giovedì 14 marzo 2019
Nasce a Bologna l’Osservatorio che coinvolgerà rappresentanti di Chiese e comunità religiose in Italia. Fra le priorità, la promozione della dignità e la valorizzazione del genio femminile
La firma dell'Appello ecumenico contro la violenza sulle donne siglato nel 2015

La firma dell'Appello ecumenico contro la violenza sulle donne siglato nel 2015

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Oggi a Bologna viene lanciato l’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne (Oivd) che si apre un nuovo capitolo nella storia di dialogo che coinvolge Chiese e comunità religiose presenti in Italia. Il progetto viene presentato in un articolato programma e nasce dalla base e dalla realtà femminile, per riproporre e rilanciare un’iniziativa che si svolse nel 2015. Il 9 marzo di quell’anno a Roma dieci Chiese cristiane firmarono in Senato un Appello ecumenico alle Chiese contro la violenza sulle donne. Il documento, ideato dalla Commissione studi della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia e condiviso dall’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza episcopale italiana, riconosceva la violenza contro le donne come emergenza nazionale scaturita spesso in famiglia e come gesto contro Dio stesso e ogni essere umano. Per questo i firmatari, da un lato, chiedevano agli attori sociali di rispettare e promuovere la dignità delle donne, dall’altro, impegnavano le Chiese rappresentate a esercitare un’azione educativa e pastorale per aiutare la parte maschile a liberarsi dalla spinta a commettere violenza sulle donne e a promuovere la loro dignità e ruolo all’interno delle comunità cristiane e della società intera.

Dopo questo passo si attendevano ricadute nella pastorale ordinaria delle comunità cristiane che stentavano a maturare, così che l’Appello rischiava di rimanere un buon proposito. Sulla questione vigilavano alcune donne impegnate nel movimento ecumenico. Tra loro Paola Cavallari, responsabile del gruppo bolognese del Segretariato attività ecumeniche, che ha promosso dal 2016 al 2018 a Bologna tre tavole rotonde interreligiose sul tema della violenza contro le donne. Su questo terreno ha affondato le radici l’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne che viene presentato oggi alla Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII. Dopo l’assemblea delle ventidue donne costituenti, che vivono e operano in diverse regioni italiane, alle 16.30 inizierà la sessione pubblica. Alberto Melloni, segretario della Fondazione, terrà il saluto augurale a cui seguirà la cerimonia della firma del Protocollo d’intesa che costituisce il patto fondativo dell’Osservatorio. Il programma continuerà con una conferenza stampa, un saluto del presidente del Segretariato attività ecumeniche, Piero Stefani, e la presentazione del libro curato da Paola Cavallari Non solo reato, anche peccato. Religioni e violenza contro le donne (Effatà Editrice), che raccoglie i contributi di teologhe e studiosi impegnati nelle chiese, nel mondo accademico e nell’associazionismo, moti di loro intervenuti alle tavole rotonde interreligiose di Bologna. Ludovica Eugenio, direttrice dell’agenzia di stampa Adista, intervisterà la curatrice. L’incontro, aperto a tutte e a tutti, si concluderà con un buffet.

Tra gli invitati al pomeriggio bolognese ci sono le associazioni di uomini che stanno compiendo un lavoro di autocoscienza per raggiungere un migliore rapporto con se stessi e con il genere femminile. Alcuni hanno già collaborato alle tavole interreligiose portando la loro riflessione sul tema delle violenze contro le donne. L’Osservatorio nasce da donne e diffonde la voce delle donne ma è anche aperto all’adesione maschile e alla promozione di quelle voci che sensibilizzano la società su un nuovo modo di rapportarsi tra uomini e donne. Anche nelle religioni.

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