mercoledì 30 dicembre 2020
Rinviato il tradizionale appuntamento di fine anno che era previsto a Savona. Oggi un «webinar» sul messaggio di Francesco. Domani, ultimo dell'anno, inziativa di Pax Christi
Le guerre distruggono famiglie e popoli in nome del potere e del guadagno sulla vendita delle armi. Bambini combattenti nel Myanmar in una foto di archivio

Le guerre distruggono famiglie e popoli in nome del potere e del guadagno sulla vendita delle armi. Bambini combattenti nel Myanmar in una foto di archivio - Ansa

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La decisione era stata comunicata a fine novembre: domani a causa della pandemia non si terrà la tradizionale Marcia per la pace di fine anno. Uno stop, o meglio una pausa dopo oltre 50 anni di vita ininterrotta, da quando cioè l’iniziativa prese il via nel 1968 a Sotto il Monte (Bergamo), paese natale di Giovanni XXIII. L’appuntamento in presenza, come ormai si è soliti dire, è rimandato quindi al 31 dicembre 2021 nella stessa città dove si sarebbe dovuto svolgere quest’anno, Savona.

«In questo momento di sofferenza e di rischio contagio la nostra scelta è motivata dalla volontà di testimoniare la pace anche attraverso la disponibilità a prenderci cura della salute e della vita delle persone» si legge nella nota diramata dal comitato organizzatore, costituito dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, dalla Caritas, dall’Azione cattolica e da Pax Christi.

Lo stesso comitato che però specifica: «Non rinunceremo a fare nostro il Messaggio che papa Francesco ci offre per la 54ª Giornata mondiale della pace del 1° gennaio 2021», il cui titolo è La cultura della cura come percorso di pace.

Così oggi alle 18 è stato preparato un incontro online – con tanto di sussidio di preghiera scaricabile sul sito lavoro.chiesacattolica.it, dove si trovano anche i riferimenti per seguire l’evento in streaming – sul tema del Messaggio del Papa, che vedrà numerosi interventi. Introduce don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, presentano il messaggio papale Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, e Giovanni Ricchiuti, arcivescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti e presidente di Pax Christi.

Alle 18.15 si susseguiranno le testimonianze di Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea e già presidente internazionale di Pax Christi; Beatrice Fihn, direttrice esecutiva della Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari e co-presidente dell’International Peace Bureau; Lisa Clark, vicepresidente di Beati i costruttori di pace e co-presidente dell’International Peace Bureau; don Gennaro Pagano, presidente della Fondazione centro educativo Regina Pacis; Marco Danesi, vicedirettore della Caritas diocesana di Brescia; Carmine e Annarita Gelonese, responsabili dell’area famiglia e vita dell’Azione cattolica. Dall’Iraq arriverà anche la voce del cardinale Louis Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei.

Domani, 31 dicembre, Pax Christi non rinuncerà a marciare “in proprio”, virtualmente. Lo farà dalle 22.30 sulla sua pagina Facebook in compagnia sempre del vescovo Bettazzi.

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