domenica 24 marzo 2019
Nel giorno anniversario della sua uccisione,avvenuta nel 1980 a San Salvador, la Chiesa ricorda i missionari assassinati in tutto il mondo
Un momento della festa in El Salvador per la canonizzazione di Romero nell'ottobre del 2018 (Ansa)

Un momento della festa in El Salvador per la canonizzazione di Romero nell'ottobre del 2018 (Ansa)

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A Ciudad Barrios si possono visitare la casa natale e un museo

«Certo, il 24 marzo è un giorno speciale. Ma qui è san Romero tutto l’anno». Padre David Torres ha appena terminato di accompagnare una comitiva di pellegrini arrivati dalle regioni occidentali. Insieme a loro ha percorso l’interno “circuito”. Prima la casa natale e il piccolo museo dedicato a Óscar Romero, il primo santo salvadoregno nonché il cittadino più illustre di Ciudad Barrios. Poi, il gruppo ha visitato la parrocchia di cui l’arcivescovo martire, esattamente da un anno, è co-patrono assieme a san Pietro. All’epoca, Monseñor (come è chiamato in patria san Romero) non era ancora stato canonizzato. Con il riconoscimento del miracolo da parte della Santa Sede, però, era già possibile consacrargli una chiesa. La prima a farlo è stata la parrocchia della sua Ciudad Barrios. Quella che, dal momento della sua costruzione, il giovane Óscar frequentava assiduamente poiché era situata a meno di trecento metri da casa sua.

«Da allora, ogni settimana, vengono comitive dalle varie diocesi per rendere omaggio a san Romero. Non c’è domenica che non si presenti qualcuno. Fin dalla beatificazione, nel 2015, è iniziato un processo di riscoperta diMonseñor da parte dei suoi connazionali, vittime di anni di menzogne. Il cosiddetto “martirio post-mortem” di cui ha parlato papa Francesco. Durante il conflitto civile, il regime al potere ripeteva che Romero era un guerrigliero… E nel dopoguerra, gli eredi di quel sistema hanno continuato la loro campagna di menzogne. Solo ora, finalmente, la verità sta riemergendo con forza. I salvadoregni vogliono, dunque, conoscere la spiritualità evangelica di quest’uomo di Dio. Del nostro santo», racconta padre David.
Oggi, per la prima “festa ufficiale”, alcuni sono giunti dai quattro angoli del Paese, alcuni anche dall’estero. Le celebrazioni cominceranno all’alba e proseguiranno con la Messa, presieduta da William Ernesto Irraheta Rivera, vescovo di Santiago de María, alla cui diocesi appartiene Ciudad Barrios. Il pomeriggio trascorrerà tra canti e rappresentazioni. Infine, ci sarà il pellegrinaggio e il tradizionale falò.

L'emozione dei fedeli per Monseñor per la prima volta santo


La “culla romeriana” Ciudad Barrios non sarà l’unica a fare festa questo 24 marzo. Nonostante le dimensioni ridotte del Pollicino d’America, la precarietà delle strade rende complicati gli spostamenti. Le celebrazioni, dunque, si distribuiscono per l’intera geografia salvadoregna. Epicentro ovviamente la capitale, di cui Romero fu arcivescovo tra il 1977 e il 1980. Là fu assassinato, mentre celebrava la Messa nella cappella dell’ospedale della Divina Misericordia, il “24 di marzo e d’agonia” di 39 anni fa. A San Salvador la fiaccolata e l’Eucaristia solenne nella Cattedrale – celebrata dal cardinale Gregorio Rosa Chávez, amico e collaboratore del martire, vescovo ausiliare della diocesi – sono state anticipate a ieri, per la prevalenza della domenica di Quaresima. Migliaia di persone si sono ritrovate nel primo pomeriggio sotto il monumento al Divino Salvador del Mundo, il Cristo trasfigurato emblema del Paese. Poi, all’imbrunire, con le candele in mano, sono arrivati fino al centro storico. «Abbiamo pregato perché Monseñor illumini i salvadoregni e li spinga a lottare contro la violenza dilagante. Quest’ultima ha cambiato nome, da politica a criminale. Ma non intensità», dice Ángel, uno dei partecipanti. Le difficoltà non riguardano, però, solo El Salvador. L’intera America Latina vive una stagione di crisi della democrazia come non accadeva da decenni. Oggi, dunque, dal Guatemala all’Argentina, ma anche dall’altro lato, a Los Angeles, tanti si uniranno a invocare Romero perché continui a vegliare sul Continente. Sul quale risuonano i versi dedicati al santo dal pastore e poeta Pedro Casaldáliga: «San Romero d’America, pastore e martire nostro: nessuno potrà zittire la tua ultima omelia».

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