venerdì 13 ottobre 2023
Compie dieci anniil movimento nato dopo la Gmg di Rio de Janeiro e cresciuto rapidamentein numeri e consenso. In questi giorniuna sua nutrita rappresentanzasi trova a Roma
Un incontro dei giovani di Hakuna

Un incontro dei giovani di Hakuna - behakuna.com

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Huracán, 2,8 milioni di visualizzazioni su YouTube, Noche, 2,4 milioni, Sencillamente, 2,3 milioni. La lista dei brani che hanno superato il milione di visualizzazioni è nutrita. La band che li ha prodotti è Hakuna, diventata una presenza regolare nelle classifiche di Spotify Spagna, ma una presenza che si impone, come numeri, anche dal vivo. Sabato 16 settembre il loro concerto ha registrato il tutto esaurito, per la seconda volta, al Palacio de Vistalegre a Madrid, 10 mila posti. Il prossimo 6 gennaio si sale di livello con il concerto programmato al Wizink Center, riempito lo scorso anno dai Coldplay e a marzo da Eros Ramazzotti. È una band molto particolare, Hakuna, collettiva, «la più grande del mondo» dicono i suoi membri, perché è la punta e la sintesi di tante piccole band, attorno alle quali è cresciuto un nuovo movimento cattolico giovanile che porta lo stesso nome, preso dalla canzone del film Il Re Leone, Hakuna Matata, che in swahili sta per “nessun problema” o “senza pensieri”, e vuole essere un rimando all’allegria che dà la fede.

Hakuna ha da poco festeggiato i 10 anni di vita. I suoi inizi risalgono alla Gmg del 2013. José Pedro Manglano, classe 1960, nato a Valencia, allora sacerdote della prelatura dell’Opus Dei, tornò a casa dall’evento di Rio de Janeiro, insieme al gruppo di ragazzi e ragazze che lo aveva seguito, con l’idea di prolungare quell’esperienza attorno a due capisaldi: la musica, con la sua capacità aggregativa unica, e l’adorazione eucaristica. Un mix che ha funzionato al di là delle aspettative. La crescita esplosiva di quello che rapidamente si è configurato come un movimento, con una proposta strutturata anche di formazione dottrinale, con ritiri periodici chiamati God stops, ha portato Manglano a lasciare l’Opus Dei e a dedicarsi a tempo pieno ad Hakuna, con l’appoggio dell’allora arcivescovo di Madrid, il cardinale Carlos Osoro Sierra. Oggi Hakuna ha messo radici con gruppi stabili in 48 città e 36 diocesi spagnole, spingendosi anche all’estero. «In ogni città c’è un gruppo che coordina le ore di adorazione, l’attività musicale, le azioni di volontariato che chiamiamo compartideados, nel senso di compartir, condividere il nostro tempo con chi ne ha bisogno – spiega Macarena Torres, la 26enne portavoce del movimento – e questa organizzazione viene replicata a livello regionale e poi nazionale». Il grado di adesione richiesto resta leggero, con un nucleo di giovani che si coinvolgono maggiormente, i pringados «che sono circa 600, ma le persone che partecipano settimanalmente a qualche attività di Hakuna sono molte di più, circa 20mila» spiega sempre Macarena.

Concerto dell'Hakuna Music Group

Concerto dell'Hakuna Music Group - behakuna.com

La Conferenza episcopale spagnola ha mostrato in diversi modi il suo favore per questa realtà in controtendenza, come frutti visibili, rispetto a molta pastorale giovanile. Un settimanale di informazione religiosa come Vida Nueva, non incline a facili entusiasmi riguardo ai movimenti, parla di «fenomeno Hakuna». E un grande quotidiano laico come La Razon più di una volta si è soffermato con curiosità sulla capacità di questa new entry fra i movimenti di attrarre figure lontane dal mondo ecclesiale. «Hakuna riesce a dare ai giovani qualcosa che le parrocchie faticano a offrire – spiega don Julio Gómez, vicario parrocchiale a Madrid, esperto di comunicazioni sociali, che ha osservato negli anni l’impatto del movimento nella capitale – nelle parrocchie le persone vengono a Messa e se ne vanno, senza conoscersi, oppure vengono a Messa ma non partecipano alle iniziative di formazione, oppure ci vanno ma non hanno una vita di preghiera. Hakuna offre una proposta integrale di vita cristiana – contemplazione, formazione, impegno, vita comunitaria – con uno stile e un linguaggio molto freschi. Nelle nostre città europee il grande idolo è l’autonomia, l’indipendenza che si dispiega nell’anonimato, il quale crea un vuoto. In Hakuna un giovane che va all’adorazione eucaristica sa che dopo può fermarsi con quelle persone in ginocchio accanto a lui per bere una birra, condividere una serata, perché anche questo fa parte della proposta».

Don Manglano lo scorso 13 settembre è stato ricevuto in udienza dal Papa, ottenendone un incoraggiamento. Da mercoledì si trova di nuovo a Roma per il pellegrinaggio organizzato Hakuna nella città eterna, che è anche l’occasione per l’“Hakuna All Meeting”, un convegno sul tema “Periferie, scuole di vita” a cui intervengono, tra gli altri, il sacerdote e scrittore francese Matthieu Dauchez e la teologa spagnola Sonia Ortega.

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