
Papa Francesco con il vescovo Agostinelli durante la presentazione dell'evento - Misericordie d'Italia
Sul legno d’ulivo della croce è stato impresso il motto dell’Anno Santo: “Pellegrini di speranza”. Una croce piantata su una piccola roccia dove compaiono anche una scheggia di guerra e un filo spinato che richiamano le sofferenze dell’umanità. Poi un’ancora, metafora della speranza, e la corona del Rosario che pendeva dalla cintola della divisa storica del “misericordioso”. Ai piedi, l’immagine della Madonna della Misericordia dipinta da Piero della Francesca e parte del polittico conservato nel Museo Civico di Sansepolcro, la città natale dell’artista in provincia di Arezzo. Sono questi gli elementi che formano la “Croce del Giubileo delle Misericordie d’Italia” presentata ieri mattina a papa Francesco al termine dell’udienza generale nell’Aula Paolo VI. Il Pontefice ha benedetto l’icona spirituale promossa dalla Confederazione nazionale delle confraternite che affondano la loro origine nella Firenze del Duecento dove il Vangelo della carità è stato declinato in opere di soccorso e solidarietà capaci di attraversare i secoli e di diffondersi in tutta la Penisola. A volere l’iniziativa il correttore spirituale nazionale delle Misericordie d’Italia, il vescovo Franco Agostinelli, emerito di Prato, che l’ha illustrata al Papa davanti a un gruppo di volontari delle Misericordie con le loro divise gialle e blu e agli artisti che l’hanno realizzata.
La Croce del Giubileo sarà protagonista di una “Peregrinatio” tra le Misericordie italiane che è partita lo scorso 6 gennaio dalla Toscana e che abbraccerà tutto il Paese. Momento centrale sarà il Giubileo del volontariato dell’8 e del 9 marzo in cui sarà presente anche una rappresentanza degli oltre 5mila volontari delle Misericordie d’Italia. Quindi il pellegrinaggio proseguirà per tutto il resto dell’Anno Santo fino all’Epifania del 2026. I primi appuntamenti si sono avuti nelle sedi della Misericordia di La Serra e San Romano in provincia di Pisa.
«La “Peregrinatio” e la Croce del Giubileo sono state concepite per non ridurre l’evento giubilare soltanto ad alcune date – afferma il vescovo Agostinelli – ma per considerarlo veramente un pellegrinaggio di speranza. Una serie di momenti di crescita ci impegneranno per tutto l’anno in una riflessione spirituale, una revisione della nostra fede e una scelta continuativa di carità. Accompagnati costantemente da quella fantasia della carità che esorta ad andare incontro ai bisogni e alle richieste delle persone che incontriamo nella nostra vita». Aggiunge il presidente nazionale delle Misericordie d’Italia, Domenico Giani: «Stiamo tracciando un periodo di straordinaria importanza per l’intero movimento delle Misericordie testimoniando quello stesso spirito che anima ogni Misericordia e ispira e guida il nostro servizio quotidiano. Tutto ciò costituisce la manifestazione dell’essere “pellegrini di speranza” che più abbiamo a cuore».
La Croce del Giubileo, proprio in quanto simbolica icona itinerante, è stata concepita da un gruppo di artisti e tecnici dell’Associazione nazionale Città dei presepi e dell’Unione cattolica artisti italiani di San Miniato coordinati da Fabrizio Mandorlini: Emilio Bertini, Gabriele Corti, Giancarlo Turini, Claudio Terreni, Andrea Lavecchia, Carlo Calvetti, Sauro Benedetti. Il legno dell’olivo da cui è stata ricavata la croce proviene da Cerreto Guidi, in provincia di Firenze, grazie all’interessamento di Massimo Irrati. La scheggia e il filo spinato sono stati messi a disposizione da Michele Fiaschi. L’ancora apparteneva a una piccola imbarcazione di Viareggio.