Neril: «La cura del Creato? Sfida comune per cristiani ed ebrei»
Tra i principali interpreti del rapporto tra religione ed ecologia, Yonatan Neril parteciperà alla Conferenza “Raising Hope” che verrà aperta domani da Leone XIV

Ancora una volta lo scenario di Castel Gandolfo. E ancora una volta una manifestazione per celebrare i dieci anni dell’enciclica di papa Francesco «Laudato si’». È questo l’appuntamento internazionale denominato “Raising Hope for Climate Justice” (Aumentare la speranza per la giustizia climatica), promossa dal Movimento Laudato Si’ in collaborazione con vari partner ecclesiali e istituzionali, che si svolgerà da domani al 3 ottobre. L’evento, che riunirà oltre 400 leader religiosi, esperti di clima, rappresentanti della società civile e istituzioni provenienti da tutto il mondo, intende tracciare i prossimi passi nell’attuazione della conversione ecologica alla luce del magistero della Chiesa. Domani sarà proprio papa Leone XIV a dare avvio all’evento presso il Centro Mariapoli di Castel Gandolfo. Arriverà attorno alle 16 per dare avvio alla sessione che riunirà testimonianze, momenti spirituali e artistici. È previsto l’intervento del ministro dell’Ambiente e dei cambiamenti climatici del Brasile, Marina Silva e dell’ex governatore della California Arnold Schwarzenegger. Il Papa terrà poi il intervento. Ilavori proseguiranno anche nelle giornate del 2 e del 3 ottobre. Il programma completo verrà presentato ufficialmente questa mattina in una conferenza stampa nella Sala Stampa vaticana presenti, tra gli altri, il cardinale Jaime Spengler, arcivescovo di Porto Alegre in Brasile e presidente della Conferenza episcopale del Brasile e presidente del Celam, la direttrice esecutiva del Movimento Laudato si’ Lorna Gold. la segretaria del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, suor Alessandra Smerilli, l’ex governatore della California Arnold Schwarzenegger e il ministro degli Interni, ambiente e cambiamenti climatici di Tuvalu Maina Talia.
Il rabbino Yonatan Neril è tra i principali interpreti a livello mondiale del rapporto tra religione ed ecologia. Ha fondato e dirige l’Interfaith Center for Sustainable Development, un’organizzazione che promuove il legame tra fede ed ecologia, e parteciperà alla Conferenza Raising Hope for Climate Justice (raisinghope.earth/conference, 1-2-3 ottobre), evento che segna il decimo anniversario della Laudato si’ e che verrà aperto da papa Leone XIV domani a Castel Gandolfo. Ci saranno leader religiosi, attivisti, esperti della comunità politica e scientifica proveniente da tutti i Paesi.

Come viene “letta” la Laudato si’ da una prospettiva ebraica?
Nella mia lettura della Laudato si’ riconosco molte basi comuni tra l’ebraismo e l’Enciclica. Sia l’ebraismo che il cristianesimo considerano la Bibbia ebraica (Antico Testamento) un testo sacro, ed è comprensione condivisa che la creazione di Dio debba essere protetta. Il libro della Genesi insegna che il mondo è creazione divina, e che dobbiamo trattarlo con rispetto e cura. La Laudato si’ richiama temi profondamente radicati nella tradizione ebraica, come l’idea che «la terra è del Signore» (Salmi 24:1). Inoltre, la Laudato si’ cita il sabato ebraico come radice del riposo. Nell’ebraismo, l’osservanza di un giorno di riposo settimanale, disconnettendosi da telefoni e computer (Shabbat), così come il rispetto dello Shmita (l’anno sabbatico, ogni sette anni, durante il quale la terra non viene coltivata), incarnano questo principio.
Nella mia lettura della Laudato si’ riconosco molte basi comuni tra l’ebraismo e l’Enciclica. Sia l’ebraismo che il cristianesimo considerano la Bibbia ebraica (Antico Testamento) un testo sacro, ed è comprensione condivisa che la creazione di Dio debba essere protetta. Il libro della Genesi insegna che il mondo è creazione divina, e che dobbiamo trattarlo con rispetto e cura. La Laudato si’ richiama temi profondamente radicati nella tradizione ebraica, come l’idea che «la terra è del Signore» (Salmi 24:1). Inoltre, la Laudato si’ cita il sabato ebraico come radice del riposo. Nell’ebraismo, l’osservanza di un giorno di riposo settimanale, disconnettendosi da telefoni e computer (Shabbat), così come il rispetto dello Shmita (l’anno sabbatico, ogni sette anni, durante il quale la terra non viene coltivata), incarnano questo principio.
La Laudato si’ parla di una “crisi ecologica” come riflesso di una “crisi etica, culturale e spirituale”. Lei afferma che la crisi climatica è una “crisi dell’anima”. Cosa intende?
Oggi iniziamo a vedere il fragile equilibrio ecologico del pianeta indebolirsi a causa dell’intervento umano: le foreste pluviali si riducono, i deserti si espandono, gli uragani si intensificano, il pianeta si riscalda. Cosa sta causando questo deterioramento dell’ambiente fisico? Rispondere “i combustibili fossili”, “l’uso del legno” o anche “il consumismo” rappresenterebbe solo una dimensione parziale. La crisi ambientale porta con sé un messaggio più profondo: il degrado diffuso del mondo naturale da parte dell’uomo indica che il nostro stile di vita è fuori equilibrio. La crisi ambientale è, quindi, una crisi spirituale. I disordini ecologici riflettono uno squilibrio interiore presente in miliardi di esseri umani. Per questo motivo, il cambiamento richiesto per correggere questa situazione è, in larga misura, di natura spirituale.
Oggi iniziamo a vedere il fragile equilibrio ecologico del pianeta indebolirsi a causa dell’intervento umano: le foreste pluviali si riducono, i deserti si espandono, gli uragani si intensificano, il pianeta si riscalda. Cosa sta causando questo deterioramento dell’ambiente fisico? Rispondere “i combustibili fossili”, “l’uso del legno” o anche “il consumismo” rappresenterebbe solo una dimensione parziale. La crisi ambientale porta con sé un messaggio più profondo: il degrado diffuso del mondo naturale da parte dell’uomo indica che il nostro stile di vita è fuori equilibrio. La crisi ambientale è, quindi, una crisi spirituale. I disordini ecologici riflettono uno squilibrio interiore presente in miliardi di esseri umani. Per questo motivo, il cambiamento richiesto per correggere questa situazione è, in larga misura, di natura spirituale.
In un’epoca segnata da nuovi conflitti (Ucraina, Medio Oriente), in cui la distruzione causata dalla guerra domina la realtà e monopolizza la narrazione, l’ebraismo e il cristianesimo possono ancora rappresentare un terreno comune di incontro, con l’obiettivo di proteggere la nostra casa comune?
Proteggere la nostra casa comune, la creazione di Dio, rappresenta una responsabilità condivisa che va oltre le nostre differenze. Le sfide ambientali, per loro stessa natura, superano i confini geografici e le affiliazioni religiose. Offrono un’opportunità per un’azione congiunta e urgente tra persone di diverse nazionalità e credo. Oggi, più che mai, è fondamentale riconoscere il potenziale della cooperazione ecologica fondata sulla fede. Essa può rappresentare uno strumento potente per contrastare i messaggi di violenza, promuovere la pace e favorire la riconciliazione, offrendo una luce di speranza in mezzo al buio. Con tutta la vita sulla Terra a rischio, possiamo superare i conflitti per collaborare, coltivare empatia e trovare unità. Le persone di molte fedi attive nel movimento per la religione e l’ecologia sono motivate da preoccupazioni comuni per un Medio Oriente sostenibile e prospero.
Proteggere la nostra casa comune, la creazione di Dio, rappresenta una responsabilità condivisa che va oltre le nostre differenze. Le sfide ambientali, per loro stessa natura, superano i confini geografici e le affiliazioni religiose. Offrono un’opportunità per un’azione congiunta e urgente tra persone di diverse nazionalità e credo. Oggi, più che mai, è fondamentale riconoscere il potenziale della cooperazione ecologica fondata sulla fede. Essa può rappresentare uno strumento potente per contrastare i messaggi di violenza, promuovere la pace e favorire la riconciliazione, offrendo una luce di speranza in mezzo al buio. Con tutta la vita sulla Terra a rischio, possiamo superare i conflitti per collaborare, coltivare empatia e trovare unità. Le persone di molte fedi attive nel movimento per la religione e l’ecologia sono motivate da preoccupazioni comuni per un Medio Oriente sostenibile e prospero.
La Laudato si’ sottolinea il ruolo delle comunità di fede nel generare un cambiamento culturale “dal basso”. Lei lavora per educare rabbini, sacerdoti e pastori alla sostenibilità. Cosa possiamo imparare da questo approccio per creare “incubatori” di speranza ecologica, specialmente oggi che la “rivoluzione verde” sembra rallentare?
La mia Ong promuove un’educazione teologica ecologica per stimolare una leadership morale e coraggiosa a favore della sostenibilità. Organizziamo simposi in molte città, pubblichiamo rapporti sui corsi di seminario incentrati sul legame tra fede ed ecologia, e promuoviamo la condivisione di risorse e programmi di studio. Il lavoro del clero può avere un impatto della durata di 50 anni, raggiungendo le persone settimanalmente da una prospettiva morale, spirituale e di fede. Incoraggiamo i seminari religiosi di molte confessioni a svolgere un ruolo guida nell’educare i futuri leader religiosi sulla consapevolezza basata sulla fede.
La mia Ong promuove un’educazione teologica ecologica per stimolare una leadership morale e coraggiosa a favore della sostenibilità. Organizziamo simposi in molte città, pubblichiamo rapporti sui corsi di seminario incentrati sul legame tra fede ed ecologia, e promuoviamo la condivisione di risorse e programmi di studio. Il lavoro del clero può avere un impatto della durata di 50 anni, raggiungendo le persone settimanalmente da una prospettiva morale, spirituale e di fede. Incoraggiamo i seminari religiosi di molte confessioni a svolgere un ruolo guida nell’educare i futuri leader religiosi sulla consapevolezza basata sulla fede.
I testi della tradizione ebraica, a partire dalla Torah, trasmettono norme e insegnamenti molto concreti che invitano al rispetto della terra e dei suoi ritmi naturali. Nel suo libro Eco Bible lei evidenzia il concetto di Bal tashchit (il divieto di distruzione inutile), che esprime un forte senso di responsabilità ambientale. Come viene interpretato e applicato oggi questo principio?
Bal tashchit – “non sprecare e non distruggere” – si basa su Deuteronomio 20:19. Il maestro talmudico Rabbi Ishmael insegnava: se la Bibbia ci mette in guardia dal distruggere gli alberi da frutto, a maggior ragione dovremmo stare attenti a non sprecare il frutto stesso. Questo principio si applica a tutto il cibo commestibile, non solo ai frutti degli alberi. In effetti, non sprecare è una pratica spirituale ed ecologica importante, e vale per tutto ciò che utilizziamo: acqua, vestiti, energia. Evitando lo spreco, generiamo benefici ecologici, sociali, economici e spirituali.
Bal tashchit – “non sprecare e non distruggere” – si basa su Deuteronomio 20:19. Il maestro talmudico Rabbi Ishmael insegnava: se la Bibbia ci mette in guardia dal distruggere gli alberi da frutto, a maggior ragione dovremmo stare attenti a non sprecare il frutto stesso. Questo principio si applica a tutto il cibo commestibile, non solo ai frutti degli alberi. In effetti, non sprecare è una pratica spirituale ed ecologica importante, e vale per tutto ciò che utilizziamo: acqua, vestiti, energia. Evitando lo spreco, generiamo benefici ecologici, sociali, economici e spirituali.

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