sabato 6 maggio 2023
Lei è suor Maria Giuseppina, monaca contemplativa al Carmelo (ma continua a fargli le ramanzine come quando erano fidanzati). Lui è sacerdote fidei donum in Germania.
Suor Maria Giuseppina, carmelitana scalza, nel monastero di clausura

Suor Maria Giuseppina, carmelitana scalza, nel monastero di clausura - Collaboratori

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Angelo e Paola si conoscono in parrocchia, a Portici, in provincia di Napoli, quando lui ha 16 anni e lei 15. Si innamorano: una storia come tante, 9 anni di fidanzamento, destinata a sbocciare nel matrimonio.

Colpo di scena: il 21 aprile scorso Angelo ha festeggiato dieci di “sì”, ma a Dio. Paola invece la sua “chiamata” come monaca di clausura, carmelitana scalza, con il nome di suor Maria Giuseppina dell’Amore incarnato.

È don Angelo Ragosta, ordinato sacerdote nel 2013 a raccontare la loro storia: «I nostri anni di fidanzamento sono passati in fretta, fino al giorno in cui in parrocchia, vicino a casa di Paola, è arrivato il giovane vice curato don Michele Madonna, (attualmente parroco a Santa Maria di Montesanto a Napoli) che ci ha fatto incontrare “Gesù vivo”. Ripeteva sempre: «ragazzi, chiedete a Dio cosa ha pensato per voi, qual è il suo sogno su ciascuno di voi».

Il matrimonio di Paola e Angelo era già programmato, stavano cercando casa mentre Paola completava gli studi universitari in economia.

Niente nozze, ma «un Sacramento insieme lo abbiamo ricevuto – confessa don Angelo - ed è quello della Confermazione, il 1° maggio 2006. Con la Cresima - prosegue – si è capovolto tutto per me. Continuavo la mia vita lavorando come elettricista industriale, ma nel cuore diventavo sempre più inquieto. Avevo uno stipendio, uscivo con amici ed amiche, eppure tutto era insapore e sembrava non bastarmi. Avevo tutto, ma non ero felice».

Proprio quando trovano casa, Angelo viene lasciato dalla fidanzata. «Andammo al convegno del Rinnovamento nello Spirito Santo a Rimini e Dio fece capire a Paola che la voleva sua, ma lei non riusciva ad accettarlo. Mi lasciò una prima volta a maggio. Dopo poco ci rimettemmo insieme poiché lei non riusciva a dire il suo “sì” al Signore. Ad ottobre invece Dio vinse i suoi ostacoli e Paola mi lasciò concludendo definitivamente la nostra storia».

Una sera anche Angelo dice il suo “sì” definitivo: «Dopo aver pregato i Vespri, rivolgo a Dio la fatidica domanda con cui don Michele ci aveva tartassati negli anni di frequentazione in parrocchia. Gli chiedo: ‘ma perché io sto sulla terra? Che vuoi da me?’ Apro la Bibbia, quella che avevo avuto in regalo dal padrino di Cresima, la figura che avevo scelto tra le persone che frequentavano la mia comunità parrocchiale e che, invece di regalarmi un oggetto inutile, mi aveva portato in dono la Parola. Qui leggo: “Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato (Geremia 1,4-5)”».

Da quel momento Angelo inizia il suo discernimento. Entra in Seminario a 26 anni, a 33 viene ordinato presbitero dall’allora arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe. Nel 2018 don Angelo chiede ed ottiene dall’arcivescovo il nullaosta per fare una esperienza di apostolato alla missione cattolica di Wuppertal, in Germania. Dopo cinque anni accoglie la proposta di trasferirsi a Mühlacker, sempre in Germania, dove attualmente si trova impegnato a svolgere il servizio pastorale alle comunità italiane.

«Ogni volta che sono a Napoli passo al monastero da lei, suor Maria Giuseppina. La storia non è poi così cambiata: da fidanzati mi beccavo le ramanzine. Me le continuo a beccare pure da prete!».

Don Angelo Ragosta ordinato sacerdote a Napoli dal cardinale Sepe

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