sabato 31 dicembre 2022
È la parola «grazie» quella che prevale negli innumerevoli messaggi di cordoglio inviati dai vescovi con le loro diocesi, dalle associazioni, dai movimenti e da moltissime voci del mondo ecclesiale
Diocesi, associazioni, movimenti insieme nel ricordo commosso di Benedetto
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È la parola «grazie» quella che prevale negli innumerevoli messaggi di cordoglio inviati dai vescovi con le loro diocesi, dalle associazioni, dai movimenti e da moltissime voci del mondo ecclesiale non appena si è diffusa la notizia della morte di Benedetto XVI.

La presidenza nazionale dell’Azione cattolica italiana, a nome di tutta l’associazione, esprime «profonda gratitudine per il suo ministero petrino e per la sua presenza orante e silenziosa offerta per il bene della Chiesa. Ricordiamo con affetto le parole che ha rivolto all’Ac in molteplici occasioni, in particolare esortandola a proseguire nella sua opera educativa a favore dei ragazzi e dei giovani».

«Delle tante qualità di Joseph Ratzinger vogliamo ricordare soprattutto la non comune capacità di fine ricerca teologica e la generosa cura al dialogo interreligioso, sempre vissute nelle virtù evangeliche di umiltà e mansuetudine», scrive in un messaggio il Il Movimento ecclesiale di impegno culturale.

Il Movimento cristiano lavoratori (Mcl) ricorda il Papa emerito come «un gigante della fede, difensore della ragione e dell'umano, testimone autentico della novità continua dell'Avvenimento cristiano e grande figura intellettuale capace di leggere con profondità i segni dei tempi, instancabile nel ricordare l'importanza per tutti del riconoscimento del contributo dell'esperienza religiosa nello spazio pubblico».

«Chi crede si affida completamente a Dio e per questo non teme di perdere nulla, avendo Lui come ricchezza»: con questa citazione l'Agesci ricorda sui propri canali social la figura del Papa emerito.

Secondo Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo, Benedetto XVI «ci lascia una meravigliosa paternità spirituale ed ecclesiale, un patrimonio che ha segnato il Novecento e i primi passi del nuovo Millennio. Ci lascia nel cuore un desiderio profondo di preghiera di ringraziamento per le sofferenza silenziosamente offerta per il superiore bene della Chiesa, per le tante incomprensioni e ingiustizie gioiosamente tramutate in preghiera a Dio. Ci lascia un solco di silenzi e di parole inascoltate che lo fanno grande ai nostri occhi e certamente dei posteri, sommessamente grande, come lo sono i santi».

Il presidente del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa, l’arcivescovo Gintaras Grušas, in una nota inviata da San Gallo ha voluto ricordare in particolare il «magistero europeo che Benedetto XVI ha sviluppato nel corso del suo pontificato, sottolineando l’importanza delle radici cristiane dell’Europa e mettendo in luce un necessario ritorno a Cristo e all’evangelizzazione per la costruzione di una civiltà dell’amore». I vescovi d’Europa, aggiunge il presule, «continueranno a sviluppare il Magistero europeo di Benedetto XVI, nella certezza che solo Cristo è speranza per una Europa in conflitto».

«Vorrei esprimere la mia personale riconoscenza e gratitudine per il grande servizio che Joseph Ratzinger ha dato alla Chiesa universale nel corso della sua vita. Un servizio reso con grande umiltà, senza chiedere niente per sé stesso», scrive in un suo messaggio il cardinale Gualtiero Bassetti, già presidente della Cei e arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve.

«Da sacerdote, da teologo, da vescovo, da Papa, Benedetto XVI ha espresso, allo stesso tempo, la fortezza e la dolcezza della fede, l’essenzialità e la semplicità», scrive il vicario del Papa per la diocesi di Roma, il cardinale Angelo De Donatis, unendosi al cordoglio per la morte di Ratzinger. «Nella vecchiaia e nella malattia ha continuato a sostenere l’umanità con l’offerta di sé stesso, divenendo segno del volto bello della Chiesa che riflette la luce del volto di Cristo. Vogliamo pensare che questa mattina – conclude De Donatis –, Dio si è avvicinato a questo nostro fratello nel sonno della morte, Cristo e sua Madre sono venuti a prenderlo con loro e a condurlo nel Paradiso, dove il sogno di una vita è già diventato la realtà dell’eternità».

Da Milano, a nome di tutta la diocesi, anche l’arcivescovo Mario Delpini ha voluto esprimere «un tributo di riconoscenza nei confronti di Benedetto XVI. La Chiesa tutta – scrive il presule ambrosiano – deve essere molto riconoscente a un uomo che ha testimoniato una coerenza esemplare con la propria coscienza, una coerenza che lo ha reso limpido e fermo nelle scelte, disponibile anche all’inedito per testimoniare la sua fedeltà e responsabilità». La Chiesa ambrosiana, aggiunge Delpini dal Camerun dove si trova in visita, «ha motivi propri per essere grata a papa Ratzinger. Molti di noi, infatti, incoraggiati dai nostri docenti nei primi anni del percorso teologico, hanno incontrato il suo insegnamento, specie con Introduzione al Cristianesimo, e vi hanno trovato una guida per tutto il percorso di formazione teologica». Il ricordo va poi «all’amicizia fedele durata decenni tra il cardinale Angelo Scola e Joseph Ratzinger», che ha propiziato la presenza a Milano di Benedetto XVI in diverse occasioni: «per l’aggiornamento del clero e per alcuni eventi particolari, come il funerale di don Giussani» oppure l’Incontro mondiale delle famiglie nel 2012.

Anche il cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle Val D’Elsa-Montalcino e vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza, ha ricordato Benedetto XVI, citando una una sua frase ormai famosa: «umile lavoratore nella vigna del Signore». «Questo – scrive Lojudice – è lo spirito che lo ha guidato nel suo Pontificato e nella sua rinuncia ad esso. Il Signore ci ha donato un grande uomo come Benedetto XVI e come ha sottolineato papa Francesco, la sua è stata una testimonianza di amore e di fedeltà alla Chiesa di Cristo».

Il vescovo di Aosta Franco Lovignana, presidente Conferenza episcopale piemontese, ha inviato una nota anche a nome dei vescovi della regione: «Esprimo partecipazione a questo momento di sofferenza per il distacco terreno da un grande uomo e da un vescovo sapiente, ma anche la gratitudine al Signore per il dono che Benedetto XVI ha rappresentato per la Chiesa universale con il suo Magistero cristallino, a dispetto di un modo di presentarsi e di comunicare quasi timido».

Da Albano arriva la voce del vescovo Vincenzo Viva: «La nostra diocesi – ha ricordato il presule – ha avuto la grazia di diversi incontri con Benedetto XVI. Egli amava soggiornare nella tranquillità delle ville pontificie a Castel Gandolfo, a contatto con la natura e le persone dei Castelli romani, per trovare ristoro dalle sue fatiche pastorali. Diverse sono state le circostanze di incontro diretto con il clero della diocesi e con i fedeli, in cui si è rivolto alla nostra Chiesa locale con l’amabilità di un vero padre e la saggezza di un grande teologo e pastore. Oggi, insieme a tutta la Chiesa, sentiamo di esprimere i nostri sentimenti di cordoglio e di gratitudine per un pontefice, che con la sua distinta personalità teologica e pastorale, ha saputo indicare alla comunità ecclesiale sentieri di verità e di speranza, in tempi difficili e travagliati. Egli ha servito la Chiesa con grande dedizione, forza spirituale e lucidità intellettuale. La diocesi di Albano lo ricorda con affetto e gratitudine nella preghiera».

Nell’esprimere il proprio cordoglio a nome di tutta l’arcidiocesi dell’Aquila, il cardinale Giuseppe Petrocchi, ricorda la visita di Benedetto XVI nelle zone colpite dal sisma del 28 aprile del 2009. Nella tendopoli di Onna, nota il porporato, Ratzinger disse: «Il Papa è qui, oggi, tra di voi per dirvi anche una parola di conforto circa i vostri morti: essi sono vivi in Dio e attendono da voi una testimonianza di coraggio e di speranza. Con animo grato per il suo sapiente e generoso ministero petrino – conclude Petrocchi – affidiamo il Papa emerito al Signore dell’Eternità».

«È stato per dieci anni il volto orante della Chiesa – sottolinea da parte sua il vescovo di Como, il cardinale Oscar Cantoni – . L’ha accompagnata sostenendola nelle sue non poche difficoltà. Gli siamo debitori per averci presentato la centralità del Cristo e per aver amato la Chiesa anche attraverso il gesto profetico delle sue dimissioni».

Unendosi alla commozione condivisa da tutti, anche l'arcidiocesi di Bologna, assieme al cardinale Matteo Zuppi, ricorda il legame con Ratzinger: «Il 25 settembre 1997 - si legge in un comunicato -, quando era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, intervenne al Palazzetto dello Sport durante le celebrazioni del Congresso Eucaristico Nazionale con una “Lectio magistralis” su “L’Eucaristia sacramento di ogni salvezza”. Dal 25 febbraio al 3 marzo 2007, su richiesta di papa Benedetto XVI, gli Esercizi spirituali per la Curia Romana in preparazione alla Pasqua furono predicati dal cardinale Giacomo Biffi, arcivescovo emerito di Bologna. Particolari legami ci furono anche con il cardinale Carlo Caffarra. Il 31 gennaio 2012, inoltre, l’allora papa Benedetto XVI nominò don Matteo Zuppi vescovo ausiliare della Diocesi di Roma per il Centro storico».

Da Venezia arriva la voce del patriarca Francesco Moraglia, che esprime «gratitudine e riconoscenza per il prezioso e autorevole servizio reso da Joseph Ratzinger a tutta la Chiesa e al mondo nella sua lunga vita di uomo, teologo, sacerdote, vescovo e papa». Invitando tutte le comunità locali a pregare per Benedetto XVI, Moraglia ricorda «la sua figura bella, luminosa, mite, forte e umile, che ha annunciato e testimoniato con la sua persona la fede, l’amore e la speranza nel Signore Gesù, certi che dopo aver celebrato con profondità la liturgia della Chiesa su questa terra ora potrà viverla in pienezza nella gioia del cielo».

Tra i messaggi inviati anche quello dell’arcidicoesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela con l’arcivescovo Giovanni Accolla: «Ricordiamo con riconoscenza la sua visita apostolica in Sicilia nell’ottobre 2010 in occasione del Convegno Regionale Famiglie e Giovani “Lo sguardo del coraggio per una educazione alla speranza” – si legge nel messaggio – È rimasto nella memoria di tutti il suo gesto di omaggio floreale a Capaci, sostando sull’autostrada in memoria del giudice Giovanni Falcone e degli uomini della sua scorta vittime della violenza mafiosa. Come Comunità diocesana, dobbiamo a lui l’elevazione agli onori degli altari del beato Antonio Franco il 2 settembre 2013».

Ratzinger, scrive il vescovo di Bergamo, Francesco Beschi, è stato «un Papa di spiritualità abissale, un custode del futuro, coniugando il valore della tradizione con una visione moderna di Chiesa, tanto da avere il coraggio, pieno di fede, della scelta delle dimissioni, incarnando in sé quella sapienziale intuizione della prospettiva di un umanesimo veramente integrale, di ogni uomo e di tutto l’uomo, illuminato dalla luce che viene da Dio. Indimenticabile l’ultimo incontro con lui insieme a tutti i vescovi di Lombardia – aggiunge Beschi –. Nel salutarlo, mi disse: “Alla morte di Papa Giovanni, tutta la Germania ha pianto. Era un uomo eccezionale”. Alla mia risposta: “Anche lei lo è”, scosse lentamente la testa con un dolce sorriso».

Ai messaggi di cordoglio si è aggiunto anche quello dell'arcivescovo di Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi: «La sua lunga vita al servizio della Chiesa - scrive il presule -, la sua dedizione e intelligenza teologica, la testimonianza che ha offerto come vicario di Pietro e il coraggio che ha dimostrato negli otto anni di Pontificato, compresa la decisione di rinunciare al ministero e infine la presenza vigile e riservata di questi ultimi dieci anni, ci regalano una memoria grata e commossa di lui».

«Uomo dall’intelligenza fine, l’ha messa tutta al servizio della fede, come teologo, pastore, pontefice»: è il ricordo delle due diocesi “sorelle” di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, guidate dal vescovo Domenico Sorrentino. «Ci ha messi in guardia da una malattia mortale del nostro tempo - scrivono le due diocesi umbre -: la “dittatura del relativismo” che ci nutre di voci contraddittorie impedendoci di trovare il senso ultimo della vita. Ci ha segnalato la medicina per guarirla: lo “splendore della verità”, che può essere cercata a fatica, ma non può essere negata, senza che la nostra vita piombi nel non senso e nella tristezza».

Dall’arcivescovo Giacomo Morandi, vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, arriva un «ringraziamento commosso al Signore per avercelo donato come Pastore sapiente, mite e umile, con un profondo amore alla Chiesa che ha servito con il suo Magistero illuminato».

Anche il vescovo di Concordia-Pordenone, Giuseppe Pellegrini, con un messaggio dalla Thailandia, dove si trova in visita alla missione diocesana, ha voluto esprimere il proprio dolore per la morte di Ratzinger.

«Benedetto. Ora e sempre» è il semplice titolo del comunicato della diocesi di Ventimiglia-Sanremo, che riporta diversi testi e interventi di Benedetto XVI.

«Un modello di servizio da coltivare e imitare, personalmente e come comunità cristiana». Così il vescovo di Prato Giovanni Nerbini ricorda Benedetto XVI. «È stato un uomo dotato di una grandissima umanità e stile, ha lasciato l’esempio di come si serve la Chiesa», nota il presule toscano.

Secondo Alleanza Cattolica, Joseph Ratzinger è stato «un raffinato teologo che, con coraggio, determinazione e mitezza, ha sostenuto le ragioni della Chiesa e ha saputo intessere con gli esponenti di altre religioni e del mondo della cultura, un dialogo autentico fondato sulla ricerca della Verità e sull'appello al doveroso e fecondo incontro tra Fede e Ragione, due facce complementari della vita di ogni popolo e di ogni civiltà. Ma una Ragione aperta, allargata, senza dogmi, pregiudizi e limitazioni ideologiche, in grado di cogliere la bellezza e non solo ciò che è quantificabile».

Davide Prosperi, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, definisce Benedetto XVI «un vero gigante della fede e un testimone fervente della bellezza della vita segnata dall’incontro con Cristo. È stato un autentico padre della Chiesa e anche un padre affezionato di ogni uomo e donna di quest’epoca. In particolare è stato senz’altro un padre affettuoso per noi di Comunione e Liberazione. In un mondo alla ricerca confusa di un significato per vivere, Benedetto ha infatti servito la Chiesa mostrando a tutti come, usando le sue parole, «l’intelligenza della fede diventa intelligenza della realtà».

Secondo la Compagnia delle opere, quello di Benedetto XVI «è stato un costante dialogo e pensiero critico verso la modernità. Un dialogo intessuto e ricercato con cuore aperto. Un insegnamento appassionato all’uomo, a chiunque. La sua lezione, le sue parole dovranno essere riscoperte. La sua testimonianza di fede, anche dopo la rinuncia al Soglio Pontificio, è stata una lezione di amore all’interno della Chiesa e di fedeltà al suo Successore».

Il pontificato di papa Ratzinger, scrive l'associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, «ha dato, insieme a Giovanni Paolo II, il pieno riconoscimento ai carismi e alle nuove comunità come dono coessenziale alla gerarchia per annunciare Gesù nel mondo, fino alle estreme periferie».

A ricordare «il magistero che papa Benedetto XVI ci lascia sulle migrazioni» è Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, presidente della Fondazione Migrantes: «La sua morte ci consegna questa fede e questa speranza dei migranti per costruire con loro il nostro futuro», nota Perego.

Anche la Pontificia accademia per la vita «partecipa al dolore della Chiesa per la morte del Papa emerito Benedetto XVI. Ricordiamo il suo servizio “nella vigna del Signore”, lo ricordiamo come una delle personalità teologiche più autorevoli del Novecento, costantemente impegnato a rendere la fede comprensibile e affidabile per l’uomo moderno».

Dal Movimento per la vita arriva un grazie a Benedetto XVI «per come ha saputo coniugare mirabilmente la Verità con la Carità e la Carità con la Libertà e per aver insegnato che la libertà si realizza solo se unita alla Verità e alla Carità». Il Movimento poi ricorda le tante parole di Ratzinger «a difesa della dignità dell’uomo fin dal concepimento».

«L'umile servo nella vigna del Signore è tornato fra le braccia del Padre che tanto ha amato e servito durante la vita. Un grande testimone della fede, un modello da seguire e da onorare»: sono le parole diffuse sui canali social dell'associazione Family Day.

Benedetto XVI: «un vicario di Cristo, un pastore tenero e un intellettuale lungimirante», scrive l'AGe-Associazione italiana genitori. «Con la sua vita ha sempre dimostrato la grandezza della forza che viene dalla fede profonda in Gesù Cristo e l’importanza di costruire sempre relazioni e dialogo con gli altri, nel rispetto della dignità di ogni persona. Ci lascia un patrimonio di consapevolezza impagabile», conclude l'Age.

Dalla Comunità di Sant’Egidio un altro ricordo commosso: Benedetto XVI, si legge nella nota, è stato «un pastore mite e profondo che fin dal Concilio Vaticano II è stato punto di riferimento fondamentale, con il suo pensiero teologico e umanista, anche per i movimenti ecclesiali sorti in quella stagione. Ricordiamo gli incontri, le visite, i momenti di preghiera con la Comunità lungo il suo Pontificato, che hanno segnato in maniera significativa la vita e la riflessione di Sant’Egidio».

Particolarmente grato anche il messaggio inviato da Franco Anelli, rettore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore: «La notizia della morte di Benedetto XVI commuove profondamente l'intera comunità dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, nei confronti della quale il Papa emerito ha sempre dimostrato sentimenti di stima e benevolenza. È stato una guida sicura per il cammino dell'Ateneo, secondo il metodo così mirabilmente sintetizzato nella sua enciclica Caritas in Veritate: "Non c'è l'intelligenza e poi l'amore: ci sono l'amore ricco di intelligenza e l'intelligenza piena di amore" (n. 30). Questa visione armonica della conoscenza e dell'esistenza costituisce un'eredità preziosa, che tutta l'Università Cattolica del Sacro Cuore si impegna a onorare come segno di devozione e di gratitudine nei confronti del Papa emerito».

«Benedetto XVI mancherà a tutti i bambini del mondo, come mancherà a tutta la Chiesa. È stato un gigante, un amico di Meter, delle vittime di abuso. Ha saputo accogliere, ascoltare e con umile forza difendere le vittime dagli attacchi dei lupi. Tra il 2009 e le sue dimissioni non ha mai fatto mancare il suo incoraggiamento e appoggio, sono memorabili i saluti speciali che ogni anno ha manifestato per i volontari e le famiglie radunatesi a Piazza S. Pietro per la Giornata Bambini Vittime contro ogni forma di abuso e pedofilia. Noi possiamo solo pregare per lui e ringraziare il Signore per avercelo donato». Sono queste le parole di don Fortunato Di Noto, il sacerdote e fondatore dell’Associazione Meter per la lotta alla pedofilia e pedopornografia online.

Anche il Sermig - Arsenale della Pace di Torino si stringe in preghiera nel ricordo di Benedetto XVI: «Lo ricordiamo con profondo affetto e riconoscenza, – dice Ernesto Olivero, fondatore del Sermig - abbiamo avuto la possibilità di incontrarlo più volte sia durante che dopo il suo pontificato. Ha sempre accompagnato le iniziative dei nostri Arsenali. Oggi preghiamo per lui, facendo tesoro del suo insegnamento e anche della sua delicatezza».

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