«Light of the World», il nuovo film di animazione sulla vita di Gesù
di Andrea Galli
L'uscita nelle sale di Stati Uniti e Australia il 5 settembre. Il Vangelo raccontato con arte e anche un po' di humor per un pubblico di generazioni diverse

La Bibbia trova sempre più spazio e pubblico nell’industria dell’intrattenimento globale, che conserva negli Stati Uniti il suo centro propulsore. Dopo l’onda lunga della serie tv The Chosen, il debutto a marzo di un’altra serie di successo, House of David, l’uscita ad aprile del film di animazione in 3D King of Kings e l’imminente inizio delle riprese (a Cinecittà) di The Resurrection of the Christ di Mel Gibson (con l’annuncio che sarà un film in due parti, la prima sarà proiettata in anteprima il 26 marzo 2027, Venerdì Santo, la seconda il 6 maggio 2027, festa dell’Ascensione), venerdì prossimo 5 settembre sarà la volta di Light of the World, che uscirà nei cinema di Usa, Australia, Nuova Zelanda, Figi, Papua Nuova Guinea e Samoa, con date da definire per numerosi altri Paesi.
Si tratta di un film di animazione in 2D sulla storia di Gesù Cristo, dall’inizio della sua vita pubblica fino alla morte in croce e alla risurrezione, una vita vista con gli occhi dell’apostolo Giovanni.
Prodotto da Salvation Poem Project, centro multimediale di matrice evangelica, con un budget di 20 milioni di dollari, il film ha la regia di John Schafer e Tom Bancroft. Quest’ultimo e il fratello Tony, direttore dell'animazione, hanno lavorato in passato a opere come La Bella e la Bestia, Aladdin, Il Re Leone, Pocahontas, Mulan e Tarzan. E non è un caso. Ad animare il progetto, a detta di John Schafer, è stata infatti anche la volontà di elevare il livello della qualità visiva, per superare lo stereotipo del prodotto di ispirazione cristiana dal contenuto buono ma dall’estetica scadente.
Anche la scelta del 2D, realizzato non con la computer grafica ma con la “matita” di decine di artisti, è frutto di una riflessione. Come spiega il sito ufficiale di Light of the World, «l'animazione disegnata a mano è un mezzo senza tempo che conserva la sua bellezza per decenni. Contiene tutti i sottili difetti che abbiamo imparato a chiamare “umani”. Per noi è un modo appropriato per esprimere il nostro amore e la nostra adorazione di Gesù, l'unica persona senza difetti ad aver camminato sulla Terra».
Gli autori non nascondo quindi il proposito principale del film, quello di essere uno strumento di diffusione del Vangelo capace di intercettare con arte e anche un po' di sacro humor un pubblico di generazioni diverse.
Una particolarità che attrae subito l’attenzione è l’aspetto del testimone delle vicende di Gesù di Nazareth, Giovanni, raffigurato come un teenager. Interrogato sul motivo di questa scelta, così ha risposto Brennan McPherson, il presidente della casa di produzione:
«Alcuni indizi nelle Scritture indicano la giovane età dei discepoli: Pietro fu l'unico a dover pagare la tassa del Tempio secondo Matteo 17, 24-27, a cui erano tenuti tutti coloro che avevano 20 anni o più, il che implica che il resto dei discepoli avesse meno di 20 anni. E Giovanni sembra essere stato il più giovane di loro. Nella cultura di allora si iniziava a seguire un rabbino all'età di 13 anni. Le Scritture non ci forniscono un'età precisa, ma di certo i discepoli non erano uomini di 40 anni con la barba. Ricordate che Gesù stesso aveva poco più di 30 anni durante il suo ministero pubblico».
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