lunedì 23 marzo 2020
Voto unanime per il sacerdote che nel 2004 era stato indicato da don Giussani come suo successore. Mandato per altri sei anni
Don Julián Carrón

Don Julián Carrón - GRPhoto

COMMENTA E CONDIVIDI

Sabato scorso si è svolta a Milano la “diaconia centrale”, momento e organo direttivo della Fraternità di Comunione e Liberazione, per l’elezione del presidente al termine del mandato di don Julián Carrón, che nel 2004 era stato indicato da don Luigi Giussani come suo successore. Alla votazione, che si è svolta a scrutinio segreto, hanno preso parte tutti i membri della diaconia, salvo un assente giustificato, di cui nove presenti in sede – «nel rispetto delle norme sanitarie imposte dall’emergenza Covid-19» si sottolinea in un comunicato – e 21 collegati in videoconferenza dall’Italia e dal mondo. Ha presieduto il seggio elettorale il vicepresidente della Fraternità Davide Prosperi. E don Carrón è stato rieletto all’unanimità, con una scheda bianca, per i prossimi sei anni. Lui stesso ne ha poi dato notizia al movimento con una lettera.

In questa missiva ricorda alcuni antefatti, a partire dalla riflessione sull’opportunità o meno di compiere questo passaggio, l’elezione, in tempi così difficili a e particolari. Ma «abbiamo valutato che il presidente è la guida del movimento» scrive il sacerdote spagnolo e «per questo deve essere pienamente legittimato a svolgere il suo ruolo di guida, nel pieno esercizio delle prerogative assegnategli dallo statuto. Non potendo immaginare quanto durerà l’emergenza, e quindi non sapendo a quale data avremmo potuto rinviare la diaconia, abbiamo ritenuto che non era opportuno che il movimento fosse guidato troppo a lungo da un presidente in regime prolungato di prorogatio».

Don Carrón ricorda come avesse messo a tema l’elezione del presidente già un anno fa, per arrivare alla scadenza con un adeguato approfondimento e dialogo interno. «Ho accettato questa responsabilità – continua – con la stessa disponibilità con cui ho risposto dal primo istante alla chiamata di don Giussani e con l’unico desiderio di assecondare il disegno di un Altro. Cosciente dei miei limiti, desidero continuare a servire l’iniziativa di Colui che è il vero protagonista di quello che viviamo. Nessuno di noi, infatti, sarebbe in grado di generare quello che vediamo accadere in noi e attorno a noi. Tutti rimaniamo veramente stupefatti davanti a tanta ricchezza di vita, di iniziative, di novità adesso, in un momento particolarmente sfidante, in un’epoca nella quale il nichilismo dilaga dappertutto. In particolare, nella circostanza drammatica che stiamo attraversando, si vede chiaramente come il percorso educativo in cui siamo coinvolti genera persone in grado di stare davanti alle sfide, senza cedere alla paura e al nulla».

Quindi il pensiero del presidente di Cl va alla alla tragedia di questi giorni: «Come è ormai evidente, la grave emergenza sanitaria provocata dal Covid-19 sta avendo ripercussioni sull’economia e sulla vita di molti in Italia e in numerosi Paesi del mondo. Di conseguenza, la Fraternità sarà sicuramente chiamata a sostenere tante necessità che emergeranno fra di noi. In questi giorni così drammatici sentiamo tutti più vivo il desiderio di venire in soccorso ai tanti bisogni che ci sono e che ci saranno nel prossimo futuro».

«In questo particolarissimo momento attraverso il quale il Mistero ci fa passare – scrive don Carrón in conclusione – voglio esprimere tutta la mia vicinanza e quella di tutto il movimento a quanti sono impegnati in prima linea (come infermieri, medici e nei servizi di ogni tipo), agli ammalati e a coloro che hanno perso qualcuno dei propri cari. Che stupore poter vivere e offrire tutto nella certezza di Cristo presente!». (Red.Cath.)
<+RIPRODUZ_RIS>

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: