Pandoro gate, Chiara Ferragni in tribunale: la procura chiede la condanna a un anno e 8 mesi

L'influencer è imputata, assieme ad altre due persone, per truffa aggravata per i noti casi di presunta pubblicità ingannevole del Pandoro Pink Christmas e delle uova di Pasqua
November 25, 2025
Un anno e otto mesi. È la richiesta di condanna che la procura di Milano ha formulato per Chiara Ferragni, a processo, con rito abbreviato davanti al giudice della terza penale Ilio Mannucci Pacini, con l’accusa di truffa aggravata (dall’uso del mezzo informatico) per le le operazioni commerciali «Pandoro Balocco Pink Christmas Limited ediction Chiara Ferragni» (Natale 2022) e «Uova di Pasqua Chiara Ferragni - sosteniamo i Bambini delle Fate» (Pasqua 2021 e 2022)». A processo oltre a Chiara Ferragni c’è il suo ex braccio destro Fabio Maria Damato (chiesto anche per lui un anno e otto mesi) e il presidente del cda di Cerealitalia, Francesco Cannillo . Le richieste dell’accusa per gli altri due imputati sono rispettivamente di un anno e otto mesi, per Damato, e di un anno, per Cannillo. Per il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e il pm Cristian Barilli, in base alle indagini del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf, tra il 2021 e il 2022, Ferragni avrebbe ingannato con la pubblicità del pandoro e delle uova di Pasqua follower e consumatori realizzando presunti ingiusti profitti - in relazione alle vendite dei due prodotti, il cui prezzo non comprendeva in realtà la beneficenza pubblicizzata - per circa 2,2 milioni di euro. L’influencer che ha sempre respinto le accuse, in aula ha detto in sostanza che «tutto quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto in buona fede, nessuno di noi ha lucrato». La sua difesa, con gli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana interverrà nella prossima udienza fissata per il 19 dicembre, mentre la sentenza è prevista per gennaio. Ferragni, entrata in aula mezz’ora prima dell’udienza per evitare le telecamere, ha già chiuso il fronte amministrativo ed effettuato donazioni per 3,4 milioni di euro. Il Codacons, dopo un accordo con l’influencer, era uscito dal procedimento ritirando la denuncia.

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