lunedì 12 novembre 2018
L'omelia a Perugia per la festa di sant'Ercolano, patrono della città
Il cardinale Bassetti celebra Messa a Perugia (Andrea Coli)

Il cardinale Bassetti celebra Messa a Perugia (Andrea Coli)

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C’è bisogno di una Chiesa che sia «forse più ai margini, ma piena di fraternità, più gioiosa ed accogliente», che diventi sempre «più credibile nel gridare la speranza del mondo che è il Vangelo», che sappia «accogliere il nuovo che avanza», che incentivi «un positivo protagonismo dei laici, consapevoli anch’essi dell’ansia del Buon Pastore». Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, sceglie la festa di sant’Ercolano, patrono della città di Perugia, per invitare la comunità ecclesiale a «rinnovare la propria immagine per essere fedele al comando del Signore». Lo fa durante la Messa nella chiesa dedicata al vescovo martire nel centro storico del capoluogo umbro di fronte a una folla che domenica mattina riempie l’unica navata e che rappresenta i molteplici volti della città: dai rappresentanti delle istituzioni a quelli dei cinque rioni passando per famiglie, giovani, anziani, bambini.

Descrivendo le sfide che attendono la Chiesa, l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve spiega nell’omelia: «Occorre che tutti, pastori consacrati, uomini e donne, abbiano una forte empatia verso il mondo. Abbiano un cuore aperto a tutti e siano sale, luce, lievito per la crescita umana e spirituale di ogni creatura». Da qui l’appello. Servono «laici dalla fede forte, che sappiano custodire le molteplici frontiere della città, della cultura, e accogliere i poveri e coloro che chiedono ospitalità». Quindi lo sprone a liberarsi «dal nostro modo di pensare “si è sempre fatto così”».

Il porporato si sofferma anche sul tema della città prendendo spunto da Ercolano che fu «difensore» della comunità locale. «La città è un patrimonio inestimabile, la cui protezione e custodia è dovere di tutti» perché essa «ci è madre». E un richiamo al ruolo dell’università che a Perugia ha nel santo il suo patrono. «Un ateneo, quando è all’altezza della sua vocazione - sottolinea il cardinale - è l’istituzione che più delle altre raccoglie ed esprime l’identità di un intero popolo. Esso elabora sempre nuova cultura, crea collegamenti con le culture di altri popoli e sviluppa quel fecondo dialogo che rende possibile tutti quei legami di amicizia che promuovono la pace».

Al termine della celebrazione Bassetti riceve dell’amministrazione comunale il cero votivo acceso davanti alle reliquie di Ercolano.

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