venerdì 2 marzo 2018
Il presidente della Cei, parlando a Tv2000, invita a recarsi alle urne: «Gesto di responsabilità e di libertà». Su Salvini: non ostentare i simboli della fede
Un seggio allestito a Roma (Ansa)

Un seggio allestito a Roma (Ansa)

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Il cardinale Gualtiero Bassetti si dice preoccupato per la sfiducia nella politica che serpeggia tra gli elettori e che potrebbe portare all’astensione dalle urne. Di qui il suo pressante invito ad andare a votare, rafforzando così il sistema democratico. «Vedo in tante persone vicine, fedeli della Chiesa, una totale sfiducia e questo a me fa paura perché è come un corpo colpito dalla paralisi», ha detto il presidente della Cei, in una dichiarazione al Tg2000, in merito alle elezioni del 4 marzo. Il cardinale si è soffermato quindi sul significato implicito nella tentazione astensionista.

«Tu rifiuti - ha aggiunto infatti, rivolgendosi a un ipotetico cittadino - di compiere un gesto che rispetta la tua libertà, ma al tempo stesso è anche di totale responsabilità verso gli altri. Se io domenica mattina vado a votare – ha proseguito – è perché sono convinto che esiste un bene comune che riguarda tutti noi. C’è un noi di cui dobbiamo tenere conto e mi fa paura invece questo atteggiamento, in fondo individualistico, che decide di non scegliere».

A tal proposito Bassetti ha ricordato la geografia internazionale della 'non democrazia'. «Quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c’è una testa che ha già pensato a tutto. Noi invece viviamo in una democrazia - ha concluso il presidente della Cei -, è un valore aggiunto anche la democrazia. E certo, in democrazia senti cose dritte e cose storte, che condividi o non condividi, poi ci sono anche le persone. Però abbiamo anche il dovere di informarci di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio».

Infine, interpellato a margine sull’esibizione da parte del leader della Lega, Matteo Salvini, del Vangelo e del rosario durante un comizio, Bassetti ha risposto: «La Pira recitava il rosario tre volte al giorno. Tutti siamo chiamati a vivere la fede, che poi si traduce in amore di Dio e del prossimo. I segni della fede non importa ostentarli continuamente».

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