mercoledì 21 ottobre 2020
Su iniziativa del neorettore De Michieli, con il sostegno della monache agostiniane fino a maggio 2021 una volta al mese sarà celebrata un’Eucaristia in rito maronita
Nel nome di santa Rita una Messa in arabo per il Libano
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Una preghiera idealmente profumata di rosa, il fiore simbolo della santa degli impossibili. Una celebrazione che annulla le distanze e spiritualmente unisce intorno allo stesso altare due comunità divise solo dalla geografia. Parte oggi, per ripetersi una volta al mese fino a maggio dell’anno prossimo l’iniziativa “In preghiera con Santa Rita per il Libano”.

Questo pomeriggio alle 17 (le 18 libanesi) nella Basilica di Santa Rita da Cascia, verrà infatti celebrata una Messa in lingua araba, secondo il rito maronita, cui potranno partecipare anche i fedeli del Paese dei cedri. Basterà collegarsi al canale YouTube del Monastero Santa Rita da Cascia, dove le liturgie saranno trasmesse in diretta streaming. In chiusura dell’Eucaristia odierna, così come in quelle che seguiranno, il passaggio davanti all’urna che custodisce il corpo della santa, con una preghiera di affidamento, scritta per l’occasione.

«Vogliamo portare la consolazione, la vicinanza e soprattutto la speranza di santa Rita nelle case di ogni devoto in Libano raggiungendo anche chi non può muoversi e sta vivendo delle difficoltà» – spiega padre Luciano De Michieli, da un mese rettore della Basilica di Santa Rita, cui si deve l’idea iniziale subito appoggiata da suor Maria Rosa Bernardinis priora del monastero Santa Rita da Cascia. «Le monache – aggiunge il religioso agostiniano –- ogni giorno da vent’anni recitano il rosario per il popolo libanese, storicamente afflitto da guerre e instabilità. Una situazione drammatica, peggiorata dalla pandemia e dall’esplosione di agosto al porto di Beirut. Il nostro – continua De Michieli – è un cammino da fare insieme, verso la festa di santa Rita del 22 maggio 2021».


Il Libano potrà partecipare all'Eucaristia in rito maronita attraverso i social
e in particolare attraverso il canale YouTube del monastero di Santa Rita da Cascia

A testimoniare il grande legame che unisce Cascia e il Paese dei cedri nel segno della santa dei casi impossibili, la statua posta all’ingresso della città umbra e scolpita proprio in pietra calcarea libanese. Alto 6 metri, per 30 tonnellate di peso il monumento che ritrae santa Rita con i tipici simboli che la caratterizzano, dalla rosa alla spina, è stato inaugurato il 18 ottobre 2015 dopo aver ricevuto, il 30 settembre, la benedizione di papa Francesco in piazza San Pietro.

La sua realizzazione è frutto dell’impegno di un sacerdote maronita, padre Charbel, e del sostegno economico garantito dal ricco mecenate locale Sarkis Sarkis. Libanese anche l’artista che ha realizzato l’opera, utilizzando pietra estratta a duemila metri di altitudine: Nayef Alwan molto conosciuto in patria.

Proprio in ricordo della storica cerimonia di cinque anni fa, cui prese parte il cardinale Béchara Boutros Raï, oggi il Comune di Cascia, con la partecipazione della popolazione e del Monastero di Santa Rita donerà 13.000 euro alla scuola intitolata alla santa nella città libanese di Dbayeh. Si tratta di un istituto nato nel 1965 e gestito dall’Ordine Maronita Mariamita che garantisce un ciclo di studi che va dalla scuola dell’infanzia alle classi secondarie, con sezioni sia letterarie che scientifiche. Come detto quella odierna è la prima di un ciclo di Messe in arabo celebrate secondo il rito maronita. Le altre sono in programma il 17 novembre, il 15 dicembre e, nel 2021, il 19 gennaio, il 16 febbraio, il 16 marzo, il 20 aprile e l’11 maggio.

La preghiera in diretta dalle 17



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