Per la decima volta una “donazione samaritana” ha salvato una vita

Padova, la generosità anonima di un uomo permette il trapianto a un donna malata. Il direttore del Centro nazionale trapianti: casi rari, ma donare dopo la morte è scelta per tutti
December 16, 2025
Per la decima volta una “donazione samaritana” ha salvato una vita
/ IMAGOECONOMICA
Il decimo caso di “donatore samaritano” di rene nel nostro Paese ha reso possibile a una donna in lista d’attesa per il trapianto di recuperare una piena qualità di vita. Lo comunica il Centro nazionale trapianti (Cnt), diretto da Giuseppe Feltrin, il quale ricorda che «ogni organo donato viene ricevuto dalla Rete trapianti con responsabilità e riconoscenza, e questo diventa ancor più vero quando questo gesto arriva da un donatore samaritano».
La “donazione samaritana” infatti consiste nella messa a disposizione di un proprio rene da parte di una persona in salute, senza avere alcun legame di parentela o di conoscenza con il malato in lista d’attesa per tale organo. È diversa, quindi, dalla donazione dedicata di un familiare che si priva di un proprio organo (o parte di esso come nel caso del fegato) per salvare la vita di un proprio congiunto malato.
L’intera procedura è stata effettuata al Centro trapianti rene e pancreas dell’azienda ospedaliera di Padova, diretto da Lucrezia Furian, dopo che era stato completato l’iter clinico, immunologico e psicologico necessario per questo tipo di trapianto. L’intervento è avvenuto a ottobre e sia la ricevente sia il donatore sono stati dimessi in pochi giorni e godono di ottime condizioni di salute.
La donazione samaritana ha il suo fondamento nella legge 458 del 1967 relativa al trapianto di rene tra persone viventi. Questa legge disciplina la deroga all’articolo 5 del Codice civile, che vieta «atti di disposizione del proprio corpo... quando cagionino una diminuzione permanente della integrità fisica». E oltre ai consanguinei stretti, permette la deroga «per altri parenti e per donatori estranei». Ma questa donazione è divenuta d’attualità solo nel 2010, quando tre persone hanno manifestato questa intenzione.
Si aprì un vivace dibattito – bioetico e giuridico – sulla liceità di un tale intervento. Un parere del Comitato nazionale per la Bioetica (Cnb) e successivamente uno del Consiglio superiore di sanità (Css) hanno reso possibile l’aprirsi di un programma nazionale di donazioni samaritane, affidato al Cnt, con alcune precise condizioni.
Per evitare condizionamenti o ricompense (dirette o indirette), la “donazione samaritana” deve avvenire nel pieno anonimato e dopo alcune verifiche: di salute per il donatore, con valutazione anche psicologico-psichiatrica, e con una doppio passaggio di parte terza sia a livello regionale/locale, sia a livello nazionale al Cnt. Infine il tribunale sulla base della documentazione prodotta è chiamato a fornire l’autorizzazione alla donazione.
I dieci donatori samaritani finora registrati in Italia hanno dato origine, puntualizza il Cnt, a 30 trapianti di rene, perché in molte circostanze è stato possibile avviare una catena di trapianti incrociati (cross-over) con coppie donatore-ricevente incompatibili. Una circostanza che non è stata possibile in questo caso: l’organo è stato assegnato al primo paziente candidabile in lista d’attesa presso il Centro trapianti di Padova.
«Vivendo l’esperienza di mio cognato che è morto prima che arrivasse un fegato utile a farlo sopravvivere – ha dichiarato il donatore anonimo in collegamento telefonico durante la presentazione dell’intervento –, ho maturato l’idea di diventare donatore samaritano». L’uomo ha aggiunto: «Ascoltando il Vangelo in chiesa, in uno dei passaggi su San Giovanni Battista, ho avuto una sorta di illuminazione, e ho pensato: se le tuniche di cui parla il Battista fossero nel mio caso i reni?».
«Mi sento avvero bene – ha aggiunto –. Mi manca un rene eppure faccio tutto quello che facevo prima, sono assolutamente contento di come sono andate le cose. Ho ricevuto dalla vita molto, e molte cose gratuitamente, compresa la salute – ha concluso l’anonimo donatore – che ho potuto condividere con un’altra persona».
Da parte sua, il direttore Feltrin ha richiamato l’importanza della donazione degli organi: «Le donazioni samaritane sono sicuramente inconsuete, ma la donazione dopo la morte è una scelta alla portata di tutti: oggi, con 8mila persone in attesa di trapianti, dare il proprio consenso alla donazione è più che mai fondamentale».

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