sabato 15 aprile 2023
Sono esposte a Budrio di Longiano in Romagna. Il parroco don Filippo Cappelli: segno di chi ha vissuto in modo splendido l'amicizia con il Signore
Don Filippo Cappelli con alcune delle mille reliquie che sono esposte nella chiesa parrocchiale di Budrio di Longiano in diocesi di Cesena-Sarsina

Don Filippo Cappelli con alcune delle mille reliquie che sono esposte nella chiesa parrocchiale di Budrio di Longiano in diocesi di Cesena-Sarsina

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Un interesse inatteso. È quello suscitato dalle mille reliquie messe in mostra nella chiesa parrocchiale (aperta ogni giorno dalle 7 alle 20.30) di Budrio di Longiano, in diocesi di Cesena-Sarsina, da don Filippo Cappelli. Nelle intenzioni del sacerdote doveva essere un’esposizione di pochi giorni. Invece, per la risonanza avuta, il parroco ha deciso di prolungare la durata oltre la Pasqua. «Sono reliquie che vengono dalla mia famiglia – dice il prete che è noto anche per l’organizzazione dei moto-pellegrinaggi, per essere un esperto di cinema e avere conseguito diverse lauree –. Nel tempo le abbiamo sempre conservate e custodite. Diede inizio a questa attività di raccolta il mio nonno paterno che le collezionava anche per sottrarle a quella specie di commercio che a volte si rischia pure con gli oggetti sacri. Abbiamo agito per difendere queste reliquie».

Gli articoli in mostra sono tutti corredati da specifica autentica. Vanno da alcuni che riguardano Gesù Cristo ad altri relativi ai santi. Certi sono riferibili a san Francesco d’Assisi. « Ho deciso di esporre queste reliquie – aggiunge il don – prima di tutto per mostrare alcune curiosità e poi perché a me piace molto pregare di fronte ai santi. È un gesto della nostra devozione», anche se a volte si rischia il devozionismo, come qualcuno potrebbe obiettare al prete.

Fuga subito i dubbi don Filippo. «Se invece rimaniamo nell’ambito della devozione – precisa – penso possa essere una cosa buona. Anzi, credo che quella verso i santi possa essere, a mio avviso, molto importante. I santi sono peccatori come noi che sono riuscite, in una qualche maniera, ad avvertire nel loro cuore la vicinanza di Gesù e hanno capito che la Misericordia di Dio era ben più forte delle loro colpe. Basta pensare a san Pietro, il primo Papa della storia della Chiesa».

Sono due le reliquie care in maniera particolare al sacerdote che guida la popolosa frazione a cavallo tra Longiano e Gambettola, in provincia di Forlì-Cesena. «Si tratta dei frammenti di ossa di san Giuda Taddeo e quelle del buon ladrone, san Disma – prosegue don Cappelli -. Il primo perché è famoso come patrono delle cause perse: san Giuda Taddeo nel Medioevo veniva invocato solo quando gli altri santi non avevano sortito effetti. Disma perché è l’unico santo canonizzato direttamente da Gesù, sulla croce».

Il sacerdote tiene comunque a precisare che «io richiamo sempre al fatto che solo Dio è da adorare. Le reliquie rimangono un segno tangibile della presenza sulla terra di alcuni che hanno saputo vivere in maniera splendida la loro amicizia con il Signore». E aggiunge che tutte le attività che mette in campo, compresi i motoraduni con Messa e benedizione, vengono realizzate «per stare in mezzo alla gente. E se anche un piccolo segno – conclude don Filippo - un frammento di legno o di ferro, ci rimanda alla sofferenza patita da Gesù per noi, allora penso che possa andare bene anche quello».

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