lunedì 31 maggio 2021
Il presidente di Rinnovamento nello Spirito chiude la Convocazione nazionale in collegamento con 1700 gruppi locali. «Per rinascere serve una sensibilità nuova»
Il presidente nazionale Salvatore Martinez

Il presidente nazionale Salvatore Martinez - Ufficio stampa RnS

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Un cuore nuovo, puro, quattro parole da comprendere, cinque verbi dell’amore da mettere in pratica nel quotidiano per rinsaldare l’alleanza con Dio indossando «l’armatura della fede». È un percorso di «azione spirituale» quello tracciato dalla seconda giornata della 43ª Convocazione nazionale di Rinnovamento nello Spirito Santo, che il movimento ha vissuto domenica nella sede romana e in streaming, collegando per la prima volta virtualmente 1.700 cenacoli, gruppi e comunità locali di tutta Italia. Un tempo di preghiera che dalla catechesi battesimale del mattino arriva fino alla lode comunitaria della sera e alla preghiera di effusione. Un tempo bagnato da una pioggia di tarda primavera, come la definisce il presidente nazionale Salvatore Martinez, e «dobbiamo considerare questa acqua come benedetta per noi. Come avvertiamo l’umidità che entra nel corpo, così deve accadere con lo Spirito Santo». L’invito dunque per tutti è alla «cardiognosi, alla conoscenza del cuore, cioè a chiedersi a che punto è l’amore di Dio in noi. Perché se non c’è la dimensione di un cuore che ama – dice Martinez riferendosi alle parole di Ezechiele che hanno guidato la due giorni di RnS – non possiamo dirci cristiani». Infatti il titolo dell’appuntamento era "Un cuore nuovo. Uno spirito nuovo. Con l’effusione dello Spirito, ripartiamo!".
Ma è prendendo a prestito una citazione tratta dalle Confessioni di sant’Agostino che il presidente RnS invita a domandarsi «se noi siamo realmente capaci di tradurre questo amore nella nostra quotidianità. Accogliamo la nuova missione dello Spirito Santo che viene, opera e dimora, consapevoli che l’amore di Dio non si esaurisce. Abbiamo ricevuto il cuore di Dio, anche a noi viene chiesto che questo amore permanga perché lo Spirito viene e deve permanere». Come? Attraverso tre «azioni operanti». Lo Spirito, per prima cosa, «fa nuovo il cuore». Poi si crea «una dimora, un tempio, in profondità», in modo da non poter essere scardinato. Dopo che si è accasato, vuole uscire, perché è «obbediente alle promesse di Gesù, esce dalla terra verso il cielo, passando per la storia». E nella storia si incontrano uomini e donne che nella loro vita diventano testimonianza di questa grandezza.

Un momento della preghiera comunitaria

Un momento della preghiera comunitaria - Ufficio stampa RnS


Se nella prima giornata di Convocazione sono state protagoniste persone che nel dramma della pandemia hanno sperimentato che nulla è impossibile a Dio, nella seconda giornata sono saliti sul palco virtuale personaggi noti dello spettacolo, dell’imprenditoria, della sanità, dello sport, del giornalismo e del contesto associativo, che hanno voluto inviare un messaggio di fede e un augurio di speranza. Sul maxi-schermo si sono alternati gli attori Giovanni Scifoni e Valeria Fabrizi, il pallanuotista Alex Giorgetti, gli imprenditori Lamberto ed Eleonora Frescobaldi; il primario dell’unità di anestesia generale e terapia intensiva neurochirurgica dell’Irccs ospedale San Raffaele, Luigi Beretta; il giornalista e conduttore del Tg1, Francesco Giorgino; il neoeletto presidente di Azione cattolica, Giuseppe Notarstefano; il direttore generale di Federcasse e vice-presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali dei cattolici italiani, Sergio Gatti.

Alcuni momenti della catechesi mattutina

Alcuni momenti della catechesi mattutina - Ufficio stampa RnS


Testimoni del quotidiano, appunto. Per «risvegliare lo Spirito in noi secondo una vita nuova», il presidente Martinez approfondisce l'etimologia di quattro parole chiave utilizzate da San Paolo – timidezza, forza, carità e prudenza – e «cinque verbi» da mettere in pratica emblematici per il cammino cristiano e che «ogni carismatico dovrebbe rammentare: l’intimità dell’amore è pregare; la fatica dell’amore è credere; il successo dell’amore è perdonare; la sfida dell’amore è servire; la comunicazione dell’amore è vivere». A tutti, poi, una consegna mirata, con la consapevolezza che «il movimento dello Spirito è sempre risolutivo»: c’è una verità da testimoniare a chiunque incontriamo e «siamo mandati gli uni agli altri affinché cada il velo del non-amore, accettando uno Spirito e un cuore nuovi». E non preoccupiamoci troppo se la pandemia ci ha fisicamente e comunitariamente allontanati, perché conclude Martinez nella sua relazione, «nell’unità dell’amore, l’effusione ricevuta tornerà ad interpellare il nostro cuore. Impegniamoci a non correre il rischio di nutrire un amore senza effetti, perché solo così possiamo veramente rinascere».

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