sabato 4 aprile 2020
Classe 1933 la religiosa fu la mano discreta di molte delle trascrizioni degli interventi a braccio del biblista divenuti poi dei saggi bestsellers
Carlo Maria Martini e suor Germana al Pib di Gerusalemme

Carlo Maria Martini e suor Germana al Pib di Gerusalemme - Foto Fondazione Carlo Maria Martini

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E’ spirata mercoledì 1° aprile suor Germana Iannaccone, per anni preziosa e instancabile collaboratrice del cardinale Carlo Maria Martini, la storica segretaria che nel corso del lungo episcopato ambrosiano del gesuita torinese trascrisse e sbobinò molti dei suoi interventi a braccio e spesso inediti. A dare ufficialmente la notizia della scomparsa della religiosa è stata la Fondazione Carlo Maria Martini con una lunga nota che campeggia da venerdì 3 aprile sull’home page del sito dedicato al cardinale biblista torinese. Nata a Lodi il 18 agosto 1933 è stata sepolta nella sua città natale al Cimitero Maggiore. Era entrata nel Carmelo di Verona a 30 anni ed era laureata in legge, filosofia e scienze politiche.
Commutati i voti carmelitani in voti di vita eremitica, dal 1977 suor Germana si era stabilita a Milano nella comunità di vita contemplativa da lei stessa fondata, denominata dal cardinale Martini "comunità del silenzio di Maria". Suor Germana aveva conosciuto Carlo Maria Martini proprio a Lodi, allora giovane professore di critica testuale al Pontificio Istituto Biblico di Roma (Pib) quando negli anni Sessanta il gesuita vi era arrivato come relatore per incontri di formazione biblica. Aveva poi incontrato padre Martini a Piacenza dove la religiosa era priora, negli anni Settanta, quando per la prima volta sbobinò le meditazioni di Martini ai vescovi dell'Emilia Romagna. A indicare il gesuita come predicatore di esercizi, in quel frangente, fu l’allora vescovo di Piacenza l’ambrosiano Enrico Manfredini e futuro arcivescovo di Bologna. Una collaborazione che sarebbe continuata a lungo, sia con la sbobinatura degli interventi sia con la gestione della corrispondenza di Martini, senza dimenticare la preparazione dei discorsi del cardinale che nel 1979 era stato nominato arcivescovo di Milano.
All’inizio dell’episcopato Martini incontrava suor Germana ogni sabato in Curia per un pomeriggio di ritiro che l’arcivescovo aveva stabilito di fare insieme ai suoi segretari. Aiutata dalla sua comunità, cominciò qualche lavoro di sbobinatura per lui e per il vicario generale, il vescovo Renato Corti. Da allora il lavoro di suor Germana assunse proporzioni di grande impegno. La religiosa lo viveva con una dedizione straordinaria. Certamente senza il suo impegno non ci sarebbe stata tutta la produzione editoriale del cardinale, a cui si deve anche la sua influenza spirituale a livello internazionale. La collaborazione di suor Germana riguardava poi anche la gestione della ricchissima corrispondenza che il cardinale riceveva da tutto il mondo e la preparazione di alcuni interventi o messaggi. Quando Martini terminò il suo episcopato a Milano e si trasferì a Gerusalemme, chiese a suor Germana, accompagnata da due sorelle, di seguirlo. Quasi contemporaneamente all’aggravarsi della malattia del cardinale (morbo di Parkinson), suor Germana manifestò i sintomi dell’Alzheimer.

La visita del cardinale malato di Parkinson ogni giovedì mattina alla sua segretaria

Rientrata in Italia, dovette poi essere ricoverata in una Rsa (Residenza sanitaria assistenziale) Martini negli ultimi anni della sua esistenza quando era ospite della residenza della Compagnia di Gesù l' "Aloisianum" di Gallarate, finché la salute glielo consentì, le fece visita, accompagnato dal suo ultimo segretario don Damiano Modena puntualmente ogni giovedì mattina. Dopo la morte del Cardinale ( 31 agosto 2012), suor Germana ha perso progressivamente le facoltà cognitive fino al decesso, avvenuto nell’ambito dell’epidemia di Covid-19, anche se non diagnosticato. «Il cardinal Martini, cui non mancavano certo valenti collaboratori – si legge in una testimonianza del biblista monsignor Roberto Vignolo - aveva bisogno di una mano destra femminile, empatica quanto ferma, fedele ed intelligente, da cui "lasciarsi scrivere", capace di riprodurre e interpretare fedelmente le sue molteplici predicazioni, che nemmeno rivedeva. Una volta che fossero state rielaborate da lei, potevano tranquillamente essere editate».

IL SITO DELLA FONDAZIONE MARTINI://www.fondazionecarlomariamartini.it

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