lunedì 20 febbraio 2023
L’attore e regista: dall'incontro con Francesco mi porto via davvero una grande emozione. Dobbiamo essere anche più educatori, le parole meravigliose che abbiamo sentito vanno trasferite ai ragazzi
Antonio Albanese

Antonio Albanese - ANSA

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Gli sorridono anche gli occhi. E a chiacchierarci è un fiume in piena: si ferma volentieri a farlo, nonostante debba correre a Milano. «Credimi - dice - stamattina mi sono svegliato ore prima della sveglia, ero così tanto emozionato che avevo paura di non sentirla (udienza alle 9 e 30, appuntamento 8 e 15 in piazza San Pietro, ndr), sì, ero molto emozionato e adesso sono molto contento, felice», confida Antonio Albanese, attore, regista, comico, scrittore, doppiatore, appena fuori la porta della sala Clementina, appena qualche minuto dopo la fine dell’incontro di ieri col Papa dei membri della “Fondazione Ente dello spettacolo” (con lui è arrivata gente come Giuseppe Tornatore, Liliana Cavani Giacomo Poretti, per fare solamente due, tre nomi fra tanti).

L'udienza ai membri della Fondazione Ente dello spettacolo

L'udienza ai membri della Fondazione Ente dello spettacolo - ANSA

In effetti, Albanese, lei è arrivato in anticipo.

In effetti...

E cosa si porta via da questa giornata?

Sono orgoglioso di essere stato qui dal Santo Padre e mi porto via davvero una grande emozione, davvero: un’emozione pazzesca. E di emozioni ne ho potute vivere tante grazie al mio lavoro, ma il Papa è un uomo che io amo profondamente.

Francesco vi ha parlato di bellezza, di armonia, le sue sensazioni?

Ha detto delle verità immense. Noi siamo circondati da questa bellezza, siamo orgogliosi di essere italiani anche grazie a questa. Noi siamo, come si diceva in un film, “i figli dei figli, dei figli, dei figli di Leonardo, di Michelangelo e non ce lo dobbiamo dimenticare.

Eppure non ha l’impressione che però di questi tempi sembri essere la “bruttezza” a farla da padrona?

Proprio per questo ti dico che non dobbiamo dimenticarcelo e non dobbiamo dimenticare le parole di papa Francesco. Dobbiamo capire che la bellezza ci porta avanti, che è la bellezza a darci la possibilità di crescere, mai di essere in ritardo. Perché è la forza motrice, è energia, in una parola, è... bellezza.

Francesco ha detto che la bellezza è armonia, ma non sarà che poi nel concreto non sia facile trovarla? Basta pensare anche soltanto alle guerre...

Vedi, ascoltando il papa mi sono anche detto, per l’età che ho (58 anni, ndr) che dobbiamo cominciare anche a essere sempre più educatori.

Sarebbe a dire?

Bisogna che trasferiamo queste meravigliose parole del Papa ai giovani, ai nostri figli ed è questo l’impegno che ci dobbiamo prendere.

Perché noi?

Perché siamo noi, non sono i nostri figli, i nostri ragazzi, appunto, in ritardo. Siamo soprattutto noi a esserlo.

La colpa in effetti allora è nostra?

Sì. La colpa è anche nostra, anzi soprattutto nostra, dobbiamo ricordarcelo sempre. E lasciami ringraziare proprio per questa giornata don Davide (monsignor Milani, il presidente Fondazione Ente dello spettacolo, ndr), che è una persona onesta, che trasmette bellezza e alla quale voglio un gran bene.

A proposito di cinema e di ricordare, il Papa ha voluto anche sottolineare proprio a voi registi e attori che, «come italiani, avete una storia gloriosa»: cosa ne pensa Antonio Albanese?

Che sì, è necessario tutti ci rimbocchiamo le maniche per far capire quanto appunto sia una fortuna immensa essere italiani. Per far capire che nulla al mondo è più della bellezza.

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