martedì 14 ottobre 2014
​Adottare "comportamenti quotidiani basati sulla sobrietà e la salubrità nel consumo del cibo". È quanto indicano i vescovi incaricati della pastorale sociale nel Messaggio per la 64esima Giornata del Ringraziamento (IL TESTO)  a pochi mesi dall'apertura di Expo.
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​Adottare "comportamenti quotidiani basati sulla sobrietà e la salubrità nel consumo del cibo". È quanto indicano i vescovi incaricati della pastorale sociale nel Messaggio per la 64esima Giornata nazionale del Ringraziamento (9 novembre), a pochi mesi dall'apertura di Expo Milano 2015, che sarà dedicato a "Nutrire il pianeta. Energia per la vita". Per la Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, "siamo consumatori, ma anche cittadini attivi e responsabili", e quindi occorre porre "un'attenzione speciale al tema del cibo", rendendoci "consapevoli di coloro che patiscono la fame". "Alla sottonutrizione di alcuni - si legge nel Messaggio -, si affianca un dannoso eccesso di consumo di cibo da parte di altri. È uno scandalo che contraddice drammaticamente quella destinazione universale dei beni della terra richiamata - quasi cinquanta anni or sono - dal Concilio Vaticano II nella Costituzione pastorale Gaudium et spes. È una questione di giustizia, che pone gravi interrogativi in merito al nostro rapporto con la terra e con il cibo". È "importante" agire nelle nostre famiglie "per ridurre ed eliminare lo spreco alimentare, che nelle società agiate raggiunge livelli inaccettabili. Papa Francesco - ricordano i vescovi - ha più volte denunciato la 'cultura dello scarto', cultura che 'tende a diventare mentalità comune che contagia tuttì, rendendoci 'insensibili anche agli sprechi e agli scarti alimentari, che sono ancora più deprecabili quando in ogni parte del mondo, purtroppo, molte persone e famiglie soffrono fame e malnutrizione. Il consumismo ci ha indotti ad abituarci al superfluo e allo spreco quotidiano di cibo, al quale talvolta non siamo più in grado di dare il giusto valore, che va ben al di là dei meri parametri economici. Ricordiamo bene però che il cibo che si butta viaè come se venisse rubato dalla mensa di chi è povero, di chi ha fame!'".
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