martedì 12 settembre 2023
Da mercoledì 13 a venerdì 15 a Pechino come inviato di papa Francesco. Obiettivo: «Sostenere iniziative umanitarie e la ricerca di percorsi per la pace»
Il cardinale Matteo Zuppi

Il cardinale Matteo Zuppi - ANSA

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Il cardinale Matteo Zuppi è partito questa sera alla volta di Pechino, quarta tappa della missione di pace affidatagli da papa Francesco, che fin qui lo ha condotto a Kiev, a Mosca e a Washington. Il porporato non è tornato a Roma, ma si è imbarcato per la Cina direttamente da Berlino, dove nei giorni scorsi ha preso parte al tradizionale incontro di Sant’Egidio in sostegno dello spirito di Assisi.

L’annuncio ufficiale della partenza dell’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei è stato dato questo pomeriggio dalla Sala Stampa della Santa Sede, con un breve comunicato. «Dal 13 al 15 settembre, il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, accompagnato da un officiale della Segreteria di Stato, sarà a Pechino come inviato di papa Francesco. La visita costituisce un’ulteriore tappa della missione voluta dal Papa per sostenere iniziative umanitarie e la ricerca di percorsi che possano condurre ad una pace giusta».

Il porporato ha rilasciato una breve dichiarazione a Tv2000: «L’auspicio è quello di spingere e tessere la difficile tela della pace», ha sottolineato. «La preghiera ecumenica di questi giorni (il riferimento è all’incontro di Sant’Egidio dal titolo “L’audacia della pace”, svoltosi a Berlino) sicuramente è un motivo ulteriore per cercare con fiducia il dono della pace che è un dono di tutti e per tutti».

Proprio lunedì, a margine dei lavori nella capitale tedesca, il cardinale Zuppi aveva parlato della pace in Ucraina: «Dev’essere una pace scelta dagli ucraini, con le garanzie, l’impegno, lo sforzo di tutti. E quindi chiaramente quello della Cina è uno degli elementi forse più importanti».

Circa le attese per il suo viaggio a Pechino, dopo le tappe di Kiev, Mosca e Washington, Zuppi ha spiegato che sono quelle di «continuare a creare tutte le condizioni e a spingere nell’unica direzione che ovviamente è quella di una pace giusta e sicura».

Zuppi era stato a Kiev il 5 e 6 giugno, incontrando tra gli altri il presidente Zelensky, a Mosca il 28 e 29 giugno, senza vedere Putin (in quei giorni lontano dalla capitale), ma confrontandosi con alcuni suoi stretti collaboratori, soprattutto al fine di facilitare il rientro in patria dei bambini ucraini sottratti ai loro genitori, e poi a Washington il 17 e 19 luglio.

Alla Casa Bianca aveva incontrato il presidente Biden che aveva assicurato la piena disponibilità a sostenere iniziative in ambito umanitario per le persone più fragili, a cominciare proprio dai bambini, in particolare quelli ucraini trasferiti con la forza in Russia, il cui ritorno a casa è tra le priorità di questa missione fortemente voluta da papa Francesco.

Come nelle precedenti tappe nulla è stato divulgato circa l’agenda di Zuppi nella capitale cinese. Ma è ipotizzabile che l'inviato del Papa possa incontrare il primo ministro Li Qiang, considerando come un ruolo della Cina sia ritenuto cruciale per una pacificazione tra Russia e Ucraina, o quanto meno per l'apertura di trattative.

Di certo Zuppi conta oltre che sul suo ruolo di rappresentante del Pape e sulle sue doti perdonali, sul sostegno della preghiera. Lo ha detto chiaramente a Berlino. «Sicuramente la preghiera di tanti è un motivo ulteriore di speranza».

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