giovedì 8 dicembre 2022
Tredici ragazzi di estrema destra fermati: usavano catene, bastoni e cinture contro i tifosi del Marocco, che festeggiavano la vittoria ai Mondiali. Il Comune: fatti che rattristano
Neofascisti veronesi in azione, con catene e manganelli, contro i tifosi marocchini

Neofascisti veronesi in azione, con catene e manganelli, contro i tifosi marocchini - Ansa

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È stato un attacco squadrista in “perfetta regola”. Vestiti con felpe nere, incappucciati, armati di manganelli, catene e cinture, hanno aggredito con ferocia i tifosi del Marocco che martedì sera a bordo di automobili festeggiavano con un “carosello” e a suon di clacson per le vie del centro di Verona la storica vittoria della nazionale di calcio dei “Leoni dell’Atlante” contro la Spagna agli ottavi del Mondiali in Qatar. Tredici giovani sono stati fermati dai poliziotti e dai carabinieri in servizio di controllo a piazza Bra: si tratterebbe, secondo la Digos, di appartenenti a gruppi dell’estrema destra locale.

Nel raid neo-fascista è rimasta ferita, per fortuna in modo lieve, una donna che si trovava in una delle vetture, colpita dalle schegge dei vetri dei finestrini infranti dalle violente bordate inferte con le spranghe dai componenti della banda. Danneggiate quattro vetture che transitavano nel tratto compreso tra corso Porta Nuova e via Battisti. Un video amatoriale, condiviso poi sui social, mostra una delle aggressioni, con cinque uomini dal viso travisato che prendono a bastonate una delle auto dove i tifosi marocchini sventolavano la bandiera rossa con stella verde del loro Paese.

«Hanno cominciato a picchiarci tutti e a inveire contro» raccontano alcuni testimoni rimasti terrorizzati dalla furia degli assalitori durata circa mezz’ora. Nell’audio, confuso, si sentono imprecazioni e minacce rivolte dal gruppetto agli occupanti della vettura. Diversi altri filmati delle telecamere di sicurezza installate nella zona sono al vaglio degli investigatori e nelle prossime ore dovrebbero scattare le denunce sulle quali deciderà la procura emettendo, come è probabile, provvedimenti penali nei confronti degli aggressori.

Anche nella città scaligera, come in altre città italiane, i festeggiamenti sono cominciati subito dopo il gol decisivo di Hachimi: centinaia di persone appartenenti alla comunità marocchina si sono riversate nelle vie e nelle piazze del centro storico e sui gradini della Gran Guardia per manifestare la loro gioia con canti, balli e sventolii di bandiere. L’intervento tempestivo degli uomini della questura ha impedito che i giovani neo-fascisti assaltassero anche i presenti, evitando il peggio. Già dalle 20 erano arrivate alla centrale operativa della polizia decine di telefonate che avvertivano della presenza di una quindicina di ragazzi bardati come fossero in “assetto di guerra”.

Sugli episodi di chiara matrice razzista accaduti due giorni fa a Verona interviene anche l’amministrazione comunale che ringrazia le forze dell’ordine «per aver intercettato e identificato i 13 giovani che si sono resi colpevoli di ripetute aggressioni ai danni di numerosi concittadini che si trovavano a festeggiare per la vittoria del Marocco con una comunità coesa e felice dei successi sportivi, perché è in fondo questo che deve fare lo sport: unire, superare le barriere».

«Come amministrazione ci rattrista vedere la nostra città, che sa essere accogliente e inclusiva, tornare ad essere raccontata, come nel passato, violenta e razzista – è il commento di Jacopo Buffolo, assessore alle Politiche giovanili –, episodi come questi sembrano riportarci indietro a una città che siamo convinti di poterci lasciare alle spalle». E a chi ha subito aggressioni e alla comunità marocchina, l’amministrazione guidata dal sindaco Damiano Tommasi, ex calciatore della Roma, esprime «la massima solidarietà e vicinanza». «Lavoriamo tutti insieme per migliorare sempre di più l’inclusione e la convivenza pacifica – conclude la nota del Comune di Verona – affinché simili episodi non si ripetano. Perché la nostra città, ora e in futuro, sia sempre di più capace di dare a tutti i cittadini spazi sicuri di crescita e di coesione sociale».

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