mercoledì 11 marzo 2020
Il presidente dell'Apsa a «L'aria che tira» su La7. L'invito a chi governa, a Roma e nelle Regioni, a non dimenticare il valore strategico per il Paese di risorse come la sanità e l’istruzione
Monsignor Nunzio Galantino

Monsignor Nunzio Galantino - (frame tv)

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«A mio parere è pericoloso ridursi in queste condizioni, dover cioè mettere i medici nella condizione di dover scegliere chi far vivere e chi far morire. Spero che da tutto questo dramma venga fuori qualche domanda in più, soprattutto per chi ha delle responsabilità». È il forte richiamo che si è sentito di esprimere intervenendo alla trasmissione condotta da Myrta Merlino “L’Aria che tira” su La 7 (guarda il il video) l’attuale presidente dell’Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica) il vescovo Nunzio Galantino di fronte all’emergenza sanitaria che ha colpito il nostro Paese a causa del propagarsi della dall’epidemia Coronavirus Covid–19. Il presule pugliese che è stato tra l’altro segretario generale della Cei incalzato dalle domande della giornalista Merlino ha voluto indicare la strada del buon senso e di non volersi presentare «un demagogo fuori posto».

Galantino ha invitato le Istituzioni a non dimenticare il valore strategico per la vita del Paese di risorse come la sanità e l’istruzione, intesa come formazione per le nuove generazioni. La partecipazione del vescovo che guida l’Apsa dal 2018 è stata anche l’occasione per la presentazione del suo ultimo saggio edito da Piemme Sul Confine.
Incontri che vincono le paure. «Spero almeno che da questo dramma venga fuori qualche domanda in più per i nostri governanti – ha spiegato - per tutti coloro che hanno responsabilità. Parlo soprattutto della necessità di evitare che i primi settori che generalmente vengono toccati nei momenti di difficoltà economica come la sanità e l'istruzione».

E ha continuato: «E’ assurdo pensare che in pochi giorni si sia pensato di reintegrare o assumere medici e infermieri e per tanto tempo si è bloccato tutto». Una considerazione quella del vescovo Galantino per cogliere l’occasione per un «riequilibrio della spese» in difesa del welfare italiano e non solo. «Ci sono alcune spese militari – è stato il suggerimento – che possono essere toccate e quei soldi possono essere investiti per queste e per altre realtà. Smettiamo di considerare la sanità e la formazione come dei bancomat senza Pin dove se ci sono soldi li andiamo a prendere lì. E poi le paghiamo queste conseguenze».


Guarda il video - Galantino a La7

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