Giubileo dei giovani, la carica dei 500mila: come e dove saranno accolti
Viaggio nelle parrocchie che la prossima settimana ospiteranno i giovani per il loro Giubileo. Mobilitate 300 parrocchie con 4mila volontari. La presentazione dell'arcivescovo Fisichella

Non è soltanto l’evento più atteso tra i grandi eventi dell’Anno giubilare. Né una data cerchiata da mesi su calendari e diari di centinaia di migliaia di ragazzi. Non è solo frenesia di preparare lo zaino con liste da spuntare facendo ben attenzione a non dimenticare nulla. È energia positiva e travolgente che attraverserà strade, piazze, chiese di Roma, irradiandosi dal centro alla periferia.
Per il Giubileo dei giovani arriveranno a Roma da 146 Nazioni, ha spiegato l'arcivescovo Rino Fisichella, pro prefetto del Dicastero per l'evangelizzazione a cui è affidata l'organizzazione degli eventi giubilari, e "già da lunedì sono attesi in cinquecentomila". Ma la cifra salirà nel corso deila settimana, che culminerà nella Veglia di sabato prossimo a Tor Vergata e nella Messa finale con Leone XIV. "Saranno presenti anche piccole delegazioni provenienti da paesi attualmente in guerra - ha ricordato l'arcivescovo - e in questa occasione potranno sentire l'abbraccio dei giovani di tutto il mondo". Una settimana intensa, ricca di appuntamenti e di incontri. "Sono oltre 70 gli eventi programmati e decine di relatà coinvolte nella loro realizzazione" ha ricordato l'arcivescovo Fisichella nella conferenza stampa di presentazione svoltasi oggi, 23 luglio, con la partecipazione delle autorità istituzionali a cui compete la parte logistica dell'evento, come la gestione della Fiera di Roma dove troveranno alloggio 25mila giovani. Si apriranno anche le porte di scuole, strutture sportive e anche case private dove le famiglie accoglieranno i ragazzi.
Il Giubileo dei giovani, dunque, si avvicina a grandi passi. Tra cinque giorni un’orda pacifica “invaderà” la città per una settimana di comunione fraterna, ma soprattutto per condividere speranze e paure per scoprire poi che sono simili a ogni latitudine. Sono trecento le parrocchie e le strutture religiose della diocesi nelle quali da mesi si misurano gli ambienti che accoglieranno brandine e sacchi a pelo. In 10mila saranno ospitati nel settore est di Roma, 7mila nel settore nord, altre 7mila in quello sud e 5.500 nel quadrante ovest. La sola realtà salesiana alloggerà nei propri spazi oltre 3mila giovani. Un’ospitalità studiata nei dettagli da una cabina di regia che comprende tecnici dell’Ispettoria salesiana dell’Italia centrale. Ottocento saranno distribuiti tra la palestra e l’oratorio della parrocchia Don Bosco, nella periferia est. «Abbiamo ottenuto anche la disponibilità degli istituti e delle scuole della zona, comprese le Figlie di Maria Ausiliatrice e riusciremo ad ospitare 3.500 giovani provenienti dal mondo salesiano – spiega il parroco don Giorgio Mocci -. La basilica sarà il polo principale dove saranno allestite segreteria, accoglienza e postazione medica».
Le giornate saranno scandite da celebrazioni in italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco e i sacerdoti saranno sempre disponibili per le confessioni. La chiesa, che può accogliere fino a 2.500 persone, «sarà aperta fino a notte fonda» precisa il sacerdote. In programma anche l’incontro con il nuovo rettor maggiore della Congregazione salesiana don Fabio Attard e con la superiora generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice suor Chiara Cazzuola, considerati «il padre e la madre dei giovani salesiani». Spostandosi di una manciata di chilometri, tre parrocchie del settore est, San Bonaventura da Bagnoregio, Santa Maria Regina Mundi e San Giustino, riceveranno complessivamente 350 ragazzi provenienti dalla diocesi francese di Arras. Il loro arrivo sarà preceduto di qualche giorno da quello di 50 giovani connazionali, incaricati di curare gli ultimi preparativi per l’accoglienza. Le tre comunità parrocchiali si sono coordinate in modo tale da osservare gli stessi orari di apertura e di chiusura, per adottare regole comuni e fare tutto ciò che è necessario per garantire un’ospitalità ordinata. Molti i parrocchiani che si sono detti disponibili a coprire i vari turni durante la giornata, a partire dalla prima colazione.
Le giornate saranno scandite da celebrazioni in italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco e i sacerdoti saranno sempre disponibili per le confessioni. La chiesa, che può accogliere fino a 2.500 persone, «sarà aperta fino a notte fonda» precisa il sacerdote. In programma anche l’incontro con il nuovo rettor maggiore della Congregazione salesiana don Fabio Attard e con la superiora generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice suor Chiara Cazzuola, considerati «il padre e la madre dei giovani salesiani». Spostandosi di una manciata di chilometri, tre parrocchie del settore est, San Bonaventura da Bagnoregio, Santa Maria Regina Mundi e San Giustino, riceveranno complessivamente 350 ragazzi provenienti dalla diocesi francese di Arras. Il loro arrivo sarà preceduto di qualche giorno da quello di 50 giovani connazionali, incaricati di curare gli ultimi preparativi per l’accoglienza. Le tre comunità parrocchiali si sono coordinate in modo tale da osservare gli stessi orari di apertura e di chiusura, per adottare regole comuni e fare tutto ciò che è necessario per garantire un’ospitalità ordinata. Molti i parrocchiani che si sono detti disponibili a coprire i vari turni durante la giornata, a partire dalla prima colazione.
«C’è grande voglia di partecipare all’evento – afferma don Stefano Cascio, parroco di San Bonaventura da Bagnoregio -. Soprattutto c’è la gioia di viverlo insieme ai ragazzi della prefettura. In più c’è l’entusiasmo per l’incontro con questi gruppi che stanno arrivando da tutto il mondo e l’attesa dei nostri ospiti francesi che tutte le mattine si ritroveranno nella nostra chiesa per le catechesi». In questi giorni il sacerdote è stato contattato da alcuni gruppi di pellegrini che arriveranno dagli Stati Uniti. «Ci hanno chiesto di poter celebrare la Messa da noi la mattina di sabato 2 agosto – dice -. Essendo questa parrocchia in un quartiere periferico, ho inizialmente pensato ci fosse stato un errore. Mi hanno invece spiegato che la chiesa è proprio sul percorso che intendono fare per raggiungere Tor Vergata per partecipare alla veglia e alla Messa presieduta da Papa Leone XIV».
A Nord di Roma, nella parrocchia del Santissimo Redentore a Val Melaina, affidata ai missionari scalabriniani, saranno ospitati circa 500 pellegrini, alcuni dei quali provenienti dalle diocesi di Lucca e Bergamo, nei vicini istituti delle suore orsoline. «Stiamo pensando anche a momenti di convivialità nel centro giovanile parrocchiale», racconta il parroco padre Gabriele Beltrami. Per i maggiorenni della parrocchia si prospetta una settimana intensa e significativa: oltre a offrire il proprio contributo come volontari, avranno l’opportunità di vivere il Giubileo condividendo la quotidianità nell’area del centro dedicata al ricevimento. «Vogliamo che siano pienamente coinvolti in questa esperienza – prosegue il sacerdote –. Allo stesso tempo stiamo mettendo a punto ogni dettaglio affinché chi viene si senta in famiglia, accolto, accompagnato». Nel volontariato sono coinvolti 68 maggiorenni e 22 minorenni. Tutti insieme vivranno poi le due giornate a Tor Vergata. Nello stesso luogo padre Gabriele ha vissuto la Gmg del 2000 con Papa Giovanni Paolo II. Dopo 25 anni spera di reggere fisicamente, dice sorridendo, ma è certo che «l’emozione di tornare su quella spianata sarà più grande della fatica». Nello stesso quartiere soggiorneranno una cinquantina di ragazzi provenienti dalla diocesi di Tursi-Lagonegro gemellata con la parrocchia di Santa Gemma Galgani. «La comunità è pronta a mettersi al servizio dei giovani pellegrini – le parole del parroco don Enzo Ferraro -. Tanti adulti si offrono spontaneamente per quei giorni. Già durante la Settimana Santa abbiamo accolto 40 giovani di Parigi che hanno ricambiato omaggiandoci con un meraviglioso canto polifonico. È stato un momento davvero bello. A settembre, poi, riceveremo 30 ragazzi della Palestina».
Un gruppo di giovani calasanziani e uno della diocesi di Spoleto, per un totale di 200 pellegrini, saranno ospitati nella parrocchia San Pio X, nella zona ovest di Roma. «Oltre alla festa di benvenuto e alle catechesi, è in programma un festival musicale promosso dai focolarini – dice il parroco monsignor Andrea Celli -. Sarà intervallato da testimonianze su cosa significhi seguire Gesù». A pochi giorni dall’arrivo degli ospiti, tutta la comunità parrocchiale «è molto emozionata. I giovani universitari – aggiunge – hanno dato piena disponibilità così come i genitori che prepareranno dolci per la colazione e in caso di necessità apriranno le porte delle proprie case». Don Celli si dice inoltre felice di poter accompagnare una trentina di ragazzi a Tor Vergata. «Nel 2000 ha segnato un momento importante per il mio ministero sacerdotale – ricorda -. Ero stato ordinato solo 2 anni prima e lì ho confermato la volontà di seguire il Signore nella gioia e di rimanere sempre giovane, come raccomandava Giovanni Paolo II. Oggi è un sì che si rinnova e che rinnova l’entusiasmo nel testimoniare Gesù».
Anche la comunità della parrocchia di San Policarpo è nel pieno dei preparativi per l’accoglienza in vista dell’arrivo di 113 ragazzi provenienti, tra l’altro, dalle diocesi di Milano e Modena. «Alcuni dormiranno nei locali parrocchiali, altri hanno preferito acquistare le tende per dormire in giardino – afferma il viceparroco don Angelo Riccobene -. Come già avvenuto durante il Giubileo degli adolescenti ad aprile, numerosi volontari si sono resi disponibili a offrire il loro supporto per l’intera settimana». Oltre alla festa di benvenuto che si terrà in oratorio, in collaborazione con le parrocchie della XX prefettura è stata organizzata la liturgia penitenziale nel Parco degli Acquedotti. «Sarà il momento della misericordia – riflette il sacerdote -. Ci sarà l’Adorazione eucaristica nella chiesa vicina e la possibilità di confessarsi sotto gli archi dell’antico acquedotto romano».
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