Perché la Libia ha respinto la delegazione Ue col ministro Piantedosi
di Redazione
La causa probabile una discussione con l'ambasciatore di Bruxelles su questioni di protocollo. Il sarcasmo delle opposizioni verso il ministro dell'Interno: «Brutta cosa, i respingimenti...»

Una delegazione Ue, a cui partecipava il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, è stata respinta dal governo libico di Bengasi, che fa capo al generale Khalifa Haftar. Il motivo addotto, alquanto generico, sono «violazioni delle norme dello Stato libico». Ai componenti della missione (di cui fanno parte i ministri dell’Interno di Italia, Grecia e Malta e il commissario europeo per le Migrazioni Magnus Brunner) è stato comunicato che «devono lasciare immediatamente il territorio libico in quanto persone non gradite». Il primo ministro del governo della Libia orientale, Osama Hammad, dal 2023 alla guida dell’esecutivo non riconosciuto dall’Onu, in un comunicato ha denunciato che la visita violerebbe «le consuetudini diplomatiche e i trattati internazionali» oltre a rappresentare «una mancanza di rispetto alla sovranità nazionale libica e una palese violazione delle leggi del Paese». In particolare si fa riferimento al «mancato rispetto delle procedure di ingresso e soggiorno dei diplomatici stranieri stabilite dal governo libico».
In precedenza la stessa delegazione - nel tentativo di favorire un avvicinamento tra le parti - aveva incontrato a Tripoli i rappresentanti del governo libico di unità nazionale presieduto da Abdul Hamid Mohammed Dbeibah.
«Fonti qualificate» hanno parlato all’Ansa di «un’incomprensione protocollare non gestita dalla rappresentanza italiana alla base dello stop alla missione diplomatica» a Bengasi. Sarebbe sorta una discussione appena l'ambasciatore dell'Ue in Libia Nicola Orlando è sceso dall’aereo , il quale avrebbe fatto osservazioni sulla gestione delle riprese video e sulla composizione della delegazione libica.
«Fonti qualificate» hanno parlato all’Ansa di «un’incomprensione protocollare non gestita dalla rappresentanza italiana alla base dello stop alla missione diplomatica» a Bengasi. Sarebbe sorta una discussione appena l'ambasciatore dell'Ue in Libia Nicola Orlando è sceso dall’aereo , il quale avrebbe fatto osservazioni sulla gestione delle riprese video e sulla composizione della delegazione libica.
Il problema, sottolineano le stesse fonti, «non ha mai riguardato la componente italiana della delegazione e men che mai i rapporti bilaterali con l’Italia». Tra le ipotesi, anche quella che alla tensione possa avere contribuito il contenzioso tra Bengasi e la Grecia, dopo che il ministro degli Esteri ellenico, George Gerapetritis, si era lamentato per l’avvicinamento della Libia orientale alla Turchia. Ma secondo fonti di Tripoli citate dall’agenzia AdnKronos si tratterebbe dell’«ennesimo ricatto di Haftar».
I ministri degli Esteri Antonio Tajani e della Difesa Guido Crosetto hanno atteso il rientro in Italia del nostro ministro dell’Interno, per valutare la vicenda. Mentre nel giro di pochi minuti le opposizioni hanno preso di mira Piantedosi per l’esito infausto della missione. «Brutta cosa i respingimenti», ha ironizzato da Avs Nicola Fratoianni. «”Ingresso irregolare” proprio come un migrante qualunque, uno di quelli che il governo Meloni chiama “clandestini”, farebbe ridere, se non fosse che la Libia è l’inferno in terra per chi la attraversa», per Cecilia Strada, eurodeputata Pd.
I ministri degli Esteri Antonio Tajani e della Difesa Guido Crosetto hanno atteso il rientro in Italia del nostro ministro dell’Interno, per valutare la vicenda. Mentre nel giro di pochi minuti le opposizioni hanno preso di mira Piantedosi per l’esito infausto della missione. «Brutta cosa i respingimenti», ha ironizzato da Avs Nicola Fratoianni. «”Ingresso irregolare” proprio come un migrante qualunque, uno di quelli che il governo Meloni chiama “clandestini”, farebbe ridere, se non fosse che la Libia è l’inferno in terra per chi la attraversa», per Cecilia Strada, eurodeputata Pd.
«Abbiamo capito in cosa consiste l’autorevolezza del governo Meloni nei Paesi del Nord Africa, in Libia in particolare», dicono sarcastici Alfonso Colucci e Alessandra Maiorino di M5s, ovvero «l’Italia riporta a casa Almasri e la Libia respinge Piantedosi». Parla invece di «profonda vergogna per come il nostro Paese gestisce la politica estera» il leader di Iv Matteo Renzi. Da Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli condanna le critiche delle opposizioni: «Alcune scomposte reazioni della sinistra dimostrano il loro solito, macroscopico limite: far prevalere lo spirito di fazione sugli interessi della nazione, essere insomma profondamente anti-italiani. Se fosse accaduto a un ministro di sinistra, ci saremmo espressi in modo totalmente diverso».
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