mercoledì 8 settembre 2021
Nella lettera della presidenza Cei ai vescovi italiani l’aggiornamento sull’itinerario nazionale. Come metodo, scelta la consultazione capillare
«Narrativa, sapienziale e profetica». Ecco le tre fasi del cammino sinodale

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I vescovi tornano sul cammino sinodale che attende la Chiesa italiana nei prossimi anni e mettono l’accento sulle tre fasi dell’itinerario: narrativa, sapienziale e profetica. Al contempo sottolineano che «non si parte da zero» e chiedono a tutte le diocesi di «armonizzare i loro cammini con quello nazionale» e di «condividere le esperienze vissute».

Il tutto è contenuto in una lettera della presidenza Cei, diffusa ieri, che nel riprendere le conclusioni della 74ª Assemblea generale del maggio scorso e le ulteriori specifiche della sessione straordinaria della Presidenza tenutasi il 9 luglio, già si proietta sui prossimi appuntamenti: in particolare il Consiglio permanente del 27-29 settembre e l’assemblea generale straordinaria in programma a novembre nei giorni dal 22 al 25.

Innanzitutto la lettera della Presidenza della Cei ritorna sulle tre fasi. La prima, quella narrativa, scrivono il cardinale Gualtiero Bassetti e i suoi collaboratori, «è costituita da un biennio in cui verrà dato spazio all’ascolto e al racconto della vita delle persone, delle comunità e dei territori». Perciò, nel primo anno (2021-22) «faremo nostre le proposte della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi per la XVI Assemblea generale ordinaria. Nel secondo anno, poi, (cioè il 2022-23) la consultazione del popolo di Dio si concentrerà su alcune priorità che saranno individuate dall’Assemblea generale della Cei del maggio 2022».

Dopo il primo biennio si passerà quindi alla seconda fase, denominata sapienziale. Essa sarà rappresentata, si legge nella Lettera di ieri, «da un anno (2023-24) in cui le comunità, insieme ai loro pastori, s’impegneranno in una lettura spirituale delle narrazioni emerse nel biennio precedente, cercando di discernere “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” attraverso il senso di fede del popolo di Dio». In questo esercizio, spiega la presidenza della Cei, saranno coinvolte le Commissioni episcopali e gli uffici pastorali della Cei, oltre alle istituzioni teologiche e culturali.
La terza fase sarà quella profetica. E culminerà, nel 2025, in un evento assembleare nazionale da definire insieme strada facendo, scrivono i vescovi. «In questo con-venire verranno assunte alcune scelte evangeliche, che le nostre Chiese saranno chiamate a riconsegnare al popolo di Dio, incarnandole nella vita delle comunità nella seconda parte del decennio, dal 2025 al 2030.

Un lavoro in divenire. La Lettera ricorda poi che «il cammino sinodale non parte da zero, ma s’innesta nelle scelte pastorali degli ultimi decenni e, in particolare, nei Convegni ecclesiali di Verona e Firenze. «Proprio qui (cioè nel capoluogo toscano, ndr), papa Francesco – fa notare la presidenza della Cei – ci esortò ad “avviare, in modo sinodale, un approfondimento della Evangelii gaudium”. Quel discorso del Santo Padre, insieme all’Esortazione apostolica, scandiranno la traiettoria del percorso».

Il raccordo con il Sinodo dei vescovi. La Cei intende far proprio «il metodo di consultazione capillare proposto dal Sinodo dei vescovi, che prevede il coinvolgimento di parrocchie, operatori pastorali, associazioni e movimenti laicali, scuole e università, congregazioni religiose, gruppi di prossimità e di volontariato, ambienti di lavoro, luoghi di assistenza e di cura». Per questo, annota la lettera, «è fondamentale costituire gruppi sinodali diffusi sul territorio: non solo nelle strutture parrocchiali, ma anche nelle case e dovunque sia possibile incontrare e ascoltare persone. Questo metodo richiede la presenza di un moderatore e di un segretario per ogni gruppo. Nella prossima sessione autunnale (27-29 settembre 2021), il Consiglio episcopale permanente nominerà un Comitato con il compito di promuovere, sostenere e accompagnare il cammino».

Una raccomandazione anche per le Chiese locali che stanno vivendo il Sinodo o il cammino sinodale, o lo hanno concluso da poco. «Non dovranno preoccuparsi – scrivono i vescovi – di duplicare o sovrapporre itinerari e proposte, ma saranno aiutate ad armonizzare i loro cammini con quello nazionale e a condividere le esperienze vissute».

Passo dopo passo. Si procederà quindi per step successivi. All’inizio di ottobre saranno consegnate le prime linee per il cammino sinodale e alcuni suggerimenti metodologici. Nel frattempo, specie dopo la pubblicazione, martedì scorso, dei documenti preparatori del Sinodo dei vescovi della Chiesa universale, viene consigliato che i convegni e gli incontri previsti in ogni diocesi nel mese di settembre diventino «occasione per trattare della sinodalità quale forma e stile della Chiesa». Gesù Buon Pastore – conclude la presidenza della Cei – conosce i nostri cuori, i nostri desideri e le nostre speranze, come anche i nostri fallimenti e le nostre delusioni. A lui guardiamo e da lui lasciamoci guidare».

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