Sbarchi, soccorsi, richieste di aiuto: l'emergenza in mare continua
Sette sbarchi a Lampedusa: in 519 all'hotspot, oltre 50 persone soccorse dalla nave Ong di Emergency. A Roccella 93 migranti e 60 persone su imbarcazione alla deriva, con due morti

Riprendono le partenze dall'altra parte del Mediterraneo: fra nuovi arriivi e soccorsi sono in tutto quasi 700 i migranti giunti nelle ultime ore. E fra le segnalazioni c'è anche un'imbarcazione con 60 persone a bordo partita dalla Libia e alla deriva da due giorni almeno a sud di Creta. A segnalarlo è il centro di monitoraggio Alarm Phone, in contatto fino alla tarda serata di domenica con il gruppo di migranti. «La situazione è peggiorata - spiega Alarm Phone - e due persone sono morte, secondo quanto ci ha riferito chi si trova a bordo».
Sono invece 519 i migranti attualmente ospitati nell'hotspot di Lampedusa, dopo lo sbarco durante la notte di altri 56 tra egiziani, bengalesi, pachistani e somali partiti dalla Libia dopo aver pagato da 5 a 8 mila dollari. Domenica si sono registrati 7 approdi, per un totale di 443 migranti. È già stato disposto il trasferimento di 270 persone con il traghetto di linea a Porto Empedocle. Ancora uno sbarco anche a Roccella Ionica. Ne sono arrivati 93, 72 uomini e 21 donne. Ci sono 12 minori, tra cui un neonato. Otto minori non sono accompagnati. A soccorrerli al largo, mentre erano su una barca a vela partita dalla Turchia, ed a condurli in porto, è stata una motovedetta della Capitaneria di porto di Roccella. Le nazionalità del gruppo di migranti sono pachistana, afgana, irachena e iraniana. Un altro sbarco c'é stato, inoltre. a Reggio Calabria, dove la nave "Sea Eye 5" ha condotto in porto 14 migranti, tutti uomini, tra cui un minore.
In 50 sulla Life Support diretta a Ancona
La Life Support, nave di ricerca e soccorso di Emergency, ha concluso in mattinata un'operazione di soccorso di un gommone in difficoltà nelle acque internazionali della zona sa libica, portando in salvo 50 persone tra cui anche una donna incinta, al nono mese di gravidanza. Sull'imbarcazione sovraffollata i passeggeri non avevano giubbotti salvagenti e a bordo si sentiva un forte odore di benzina. «Durante il soccorso - spiega Jonathan Naní La Terra, capomissione della Life Support - si è avvicinata un'imbarcazione della cosiddetta Guardia costiera libica, che però non ha interferito nelle operazioni. Ora il nostro staff si sta prendendo cura delle persone soccorse e siamo ancora in area operativa, disponibili a ulteriori interventi in caso di nuovi casi di barche in difficoltà».
Le 50 persone soccorse, tra cui 10 ragazzi minori non accompagnati, hanno riferito di essere partite da Sorman, sulla costa libica, alle 21 di domenica. I naufraghi provengono da Sudan, Egitto ed Eritrea. Alla nave è stato assegnato il porto di Ancona, «a centinaia di miglia - lamenta la Ong - dal punto in cui è stato effettuato il soccorso. Anche questa volta, dunque, la prassi del governo di assegnare porti di sbarco distanti dalla zona operativa alle navi Sar della flotta civile costringerà la Life Support e i naufraghi a bordo diversi giorni di navigazione per arrivare a destinazione».
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