domenica 16 gennaio 2022
Il presule di Teano-Calvi e Alife-Caiazzo ha proibito a sacerdoti, religiosi, diaconi e laici non vaccinati di distribuire l’Eucaristia scatenando la rabbia social con minacce e insulti
Monsignor Giacomo Cirulli

Monsignor Giacomo Cirulli - .

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Monsignor Giacomo Cirulli non pensava di attirare su di sé tanta attenzione, non sempre benevola, anzi. Gli sembrava di aver preso una decisione di «semplice buon senso», anche alla luce della sua laurea in medicina conseguita alla Federico II di Napoli nel 1981. Ma la disposizione di proibire la distribuzione della comunione a chi non fosse vaccinato ha fatto però notizia su social, tv e giornali.

Con reazioni in campo ecclesiale, che meritano «una approfondita riflessione », perché su questo tema «sembra ci sia uno “scisma” in atto».

Il presule, 70 anni, originario di Cerignola, ex alunno dell’Almo Collegio Capranica, dal 2017 guida la Chiesa di Teano-Calvi e dal 2021 anche quella di Alife-Caiazzo, unita in persona episcopi alla prima.

Lo scorso 8 gennaio nelle due diocesi di cui è pastore ha disposto la proibizione della distribuzione dell’Eucaristia «da parte di Sacerdoti, diaconi, religiosi e laici non vaccinati». Lo ha fatto ricordando le parole che papa Francesco ha detto: «Vaccinarsi, con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto d’amore. E contribuire a far sì che la maggior parte della gente si vaccini è un atto d’amore. Amore per sé stessi, amore per familiari e amici, amore per tutti i popoli». Due giorni dopo, alla luce del clamore suscitato dalla sua decisione, ha emanato un ulteriore decreto in cui si ribadisce la decisione presa facendo proprie le parole pronunciate proprio quella mattina dal Pontefice nel saluto al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede: «I vaccini non sono strumenti magici di guarigione, ma rappresentano certamente, in aggiunta alle cure che vanno sviluppate, la soluzione più ragionevole per la prevenzione della malattia».

Eccellenza, come è maturata la scelta di prendere un provvedimento così deciso riguardo alla distribuzione dell’Eucaristia?

È stata una decisione presa in conseguenza del grave peggioramento della situazione pandemica. Sulla scia delle parole del Papa e nella linea della Chiesa italiana. Ho avuto notizia da parte di fedeli preoccupati che c’erano sacerdoti, diaconi, laici e laiche che distribuivano le particole consacrate non essendo vaccinati. Quando queste segnalazioni sono aumentate, ho pensato di intervenire. Tutto qui. Mi sembrava e mi sembra una scelta di semplice buon senso. Presa per difendere la salute dei fedeli vaccinati e anche quella dei sacerdoti e dei ministri straordinari dell’eucaristia non vaccinati. E invece...

Invece?

Si sono scatenati i cosiddetti “leoni da tastiera” che mi hanno riempito di insulti e minacce. Tanto che questa mattina (ieri per chi legge, ndr). Sono venuti a trovarmi, non su mia richiesta, alcuni ispettori della Digos che stanno attenzionando la vicenda.

Come spiega questa resistenza “no vax” all’interno del corpo ecclesiale?

Questo è un problema che forse dovremo affrontare con più decisione, come vescovi e come Conferenza episcopale. Molte volte ho l’impressione che ci sia uno “scisma” in atto. Mi colpisce come tra i cristiani che frequentano le parrocchie e anche nel clero su questo tema si arrivi ad attaccare in maniera violenta persino il Papa. Ora se la sono presi con me.

Ma si tratta di fenomeni marginali?

Si tende a minimizzare il problema, ma poi sul territorio si scopre che non è una questione così minuscola. Da quello che ho potuto capire si tratta di persone tra loro collegate che appartengono ad un certo mondo tradizionalista che si vuole mettere in contrapposizione al magistero della Chiesa e a quello di papa Francesco in particolare. Sulla questione vaccini. Ma non solo.

Ha notizia di altri vescovi che intendono seguire il suo esempio nel proibire la distribuzione dell’Eucaristia a preti e laici no vax?

So di alcuni che hanno intenzione di prendere al più presto decisioni simili.

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