sabato 29 settembre 2012
​L’annuncio di Ruini: il Papa consegnerà i riconoscimenti a un filosofo e a un patrologo. Il primo, francese, studia la storia del pensiero; il secondo, statunitense, si dedica ai Padri della Chiesa. Scotti, presidente della Fondazione vaticana, lancia l’invito per il convegno di Rio de Janeiro.
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​Filosofia e storia del pensiero da un lato, patristica e storia della teologia dall’altro: il prossimo 20 ottobre saranno due rappresentanti di queste discipline del vasto orizzonte degli studi teologici a essere premiati da Benedetto XVI con quello che l’Osservatore Romano ha definito «Nobel della teologia». Il secondo «Premio Ratzinger 2012», promosso dalla «Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI», infatti, andrà al filosofo Rémi Brague e al gesuita patrologo statunitense Brian Edward Daley. L’annuncio è stato dato ieri mattina, durante una conferenza stampa nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala stampa della Santa Sede, dal cardinale Camillo Ruini, presidente del comitato scientifico della Fondazione, e da monsignor Giuseppe Antonio Scotti, presidente della stessa Fondazione.A presentare il profilo dei due premiati è stato Ruini, che ha definito Brague «un filosofo vero e al contempo un grande storico del pensiero e della cultura, che unisce alla forza speculativa e alla visione storica una fede cristiana e cattolica profonda ed esplicita, senza complessi». Parlando poi di Daley, poi, Ruini l’ha descritto come «un grande storico della teologia patristica, ma anche un uomo impegnato con tutto se stesso nella vita e nella missione della Chiesa, che unisce esemplarmente il rigore scientifico alla passione per il Vangelo».Brague, che ha più volte collaborato con Ruini nell’ambito delle iniziative promosse dal Progetto culturale della Chiesa italiana (l’ultima volta per il Convegno internazionale su Dio oggi a fine 2009), è nato a Parigi nel 1947, è sposato e ha quattro figli. Ha studiato filosofia e lingue classiche all’École Normale Supérieure di Parigi e poi anche ebraico e arabo. Come ricordato da Ruini, Brague ha insegnato per vent’anni, dal 1990 al 2010, alla Sorbona e attualmente, dal 2002, ha la cattedra «Romano Guardini» di scienza e storia delle religioni e di Weltanschauung cristiana presso l’Università Ludwig-Maximilian di Monaco di Baviera. È stato professore invitato a Penn State, Boston, Losanna, Milano, Pamplona. È membro dell’Institut de France, Académie des Sciences Morales et Politiques. «Ha conseguito numerosi e prestigiosi premi internazionali – ha notato Ruini –, tra i quali spicca il Grand prix de philosophie de l’Académie Française». I suoi libri spaziano dalla filosofia greca – in particolare Platone e Aristotele – alla filosofia medioevale cristiana, giudaica e islamica e alle opere di sintesi e approfondimento teoretico.Daley è nato ad Orange, nel New Jersey, nel 1940. Oggi ha la cattedra di teologia all’Università di Notre Dame nell’Indiana (Usa). Ha studiato alla Fordham University di New York e poi, dal 1961 al 1964, al Merton College di Oxford. Nel 1964 è entrato nella Compagnia di Gesù, ha compiuto gli studi filosofici al Loyola Seminary nello Stato di New York e quelli teologici alla Hochschule Skt. Georgen di Francoforte, dove è stato ordinato sacerdote il 25 luglio del 1970. Ha conseguito il dottorato a Oxford pubblicando un’edizione critica delle opere di Leonzio Bizantino. Ha insegnato per 18 anni, dal 1978 al 1996, teologia e storia della teologia alla Weston School of Theology di Cambridge nel Massachusetts. «Ha lavorato molto in ambito ecumenico – ha ricordato Ruini –, specialmente per i rapporti tra cattolici e ortodossi, e attualmente è segretario esecutivo per parte cattolica dell’organismo consultivo cattolico-ortodosso per il Nord America». Numerosissime le opere e le pubblicazioni, molte delle quali dedicate alla patristica, ma non mancano studi sulla spiritualità dei Gesuiti e traduzioni di testi patristici antichi o scritti di teologi come von Balthasar in inglese.Monsignor Scotti, poi, ha presentato le attività della Fondazione: il Premio Ratzinger, giunto alla seconda edizione, «vuol porre agli occhi dell’opinione pubblica la "questione di Dio"», ha detto, ed è «una delle tre attività del lavoro ordinario della Fondazione», accanto all’elargizione di borse di studio per dottorandi in Teologia e all’organizzazione di convegni teologici. Dopo quello dello scorso anno a Bydgoszcz, in Polonia, il prossimo è in programma a Rio de Janeiro. «Avverrà subito dopo l’assegnazione del Premio Ratzinger – ha detto Scotti –, dall’8 al 9 novembre. Le Università che hanno già dato la loro adesione sono più di 90 e il tema affrontato è di carattere antropologico: "Cosa fa sì che l’uomo sia uomo"».
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