venerdì 24 gennaio 2025
Indiano, 51 anni, è il coordinatore dei viaggi apostolici del Papa, incarico che continuerà a svolgere
il cardinale George Jacob Koovakad

il cardinale George Jacob Koovakad - Wikimedia

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È il cardinale indiano George Jacob Koovakad, 51 anni, coordinatore dei viaggi apostolici presso la Segreteria di Stato, il nuovo prefetto del Dicastero per il Dialogo interreligioso. Succede al cardinale spagnolo Miguel Ángel Ayuso Guixot, deceduto lo scorso 25 novembre all’età di 72 anni.

Koovakad ha ricevuto la berretta color porpora nel Concistoro dell’8 dicembre. Pochi giorni prima, il 24 novembre, era stato consacrato vescovo nella cattedrale siro-malabarese di Santa Maria a Changanacherry, nello Stato indiano del Kerala. Il giovane cardinale proviene infatti dalla Chiesa siro-malabarese, che affonda le sue radici nella predicazione dell’apostolo Tommaso in India e che con i suoi 4 milioni e mezzo di fedeli è oggi la seconda Chiesa cattolica di rito orientale, o sui iuris, dopo la Chiesa greco-cattolica ucraina come grandezza.

Koovakad è nato a Chethipuzha, in Kerala, l’11 agosto 1973. È stato ordinato sacerdote il 24 luglio 2004, incardinandosi appunto a Changanacherry. Dopo essersi laureato in diritto canonico, è entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede il 1° luglio 2006. Dal 2006 al 2009 ha prestato servizio presso la nunziatura apostolica in Algeria, in qualità di segretario. Nel marzo 2009 è stato trasferito alla nunziatura apostolica in Corea e, successivamente, nel 2012 alla nunziatura apostolica in Iran. Nel febbraio 2015 è stato nominato consigliere della nunziatura apostolica in Costa Rica, dove ha ricoperto il suo incarico fino al 2018. Successivamente, dal 2018 al 2020, ha prestato servizio come consigliere di nunziatura in Venezuela e dal luglio 2020 ha lavorato in Segreteria di Stato nella Sezione per gli Affari Generali. Nel 2021 papa Francesco l’ha incaricato dell’organizzazione dei viaggi apostolici, compito che continuerà a svolgere anche da prefetto del Dicastero per il dialogo interreligioso.

A Vatican News Koovakad ha detto di ricevere la nomina «con grande gratitudine per Papa Francesco, che in meno di due mesi mi ha inaspettatamente incluso nel collegio dei cardinali, mi ha nominato arcivescovo ed ora mi affida un Dicastero fino a poco tempo fa guidato da un uomo sapiente e buono come il cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot e, prima di lui, da uomo di profonda fede e instancabile costruttore di pace come il cardinale Tauran, anche lui fino alla fine della sua vita».

«Sono nato e cresciuto in una società multiculturale e multireligiosa - ha detto ancora il porporato indiano – dove tutte le religioni sono rispettate e garantiscono l’armonia. La differenza è una ricchezza! Mi piace sottolineare che il dialogo interreligioso in India è tradizionalmente legato al monachesimo. Già nel 1500 il gesuita Roberto De Nobili assunse abiti e costumi dei monaci indiani imparando le lingue locali cercando di assimilare tutto ciò che poteva essere valorizzato di queste tradizioni. Tentativo non esente da rischi, anche se, come ci insegna il Papa, uscendo e camminando sempre si rischia qualcosa. Ma ciò che vorrei sottolineare è questo atteggiamento di apertura, di simpatia e di vicinanza verso le altre tradizioni. La fede cristiana è capace di inculturarsi: i cristiani sono chiamati ad essere seme di fraternità per tutti. Tutto ciò non significa rinunciare alla propria identità ma piuttosto essere coscienti che l’identità non è o non dovrebbe mai essere un motivo per innalzare muri o discriminare gli altri, e sempre un’occasione per costruire ponti. Il dialogo interreligioso non è semplicemente un dialogo tra le religioni, ma tra credenti chiamati a testimoniare nel mondo la bellezza di credere in Dio e praticare la fraterna carità e rispetto».

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