giovedì 29 luglio 2021
Oggi il debutto a Modica dello spettacolo che racconta la vita della grande mistica spagnola vissuta nel XVI secolo. A curare la realizzazione della rappresentazione la carmelitana suor Chiara Zacchi
Santa Teresa d'Avila

Santa Teresa d'Avila - Archivio

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La vita dall’infanzia alla maturità, la sua impronta profusa nella riforma del Carmelo, i suoi viaggi nella Spagna del XVI secolo per fondare monasteri e infine le sue vette mistiche. È in sintesi la vita della carmelitana scalza santa Teresa d’Avila, vissuta tra il 1515 e il 1582, proclamata dottore della Chiesa da Paolo VI nel 1970. E uno spettacolo musicale dal titolo eloquente “Inquieta. La più santa fra le donne, la donna fra le sante” ripercorre la grandezza spirituale non solo della mistica spagnola che fu anche amica e confidente del re di Spagna Filippo II d’Asburgo.

A curare e a mettere in piedi questo evento musicale con la selezioni di alcuni testi della santa di Avila sono la carmelitana suor Chiara Zacchi, la poetessa Egizia Malatesta e il compositore Roberto Martinelli. A declamare e ad intonare le parole della mistica carmelitana saranno il coro polifonico e la soprano Magdalena Gallo.

Tra le caratteristiche della piéce ci sarà la contrapposizione tra improvvisazione di note jazz, canto Gregoriano e polifonie di sapore arcaico e musiche barocche. Il debutto dello spettacolo sarà questa sera alle 21 in Sicilia a Modica presso la scalinata della chiesa di san Giovanni Evangelista. Domani lo spettacolo alle 21 verrà replicato all’anfiteatro “Le Ciminiere” di Catania (viale Africa).

E sabato–nella memoria liturgica di sant’Ignazio di Loyola e fondatore della Compagnia di Gesù – si terrà l’ultima rappresentazione di “Inquieta”, sempre alle 21, al Castello di Lombardia di Enna. «La parola di Teresa ci coinvolge nella sua esperienza, tra certezze e turbamenti, in un perdersi e ritrovarsi che sono il frutto di una vita mistica intensa, estatica, ma allo stesso tempo ricca di realismo e quotidianità. – spiega la carmelitana scalza suor Manuela Romano del monastero “Regina Carmeli” di Lucca e tra le promotrici dell’evento. Ella Fu definita dall’autorità ecclesiastica dell’epoca come “inquieta e vagabonda”. Fu veramente una monaca sui generis del suo tempo».

Che annota infine: «La rappresentazione di questo spettacolo così “teresiano” è frutto soprattutto del lavoro e della creatività di un artista come Roberto Martinelli e del contributo molto femminile apportato dalla carmelitana suor Chiara Zacchi».

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