martedì 31 marzo 2020
L'Ufficio Cei per la Pastorale della salute e l'Associazione italiana Psicologi e psichiatri hanno costituito un Servizio di accompagnamento psicologico per chi svolge servizio pastorale in corsia.
Cappellani ospedalieri sotto pressione, per loro un «servizio di ascolto»
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Sotto pressione in queste settimane non ci sono solamente gli operatori sanitari: in corsie e reparti accanto a loro operano i cappellani ospedalieri, per i quali non ci sono turni né riposi ma un servizio continuo che è il riflesso della loro vocazione. Anche sacerdoti e religiosi tuttavia subiscono lo stress emotivo e fisico di questi giorni. A loro ha dunque pensato l’Ufficio nazionale per la Pastorale della salute che in collaborazione con l’Associazione italiana Psicologi e psichiatri propone a titolo gratuito il nuovo «Servizio di ascolto e accompagnamento psicologico per i cappellani ospedalieri e loro collaboratori», un forma di «aiuto a una parte di Chiesa così esposta in prima linea nella lotta al Covid-19 – informa il dell’Ufficio Cei diretto da don Massimo Angelelli – di fronte alle nuove modalità in cui lo stress si sta manifestando nell'accompagnare spiritualmente il malato, i suoi familiari, gli operatori sanitari, altri operatori pastorali».

Con questo Servizio si vuole «creare un’occasione di dialogo per gestire l’impatto emotivo e così disinnescare la carica potenzialmente traumatica» dell’esperienza che i cappellani stanno vivendo. Una forma di «attenzione specifica» che «può e deve essere indirizzata ai curanti» - e il cappellano è a tutti gli effetti inserito nell’équipe di cura -, cioè «a chi mai come oggi continua a accompagnare i fratelli (il malato, l'operatore sanitario) impegnati al confine tra la vita e la morte, o chi vive un tipo di lutto» senza precedenti inesistente «perché oggi vengono negati vicinanza, ultimo saluto, preghiera condivisa dei familiari».

Il servizio di ascolto e dialogo proposto da Ufficio Cei per la Pastorale della salute e Associazione italiana Piscologi e psichiatri è offerto dall'Itci (Istituto di Terapia cognitiva interpersolane) diretto da Tonino Cantelmi, clinico e diacono. «L'attività di sostegno – spiega l’Ufficio nazionale – si svolge tipicamente nella modalità della video-chiamata; è indirizzata ai cappellani e agli assistenti religiosi di strutture sanitarie e socio-sanitarie» e «si unisce in maniera complementare alla quotidiana vicinanza espressa da una preghiera intensa, condivisa e fortemente sentita da ciascuno di noi» cappellani degli ospedali italiani.

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