giovedì 11 marzo 2021
L’arcivescovo Ghizzoni: nuovi criteri per costruire l’identità dei preti, oltre la logica del clericalismo
Un'immagine di papa Francesco al summit dedicato alla protezione di minori, il 21 febbraio 2019

Un'immagine di papa Francesco al summit dedicato alla protezione di minori, il 21 febbraio 2019 - Vatican Media

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Per affrontare in modo sempre più consapevole e approfondito lo scandalo degli abusi si impone «una certa coraggiosa revisione delle nostre prassi formative all’ordinazione presbiterale come alla consacrazione religiosa». Lo scrivono padre Amedeo Cencini, psicologo e Stefano Lassi, psichiatra, nell’introduzione al nuovo sussidio, intitolato La formazione iniziale in tempo di abusi, a cura del Servizio nazionale Cei per la tutela delle persona e delle persone vulnerabili, dedicato alla formazione dei sacerdoti che vuole fornire materiale di riflessione, piste e indirizzi, specie sul piano psicopedagogico, per la didattica e la formazione in determinate aree.

«Le sfide socio-culturali dell’attuale contesto antropologico e la piaga degli abusi sessuali, di potere e di coscienza all’interno della Chiesa stessa – scrivono i due autori – ci chiedono con urgenza di ripensare soprattutto gli ambiti della formazione umana (relazionale in genere, e affettivo-sessuale in particolare) e dell’identità ministeriale, all’interno d’una concezione integrale della formazione».

Una tappa importante nella definizione di quella svolta culturale, ma anche di prassi e di obiettivi, avviata dalla Chiesa italiana ormai da qualche anno per prevenire e debellare una piaga intollerabile su cui papa Francesco ha più volte chiesto di non risparmiare energia.

Spiega l’arcivescovo di Ravenna Cervia, Lorenzo Ghizzoni, presidente del Servizio nazionale Cei per la tutela dei minori: «A causa della pandemia ci stiamo concentrando soprattutto sul lavoro di formazione delle persone impegnate nelle varie strutture diocesane e dei nuovi centri di ascolto che si stanno costituendo nelle maggior parte delle comunità. In questa prospettiva – sottolinea – la pubblicazione del terzo sussidio, dedicato alla formazione dei presbiteri è di grande importanza perché affronta problemi molti delicati e molti gravi relativi alla formazione umana, spirituale, affettiva e morale».

L’aspetto più delicato, tra i contenuti del sussidio, riguarda l’impegno di costruire l’identità del futuro prete o religioso, andando oltre quelle forme di clericalismo e di abuso di potere e di autorità che troppo spesso in passato, magari in modo inconsapevole, rappresentavano un certo modo di intendere la figura del prete. «Per ottenere questo cambiamento e rinnovare l’identità presbiterale – prosegue Ghizzoni – liberandola dallo spazio occupato dalle tentazioni relative all’abuso di coscienza, dall’abuso di potere, dall’abuso affettivo, che talvolta è premessa dell’abuso sessuale, bisogna lavorare sulla maturità della persona. Non solo quella vocazionale, ma anche quella affettiva e sessuale del celibe per il Regno».


Il testo, preparato dallo psicologo padre Amedeo Cencini e dallo psichiatra Stefano Lassi, fornisce spunti di riflessione a disposizione dei Seminari e delle case religiose, soprattutto sul piano psicopedagogico

Nel nuovo sussidio c’è una ripresentazione di alcune nozioni fondamentali a proposito dell’affettività e della sessualità, ma anche sull’equilibrio spirituale che la persona deve raggiungere per aver padronanza di sé, nel discernimento e nella fedeltà all’impegno assunto. «Un impegno ormai irrinunciabile per i nostri seminaristi – osserva ancora l’arcivescovo di Ravenna Cervia – anche se in relazione ai problemi dell’abuso, c’è un’obiettiva difficoltà nell’individuare formatori preparati, capaci di affrontare contenuti così delicati ma anche complessi in modo approfondito».

Affrontando il tema degli abusi con i giovani in formazione, per esempio, è importantissimo puntare l’obiettivo sui danni che questi comportamenti provocano nelle vittime, con conseguenze spesso indelebili. Ma anche fare chiarezza sulle differenze tra omosessualità, efebofilia e pedofilia, situazioni su cui oggi la scienza guarda in modo diversificato, anche se si tratta di letture non condivise da tutti.

«Il nuovo sussidio non entra direttamente nel merito della valutazione delle vocazioni. Esistono documenti vaticani, come la Ratio fundamentalis, che già affrontano in modo esauriente questo tema. Riprende alcuni argomenti già affrontato nei primi due testi e si concentra, oltre che come detto sulla costruzione dell’identità personale e affettiva del presbitero, proprio per aiutarlo a capire cosa è giusto e cosa è sbagliato in una certa figura tradizionale del prete. Il tema del clericalismo per esempio – conclude il presidente del Servizio nazionale Cei per la tutela dei minori – viene affrontato in profondità, andando oltre gli slogan, poi sempre nell’ottica di prevenzione degli abusi, diamo molto spazio al temi del servizio e dell’accompagnamento dei ragazzi che sono a noi affidati».

Pagine per capire e aiutare i piccoli​

Il sussidio pubblicato ieri sul sito del Servizio nazionale Cei per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili è il terzo di un progetto formativo che comprende al momento altri due titoli: Le ferite degli abusi e Buone prassi e tutela dei minori in parrocchia. I sussidi, pensati per formatori, educatori ed operatori pastorali, vogliono essere strumenti di studio e di approfondimento per coloro che, all’interno delle équipe regionali, diocesane o interdiocesane siano impegnati nella prevenzione di ogni forma di abuso in ambito ecclesiale.

In particolare il primo sussidio, a cura di Anna Deodato, padre Amedeo Cencini, don Gottfried Ugolini, cerca di rispondere a domande come Dove accade l’abuso? Quando si verifica? Quali caratteristiche ha? Quali le conseguenze per la vittima?

Il secondo, realizzato da don Gianluca Marchetti e don Francesco Airoldi, mette in evidenza le buone prassi in parrocchia e nei luoghi comunitari, che dovrebbero essere concreta espressione della cura e custodia dei più piccoli. Entrambi i sussidi si possono scaricare dal sito tutelaminori.chiesacattolica.it da questa pagina: CLICCA QUI

Uno scandalo per troppo tempo minimizzato​

Qualche numero

4,3% - I sacerdoti statunitensi coinvolti nello scandalo pedofilia dal 1950 al 2002 secondo il Rapporto del John Jay College

774 milioni - L’ammontare del risarcimento (in dollari) che la sola arcidiocesi di Los Angeles versò a 508 famiglie di vittime di abusi nel 2007

320 - I minori abusati da 46 sacerdoti in Irlanda tra il 1975 e il 2004 secondo il Rapporto Murphy del governo irlandese



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