani lo dice ridendo ma è serissimo. La sua partecipazione alla prossima edizione del Grande Fratello – con un provino dato per certo dai media e il successivo vespaio – sarebbe di sicuro un successo: «Si immagina che audience, con un prete dentro la casa? Quel prete, però, non sarò io».

Il don è categorico, definitivo. Spazio per i dubbi non ce n’è: la notizia è una bufala, e come tutte le bufale è verosimile. Alberto Ravagnani in poco tempo è diventato uno youtuber seguitissimo, sebbene sul suo canale si parli unicamente di fede e preghiera: il don – 26 anni, nato a Brugherio, in Brianza – è riuscito a fare dei social uno strumento al servizio della pastorale. Colpa (o merito) del lockdown che lo ha costretto a restare lontano dai suoi ragazzi dell’oratorio di San Michele Arcangelo, a Busto Arsizio, e dagli studenti del liceo dove insegna religione. I video che posta si intitolano A cosa serve andare a Messa?, Perché pregare il Rosario?, Come trovare la propria vocazione e – ci credereste? – ogni volta incassano decine di migliaia di visualizzazioni. Metteteci che è simpatico, non se la tira, ha un linguaggio informale e va dritto al sodo. Come si dice: spacca.

L’ultima prodezza è uno scambio di opinioni con Fedez sulla pedofilia nella Chiesa. Con tanto di invito finale al rapper a proseguire la discussione in oratorio, con i ragazzi. Ed eccolo lì, quindi, il candidato ideale per un programma sempre in cerca di fenomeni, personaggi veri o costruiti a tavolino con cui attirare un pubblico ormai assuefatto, che non si sorprende più di niente. Ma un prete nella casa... In quella casa, però, don Alberto non entrerà né adesso né mai: «Non è il posto per me perché è un gioco. Di conseguenza è artefatto. Le relazioni – spiega don Ravagnani – non sono gratuite, non sono libere e hanno sempre un doppio fine. Vero è che a Gesù piaceva entrare in ogni tipo di casa, incontrava chiunque, ogni genere di persona. Ma il Vangelo è autenticità e libertà. Lì c’è solo un copione da recitare».

Come sia nata la fake news della sua partecipazione, il don non se lo spiega. «Non so davvero e non voglio sbilanciarmi con le ipotesi. Però – e ride mentre lo dice – mi piacerebbe molto sapere chi è questo prete che si è presentato a mio nome al provino». Più probabile che la notizia sia stata fatta circolare ad arte per cominciare a creare un po’ di fermento intorno al programma. «Non dubito – conclude Ravagnani – che sarebbe stato interessante conoscere gli ospiti della casa ma per me è molto più importante dedicarmi alle relazioni vere e significative di cui sono responsabile e che mi stanno a cuore, alla mia parrocchia, all’oratorio, alla mia comunità e ai miei studenti».

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