Il cardinale Newman sarà santo il 13 ottobre
Il rito presieduto dal Papa. Saranno canonizzati anche madre Giuseppina Vannini, Maria Teresa Chiramel Mankidiyan, Dulce Lopes Pontes e Margarita Bays.

Ex anglicano, anticipatore del Concilio
Madre Vannini, santa dalla parte dei malati poveri
Suor Giuseppina Vannnini
Nata a Roma il 7 luglio 1859, Giuseppina Vannini, al secolo Giuditta Adelaide Agata è stata la fondatrice delle Figlie di San Camillo facendole diffondere oltre che in Italia anche in Francia, Belgio e America del Sud. Dedito alla cura degli infermi e contrassegnato dalla tipica grande croce rossa sull’abito, oggi l’Istituto è presente in Europa, Asia, Africa, America. Nell’esistenza della religiosa, segnata sin dall’infanzia da problemi di salute e incomprensioni accettate sempre con spirito di obbedienza, fu decisivo l’incontro con il camilliano padre Luigi Tezza. Indossato l’abito religioso il 19 marzo 1892 con il nome di suor Maria Giuseppina, l’8 dicembre 1895, emessi i voti perpetui, fu eletta superiora generale del nuovo Istituto “Figlie di San Camillo”, mantenendo l’incarico sino alla morte avvenuta il 23 febbraio 1911. Donna di grande fede e coraggio, In procinto di morire suor Giuseppina consolava le consorelle: «dal paradiso potrò fare voi di più di quello che non faccio stando in questo mondo. Quando io non sarò più, credete pure che si farà meglio di quanto non si faccia adesso». Scomparsa a Roma il 23 febbraio 1911 è stata proclamata beata da Giovanni Paolo II il 23 febbraio 1994. Come eredità spirituale lasciò un invito delicato e caritatevole: abbiate cura dei poveri infermi con lo stesso amore, come suole un’amorevole madre curare il suo unico figlio infermo.
Trasformò un pollaio in ospedale

Era invece nata il 26 maggio 1914 a São Salvador da Bahia, in Brasile, suor Dulce Lopes Pontes, al secolo Maria Rita, fondatrice della Congregazione delle Suore Missionarie dell’Immacolata Concezione della Madre di Dio. Rimasta orfana di madre da piccola, devota di santa Teresa di Lisieux, diplomata in farmacia e poi infermiera, tra la fine degli anni quaranta e gli anni cinquanta avviò tutta una serie di iniziative a favore dei poveri e dei diseredati tanto da essere candidata al Nobel per la pace. Guidata dalla fantasia della carità, a Salvador de Bahia, realizzò un centro di accoglienza per malati poveri in un ex mercato del pesce ma fu costretta dal comune ad abbondonarlo. In quel momento l’unico postoin grado di dare riparo a oltre 70 persone bisognose di cure mediche era il pollaio del convento in cui viveva, che trasformò rapidamente in un ospedale improvvisato. Fu l’avvio dell’ospedale Sant’Antonio, inaugurato nel maggio 1959 e che oggi riceve 3.000 pazienti al giorno. Attualmente le fondazioni nate dal suo impegno sono chiamate Opere Sociali di Suor Dulce (Obras Sociais Irmã Dulce, OSID). Amica di Giovanni Paolo II, morì il 22 maggio 1992 venendo beatificata il 22 maggio 2011.
La terziaria con le stimmate
Era invece nata l’8 settembre del 1815 a La Pierraz, frazione di Siviriez, vicino Friburgo, Margarita Bays, terziaria francescana che da giovane fece la sarta, abbinando l’attività semplice, quotidiana, con l’incarico di catechista. Sostenitrice della stampa cattolica, ricvette il dono delle stimmate e guarì da un cancro all’intestino l’8 dicembre 1854, mentre Pio IX proclamava il dogma dell’Immacolata. Morta a Siviriez il 27 giugno 1879, era stata proclamata beata nel 1995.
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