martedì 14 settembre 2021
Il presidente della Cei: «Occorre invertire la rotta»
Bassetti: il Mediterraneo caleidoscopio delle crisi del mondo

Ansa

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Per secoli, le sue acque hanno separato l’Europa dall’Africa e l’Africa dall’Asia, la civiltà cristiana dall’islam, lo stesso cristianesimo in differenti confessioni. Ma il Mediterraneo può diventare il grande lago su cui più fedi, culture, popoli si affacciano per incontrarsi. Un “grande lago di Tiberiade”, secondo l’espressione di Giorgio La Pira. Era questo il “rovesciamento delle crociate” da lui auspicato già prima del Concilio. Un sogno – quello dell’apertura alla dimensione mediterranea - che ora il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), ripropone alla nostra Chiesa, ma anche all’intera comunità dei credenti e degli uomini e delle donne di buona volontà.

«Il Mediterraneo non è più soltanto un bacino marittimo che bagna tre Continenti, spesso in conflitto tra loro, ma un angolo visuale da cui guardare il mondo intero», è l’idea che il cardinale Bassetti ha rilanciato dall’Interfaith Forum di Bologna. Questo mare è un «caleidoscopio in cui si concentrano le crisi» globali, ma la rotta può e deve essere invertita con «coraggio, carità e responsabilità». Nel corso del G20 delle religioni, come è stato chiamato, non poteva mancare un incontro ad hoc sul Mare nostrum. Un evento – ha spiegato il presidente della Cei – che si pone in continuità – a partire dal nome, “Mediterraneo, frontiera di pace” – con l’iniziativa promossa dalla Chiesa italiana a Bari nel febbraio 2020 e che avrà una seconda edizione, a distanza di due anni, nel febbraio prossimo, a Firenze.

Perché nel processo di trasformazione di questo mare da «fossato» a «grande lago in cui fioriscono le civiltà» ha detto Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, le religioni hanno un ruolo fondamentale. «Lo può essere in senso negativo, quando le differenze religiose diventano il pretesto per conflitti che hanno in realtà ben altre motivazioni, geopolitiche, economiche, sociali. Lo può essere nel bene: perché l’incontro e il dialogo tra le religioni può aprire un tempo nuovo», ha sottolineato l’arcivescovo Betori. Fra i relatori della sessione, moderati dall’imam Yahya Sergio Yahe Pallavicini, anche Angaelos, arcivescovo copto ortodosso di Londra, l’ambasciatore italiano in Marocco, Armando Barucco, e quello libanese presso la Santa Sede Farid Elias El-Khazen, e gli esperti Micheal Driessen e Edoardo Greppi.

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