venerdì 18 marzo 2022
Dal presidente della Cei gratitudine per l’impegno caritativo ma anche la messa in guardia dal rischio di preferire, pur se a fin di bene, il successo alla coerenza cristiana
La Messa celebrata ieri da Bassetti per il Sinodo delle Misericordie

La Messa celebrata ieri da Bassetti per il Sinodo delle Misericordie - Siciliani

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Tutti in cammino sulla via del Vangelo. Anche le Misericordie. Perché «“camminare insieme” non è l’ultimo slogan inventato da papa Francesco: qualcuno dice “ci mancava solo il Sinodo…”. No! Con questa parola “camminare insieme” si coglie l’indole profonda della Chiesa e il suo impegno missionario». Lo ha ricordato ieri il cardinale Gualtiero Bassetti, celebrando la Messa di avvio del percorso “RigenerAzione - il Sinodo delle Misericordie”, nella chiesa di San Salvatore in Lauro a Roma.

L’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei ha sottolineato: «Alle Misericordie in particolare desidero ancora una volta richiamare la loro identità cristiana. Le questioni organizzative ed economiche, la preoccupazione di stare al passo con i cambiamenti e i problemi della società contemporanea, il diffuso secolarismo, che insidia ogni ambiente, costituiscono un pericolo di non poco conto per l’effettiva e piena testimonianza della vita e dell’attività delle Misericordie».

Per questo motivo, ha aggiunto il porporato che per tanti anni ha avuto dimestichezza con la Misericordia di Firenze, «nessuno di noi può dirsi immune dalla tentazione dei compromessi di questo mondo, dalla tentazione di preferire - magari a fin di bene - il successo alla coerenza, la quantità alla qualità». Oggi, invece, ha rimarcato Bassetti, «le nostre istituzioni o opere di carità, nate e cresciute in tempi lontani, si trovano tutte ad un bivio: o riescono a tener viva, in mezzo ai mutamenti, l’ispirazione religiosa ed evangelica originaria, oppure rischiano di perdere il loro sapore, il loro senso, la loro ragion d’essere più vera e profonda. Vi dico queste cose perché amo profondamente le nostre confraternite e sogno per esse un futuro tanto più fecondo e più bello, nella misura in cui sapranno ancorarsi alle loro radici».

Ad di là della messa in guardia dai rischi, però, il presidente della Cei, ha voluto rivolgere un forte incoraggiamento. «Mi sento fiero di poter dire che le Misericordie sono ancora un albero grande e fruttuoso in cui circola linfa cristiana – ha sottolineato –. La natura d’associazione laicale-cattolica delle nostre confraternite è finalizzata alla carità e alle varie forme di soccorso e di servizio, ma insieme alla formazione delle coscienze nello spirito del Vangelo e della dottrina della Chiesa». La "Misericordia" «vuol essere una grande palestra ed esperienza di carità, basata sulla fede e sulla fratellanza cristiana e animata dalla formazione e dalla preghiera». Va sfruttato dunque il “Sinodo” come «uno strumento formidabile per un esame di coscienza collettivo». In sostanza «come far emergere in ogni scelta il reale sentire con la Chiesa?».

Da ultimo il cardinale ha invitato le Misericordie a «fare ancora di più per le vittime iinocenti» della guerra in Ucraina. «Possiamo dire veramente di essere su una polveriera pericolosissima che può far saltare il mondo. Abbiamo il dovere di intensificare le nostre preghiere al Signore per far tacere le armi», ha affermato Bassetti. E dobbiamo «chinarci su chi ci è prossimo, ad accogliere quei tanti profughi che fuggono dalle loro terre per sottrarsi alla tragedia della guerra».

All’inizio della Messa il correttore nazionale delle Misericordie, vescovo emerito di Prato, Franco Agostinelli, ha ricordato: «Vogliamo vivere il Sinodo voluto dal Papa secondo le nostre peculiarità, cogliendo le urgenze e le necessità di oggi». E il presidente nazionale Domenico Giani, al termine, ha aggiunto: «Dal 1200 ad oggi i nostri valori sono rimasti gli stessi: uno sconfinato servizio alla carità, come promotori e fautori della civiltà dell’amore, testimoni infaticabili della cultura del servizio alla Persona». Alla Messa erano presenti tra gli altri i cardinali Mario Grech (segretario del Sinodo dei vescovi), Angelo Comastri (arciprete emerito di San Pietro) e l’ausiliare di Roma, Daniele Libanori.

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