sabato 8 febbraio 2025
Nel centro della capitale la basilica di San Vitale si anima nei giorni feriali. Con la “Messa in pausa pranzo”, la musica sacra, i Cenacoli post-ufficio. Il racconto del parroco don Elio Lops
I pompieri che frequentano la basilica di San Vitale a Roma assieme al parroco, don Lops

I pompieri che frequentano la basilica di San Vitale a Roma assieme al parroco, don Lops - .

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Passando per la trafficata via Nazionale, nel cuore della capitale, si rischia di non notarla nemmeno, 33 gradini sotto il livello della strada. La basilica di San Vitale al Quirinale è però un luogo centrale per la storia della Roma cristiana: la prima chiesa pubblica dell’impero romano. Dopo oltre 1.600 anni la storia continua. E San Vitale è ancora un luogo di annuncio del Vangelo, sede della parrocchia affidata a don Elio Lops.

Come altre realtà parrocchiali del centro della città, affronta una nuova fase. Con le difficoltà che le famiglie incontrano a vivere in zone centrali e trafficate, e la conversione di molti appartamenti in case vacanza, il numero degli abitanti è drasticamente calato negli ultimi anni . Eppure l’antica basilica paleocristiana non è mai vuota. «San Vitale – dice don Lops – è diventata una parrocchia di elezione. Se diminuiscono i parrocchiani residenti, aumentano quelli che abitano altrove ma la scelgono come propria comunità». Non è un capriccio, piuttosto un’esigenza. La basilica è strategicamente collocata all’incrocio di importanti luoghi di lavoro: negozi, uffici, questura, comando dei vigili del fuoco, Banca d’Italia, Coldiretti, Confesercenti, Stato maggiore dell’Esercito. Migliaia di lavoratori, molto assorbiti dalle rispettive professioni, avvertono la necessità di momenti di silenzio interiore e spiritualità durante le proprie giornate. La parrocchia è pronta ad accoglierli.

La basilica di San Vitale

La basilica di San Vitale - .

È aperta ogni giorno dalle prime ore del mattino fino a sera. E in questi anni don Elio ha trasformato le nuove esigenze di chi la frequenta in opportunità di evangelizzazione. Come la “Messa della pausa pranzo”. Nei giorni feriali, alle 14.15, in una chiesa che si trova nel territorio parrocchiale, la rettoria di San Lorenzello, si celebra l’Eucaristia principalmente per i lavoratori. La sera, in orario post lavorativo, in San Vitale si tengono i “Cenacoli teologici”, incontri di approfondimento della fede guidati dal presidente della Pontificia Accademia di teologia, il vescovo Antonio Staglianò. Gli appuntamenti si svolgono proprio in chiesa: l’aula liturgica, riccamente affrescata, porta alla verticalità, ad alzare testa e cuore verso l’alto. A questa proposta si unisce l’animazione culturale con concerti di musica sacra, un potente strumento di rinascita per una parrocchia, che favorisce la coesione comunitaria e risveglia il senso del sacro. È stata rinnovata la storica collaborazione tra San Vitale, il Teatro dell’Opera di Roma e il Teatro Costanzi, che non solo arricchisce le celebrazioni liturgiche con esecuzioni di qualità, ma richiama in basilica numerosi “spettatori” e valorizza il patrimonio culturale.

La parrocchia è quindi la comunità di riferimento per molti che coinvolgono anche le loro famiglie nell’Iniziazione cristiana e nella scelta di accostarsi ai sacramenti. «Il tempo che i lavoratori passano in casa – prosegue don Lops – è molto ridotto. La chiesa che sentono vicina è quella accanto a dove trascorrono la maggior parte della giornata». Tra i più assidui ci sono i vigili del fuoco, di cui don Elio è anche cappellano. Il sacerdote è convinto che l’ufficio di cappellano di un’istituzione non debba essere scardinato dalla realtà parrocchiale. Dove possibile, è opportuno che la guida spirituale sia affidata al pastore della parrocchia più vicina. «Il mio ministero sacerdotale qui è un felice connubio tra l’incarico di parroco e quello di cappellano del comando provinciale», testimonia don Lops.

Oltre ai pompieri, la basilica si riempie spesso anche di agenti di polizia che fanno capo alla vicina questura e si ritrovano a San Vitale per incontri e celebrazioni. Don Elio collabora con don Nicola Tagliente, da decenni cappellano della Polizia di Stato, e contribuisce a creare vincoli di prossimità tra la parrocchia e il mondo lavorativo. «La presenza cristiana in un luogo come la questura è indispensabile – afferma don Nicola –: c’è ancora fiducia nella figura del prete. I poliziotti, dall’agente semplice al più alto in grado, mi cercano e sono aperti al confronto». Il frutto di questo ministero è visibile: in diversi chiedono di ricevere la Cresima da adulti, e proprio a San Vitale frequentano il corso di preparazione. «Non avendo un luogo per le celebrazioni in questura – prosegue don Tagliente – la basilica parrocchiale non solo ci ospita, ma ci accoglie. Qui ci sentiamo a casa». San Vitale non è solo un tempio cristiano storico, portatore di una fede millenaria e un gioiello d’arte: è una parrocchia attenta ai segni dei tempi e alle nuove forme di “Chiesa in uscita”.

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