martedì 20 luglio 2021
Solo durante la prima grande “chiusura” dello scorso anno si sono rivolte ai 678 centri Caritas della regione 50mila famiglie, circa 120mila persone. I dati contenuti in un rapporto presentato a Bari
Una chiesa al tempo del Covid

Una chiesa al tempo del Covid - Siciliani

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Una Chiesa interdetta al culto ma non all’ascolto, all’accoglienza, al sostegno concreto, soprattutto di quelli che hanno sofferto maggiormente l’inaspettato lockdown, con lavori precari o in nero. «Chiese chiuse… Chiesa aperta. La testimonianza della carità nelle chiese di Puglia al tempo della pandemia», edizioni La Meridiana, Molfetta 2021, fotografa quanto ha fatto la Caritas pugliese durante il primo lockdown, quando ancora non erano entrati in vigore gli aiuti statali. Ieri, nell’Aula sinodale dell’arcidiocesi di Bari-Bitonto a Bari, la presentazione del report, curato da Serena Quarta, docente presso l’Università di Salerno, e da don Alessandro Mayer, delegato regionale della Caritas di Puglia.

Ad inizio pandemia, in Puglia, erano attivi ben 678 centri Caritas, impiegati su tutti i fronti, dal sostegno alimentare all’ascolto. Forte l’incremento di giovani. Con un’analisi qualitativa e quantitativa è stata data voce al fenomeno. «Una rilevazione capillare fatta dopo l’emergenza, raccogliendo i dati provenienti dai questionari diffusi alle parrocchie e, in seconda battuta, dalle interviste semi-strutturate proposte ad un campione di operatori di diversa provenienza – ha spiegato la curatrice Serena Quarta – per coglierne sentimenti, difficoltà e punti di forza e così approfondire ulteriormente i dati statistici già rilevati».

«La Caritas pugliese – ha commentato Luigi Renna, vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano e segretario della Conferenza episcopale pugliese – ha saputo cogliere subito la gravità della situazione. È la competenza del buon samaritano che «guarda, si commuove e agisce» partendo da un’azione immediata e giungendo a una fase più strutturata. Un report che trasuda di concretezza, di azione. Un punto di arrivo, che indica che in cinquant’anni di Caritas in Puglia si è imparato un metodo ma anche un punto di partenza, da cui ripartire non solo nella Chiesa ma anche con le nostre istituzioni civili». «I dati emersi rilevano spaccati preoccupanti. In due mesi di lockdown pieno – racconta il curatore don Alessandro Mayer – si sono rivolte alle Caritas di Puglia circa 50mila famiglie, vuol dire circa 120mila persone, considerando una media territoriale di 2 persone e mezzo a nucleo familiare.

Un incremento di quasi il 100%, rispetto ai due mesi precedenti e famiglie che mai sarebbero arrivate a chiedere aiuto, lo hanno fatto.

D’altro canto è emersa anche la capacità di risposta della comunità cristiana e cittadina. In quei mesi di chiusura forzata, abbiamo registrato una Chiesa aperta, capace di fare da catalizzatore di tante iniziative, con buone prassi interessanti». Come quella di un piccolo paese nel Salento che in una settimana, attraverso i social, ha messo in piedi una bacheca, CondividiAMO, in cui in modo trasparente veniva scritto cosa serviva e si rendeva noto quanto e cosa veniva donato. Un meccanismo che ha imposto anche alle istituzioni locali altrettanta trasparenza nelle modalità di aiuto. Oppure la “spesa sospesa” presso i diversi supermercati e, ancora, l’iniziativa Risto-bene, che ha permesso di aiutare anche il comparto dei ristoratori attraverso la preparazione dei pasti a prezzo calmierato distribuiti poi nelle mense.

«Questa pubblicazione è nata in un secondo momento, quando, dopo aver sottoposto i test, è emerso uno stupore nello scoprire che questi siamo noi, la Chiesa che si è fatta carità – ha sottolineato Giovanni Checchinato, vescovo di San Severo, delegato della Conferenza episcopale pugliese per la pastorale della carità – e bisognava raccontarlo. Oltre i numeri poi, sono venuti fuori altri aspetti: la solitudine, soprattutto delle persone colpite dai Covid-19 e i conflitti familiari, che si sono acuiti. Un altro elemento è l’approfondimento fatto sulle radici della povertà, che si trova in una inadeguata comprensione della dimensione del lavoro, se pensiamo al tanto nero o al caporalato. Aspetto positivo è invece la fantasia caritativa e l’attenzione dei giovani. Si sono avvicinati anche ragazzi che in Chiesa non ci mettono piede ma che si sono sentiti chiamati». Il testo del report è disponibile gratuitamente in formato e-book sul sito delle edizioni La Meridiana di Molfetta.

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